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È noto che le forze gravitazionali che la Luna e il Sole esercitano sulla Terra sono responsabili della salita e della discesa delle maree sul pianeta. Ma sembra che proprio l’attrazione gravitazionale della Terra che mantiene la Luna in orbita possa avere effetti molto più gravi sul nostro satellite naturale. Gli scienziati della Nasa hanno individuato più di 3.200 crepe che attraversano la superficie della Luna, lunghe parecchi chilometri. L’analisi di queste anomalie, che si ritiene essere la conseguenza di un restringimento del volume della Luna, fa ritenere che il fenomeno potrebbe essere causato dal raffreddamento del nucleo della Luna e, in qualche maniera, essere coinvolta anche la gravità esercitata dalla Terra.

 

 

«Abbiamo sviluppato un modello negli orientamenti delle crepe», spiega il dottor Thomas Watters, scienziato presso lo Smithsonian National Air and Space Museum di Washington. «Qualcosa sta influenzando la loro formazione, un fenomeno capace di agire su scala globale». Come spiegato da Media Inaf, i ricercatori hanno visionato le immagini dalla Narrow Angle Camera (NAC) della sonda LRO e hanno riportato la scoperta di ulteriori 14 scarpate a forma di lobo sulla superficie della Luna, oltre alle 70 già fotografate dall’Apollo Panoramic Camera. Queste scarpate sono prodotte dall’effetto congiunto del restringimento del nucleo lunare mano mano che si raffredda e degli effetti della gravità terrestre e hanno dimensioni fino a dieci chilometri in lunghezza e solo qualche decina di metri di altezza. Il team scientifico è arrivato alla conclusione che la Luna si stia restringendo. I ricercatori ritengono che i cambiamenti del campo gravitazionale subiti dalla Luna durante la sua orbita ellittica attorno alla Terra sarebbero sufficienti a causare le anomalie sulla superficie. Watters ha spiegato che l’effetto combinato del raffreddamento del nucleo e le forze gravitazionali coinvolte producono le crepe osservate dalle sonde.

 

 

«La scoperta di tante caratteristiche non rilevate in precedenza è davvero notevole», ha sottolineato Mark Robinson dell’Arizona State University. «All’inizio della missione c’era il sospetto che le forze di marea avessero avuto un ruolo fondamentale nella formazione di queste caratteristiche tettoniche, ma non avevamo abbastanza prove per fare dichiarazioni conclusive. Ora che abbiamo le immagini di NAC con l’illuminazione adeguata di oltre la metà della Luna, gli schemi strutturali stanno cominciando a venire a galla». Queste scarpate sono relativamente giovani se si pensa all’età della Luna stessa. E sono talmente recenti, che gli studiosi credono che il processo di formazione e modellamento sia ancora in corso. Dai modelli realizzati dal team di LROC si evince il picco delle sollecitazioni viene raggiunto quando la Luna è più lontana dalla Terra nella sua orbita. Se questo processo è ancora attivo, i terremoti lunari superficiali sono più frequenti quando la luna si trova al suo apogeo. «Con LRO siamo stati in grado di studiare nel dettaglio la Luna a livello globale come non è stato ancora possibile con altri corpi del Sistema solare. I dati raccolti da LRO ci permettono di studiare piccoli ma importanti processi che altrimenti resterebbero nascosti.» ha spiegato John Keller, LRO Project Scientist.

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it

 

 

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