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Per adesso è solo un dimostratore tecnologico. Cioè un veicolo spaziale che dovrà effettuare, durante il suo primo volo, una serie di test proprio per dimostrare che può essere una base importante per lo sviluppo di future navette spaziali “made in Europe”. E con forte presenza italiana.

 

 

La sua sigla è IXV (Veicolo Intermedio Sperimentale, in italiano), ed è un progetto dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea), con in prima fila impegnata Thales Alenia Space, responsabile del progetto, sviluppo e integrazione del veicolo, che guida un team di 40 aziende sottocontraenti.

IXV è un piccolo aereo spaziale, che ricorda un po’ quelli dei primi progetti americani che negli anni sessanta furono solo dei test, che poi però saranno importanti per il futuro progetto dello space shuttle. Verrà lanciato il prossimo 14 ottobre, collocato in cima ad un razzo “Vega”, lanciatore europeo di concezione italiana, dalla base europea di Kourou, nella Guyana Francese. L’Italia è in assoluto il paese maggiormente impegnato, con minori partecipazioni (su base ESA) di Francia, Svizzera, Spagna, Belgio, Irlanda e Portogallo.

La presentazione è avvenuta questa mattina presso “Altec”, situato nelle vicinanze degli stabilimenti di Thales Alenia space a Torino, che è il “Mission Control Center”, cioé il centro di controllo di terra che seguirà tutte le fasi del volo. Hanno presentato il progetto Stefano Bianchi (ESA), Giorgio Tumino (Program Manager IXV per ESA) Roberto Provera (Thales Alenia Space), Roberto Angelini (Program Manager IXV per Thales alenia Space), Luigi Quaglino (Thales Alenia Space).

Il prototipo di navetta IXV, effettuerà un volo sub-orbitale. Non entrerà in orbita, ma andrà comunque nello spazio, raggiungendo la quota di 412 chilometri (quindi, un po’ più alta di quella operativa della Stazione Spaziale Internazionale), e poi si tufferà nell’atmosfera terrestre per collaudare il rientro detto “controllato”, poichè dev’essere guidato da terra e dev’essere “calibrato” (come per tutte le navicelle che rientrano dallo spazio) per far sì che il veicolo possa scendere dolcemente nel Pacifico appeso al suo paracadute di 33 metri di apertura.

“E’ una sfida nuova e affascinante per noi” - ci dice Roberto Provera, che è direttore Veicoli spaziali abitati e Sistemi di trasporto per Thales Alenia Space - “Gli obiettivi del veicolo spaziale nel volo di ottobre sono importanti, perchè dovrà colludare soprattutto i sistemi di protezione termica, quelli di navigazione automatica, gli attuatori, il paracadute, e tutti i sistemi realizzati per far sì che possa avvenire un rientro sicuro e guidato a Terra”.

Il progetto industriale, è iniziato nel 2006 e si è poi sviluppato in fasi successive, fino al veicolo spaziale, che presto verrà inviato prima al Centro Estec in Olanda, e poi alla base di Kourou.

IXV è lungo 5 metri, alto 1,5 e pesante 2 tonnellate carico di carburante. Lo stadio superiore del “Vega” lo sgancerà a 320 chilometri dalla Terra, e raggiungerà la velocità di quasi 8 chilometri al secondo: “E’ prossima alla velocità di un veicolo spaziale quando entra in orbita” - dice Provera - “Ed è necessaria, perchè testeremo il rientro dei veicolo come se stesse tornando da un volo in orbita”.

La missione durerà un’ora e 40 minuti: “La progettazione e costruzione di questo dimostratore tecnologico” - dice Luigi Quaglino, Svp Dominio Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space - “Pone la nostra azienda come riferimento europeo nell’ambito dei sistemi di trasporto e rientro. E pone le basi per proseguire con ulteriori sviluppi verso i sistemi di futura generazione”.

Il buon esito (come ci si augura) del volo di ottobre, potrà infatti avere un seguito per lo sviluppo di un successore, sempre più vicino, nelle caratteristiche, ad una vera e propria navetta spaziale in grado di portare in orbita carichi, e astronauti.

E far sì che l’Europa spaziale possa disporre, in un prossimo futuro, di una propria autonomia per l’invio nello spazio degli astronauti.

Antonio Lo Campo

Fonte: http://www.lastampa.it

 

 

Lo spazio vero e proprio lo conoscerà solamente ad ottobre, quando un razzo vettore Vega la porterà in orbita fino a 412 chilometri di quota, per poi iniziare la discesa verso la Terra, raggiungendo la velocità di 7,7 chilometri al secondo. Ma è già da un po' che la navicella IXV sta facendo parlare di sé, e proprio in questi giorni si è mostrata per la prima volta negli stabilimenti torinesi di Thales Alenia Space.

IXV (acronimo che sta per Intermediate eXperimental Vehicle) è un progetto dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) al quale l'Italia sta fornendo un contributo determinante: il prototipo del dimostratore di rientro atmosferico ha terminato la fase di sviluppo e verrà ora trasportato presso il centro ESTEC dell'ESA a Noordwijk (Olanda), dove sarà sottoposto alla campagna di test finale in vista del lancio di ottobre.

Il nostro paese, attraverso l'Agenzia Spaziale Italiana, sta fornendo assistenza tecnica e contribuendo sia al segmento di terra, con i servizi della base di Malindi, sia al controllo della missione, con i propri equipaggiamenti messi a disposizione del Mission Control Center di Altec. Sul piano economico, l'apporto italiano alla missione è del 40%, ossia circa 80 milioni su un costo complessivo di circa 200 milioni.

"IXV - spiegano dall'ASI - è caratterizzato da un'elevata aerodinamicità ottenuta sfruttando la forma della fusoliera che massimizza la portanza e la manovrabilità. È provvisto di un sistema di guida, navigazione e controllo ad alte prestazioni che utilizza superfici aerodinamiche controllate automaticamente ed ha in dotazione, uno scudo termico per sostenere le temperature elevate che si svilupperanno durante il rientro in atmosfera".

La prova per il rientro della navicella è stata effettuata nel giugno dell'anno scorso al largo delle coste della Sardegna, con un test che ha permesso di verificare il funzionamento di vari sistemi, come ad esempio lo spiegamento ed apertura del paracadute subsonico principale: il prototipo del veicolo è stato portato ad un'altitudine di circa 3.000 metri sulla superficie del mare da un elicottero dell'Esercito Italiano ed è stato poi sganciato a circa 10 km dalla costa.

Come si può vedere nello spettacolare video sottostante, il veicolo ha quindi compiuto la propria traiettoria in volo libero, fino all'apertura del paracadute subsonico che ne ha ridotto la velocità al di sotto dei 7 m/s, al momento della caduta in mare. Le conoscenze acquisite in quell'occasione saranno fondamentali per l'operazione di recupero che sarà effettuata ad ottobre.

IXV effettuerà lo splash down nell'Oceano Pacifico rimanendo a galla grazie a quattro palloni e verrà messo in sicurezza da una nave di recupero appositamente attrezzata. I dati raccolti saranno fondamentali per la costruzione dei sistemi di rientro futuri e per lo svolgimento di attività nello spazio, quali recupero di detriti e trasporto di rifornimenti e astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Alessandro Martorana

Fonte: http://it.ibtimes.com

 

 

 

 

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