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Gli Stati Uniti si preparano alle esercitazioni congiunte con la Corea del Sud. Un test militare che serva non solo a migliore le sinergie tra gli alleati ma anche, e soprattutto, come dimostrazione di forza nei confronti della Corea del Nord dopo l’ultimo test missilistico che ha certificato la grande avanzata di Pyongyang nel suo programma balistico. Ma in tutta questa escalation militare nella penisola coreana, non va mai dimenticato che la sfida non è solo quella fra Nord e Sud della Corea, ma tra Stati Uniti e Cina. Gli Stati Uniti, attraverso la crisi nella penisola coreana, stanno militarizzando la regione facendo sfoggio al confine con la Cina degli ultimi mezzi aeronavali e della potenza delle proprie forze. Come se non fossero già sufficienti le decine di migliaia di soldati di stanza in Corea del Sud e Giappone e la presenza fissa della Flotta del Pacifico. Dall’altro lato, la Cina sa che la reale minaccia della crisi coreana non deriva tanto dalla fine di Kim Jong-un e del regime nordcoreano, di cui Pechino cerca solo di essere dominus, ma dal rischio che le forze Usa siano al confine con il territorio cinese destabilizzando e mettendo a rischio la sfera d’influenza cinese nel Pacifico.

Partendo da questa premessa, non va quindi circoscritta l’importanza delle esercitazioni Usa in Corea soltanto nell’ambito della crisi coreana. E non va dimenticato che la Cina, nel frattempo, aumenta la potenza dei propri sistemi di difesa, anche in sinergia con la Russia, proprio perché consapevole che quella che va in scena del Pacifico è una sfida fra Pechino e Washington. E la supremazia militare resta un pilastro nella politica estera di Xi Jinping come di Donald Trump. Così, mentre gli Stati Uniti schierano in Corea del Sud gli F-22, caccia capaci di eseguire attacchi di precisione senza essere rilevati dai radar, dalla Cina arrivano notizie di un progetto per un nuovo tipo di satelliti-spia in grado di individuare ogni tipo di aerei invisibili ai radar oltre che ogni manovra delle truppe di terra. La notizia è stata dal giornale di Hong Kong, South China Morning Post, e, a detta degli scienziati coinvolti nel progetto, questo nuovo tipo di satelliti utilizzerebbe la tecnica del “ghost imaging”. A detta del quotidiano, le tecniche di mimetizzazione non sarebbero di alcuna utilità contro l’imaging del nuovo satellite. Il ghost imaging quantistico può infatti raggiungere una sensibilità senza precedenti rilevando non solo la quantità estremamente piccola di luce che devia da un bersaglio debole, ma anche le sue interazioni con un’altra luce nell’ambiente circostante, ottenendo molte più informazioni rispetto ai metodi “tradizionali”. Un satellite equipaggiato con il nuovo sensore quantico sarebbe pertanto in grado di identificare e tracciare bersagli che sono attualmente invisibili dallo spazio, come i bombardieri stealth che decollano di notte. Il quotidiano parla soprattutto dell’ultimo Northrop Grumman B-2 Spirit, bombardiere strategico dotato di tecnologia stealth, considerato il vero e proprio gioiello dell’aviazione Usa.

Gong Wenlin, direttore presso il laboratorio per l’ottica quantistica dell’Accademia Cinese Delle Scienze di Shanghai, ha riferito al Scmp che il team di ricerca completerà un prototipo entro il 2020 con l’obiettivo di testare la tecnologia nello spazio prima del 2025. Per poi testare il sistema, su larga scala, entro il 2030. Lo scopo è quello di battere la concorrenza dell’US Army Research Laboratory, per lanciare il primo satellite al mondo con il nuovo sistema, dopo che l’hanno già battuto riguardo l’imaging delle immagini delle forze terrestri. “Li abbiamo battuti a terra. Abbiamo la certezza di batterli di nuovo nello spazio“, ha detto Gong. Con un senso di sfida che dimostra come vi sia un’idea connaturata di doversi confrontare con gli Stati Uniti in qualità di potenza avversaria.

La notizia non è stata per niente sottovalutata anche sul fronte americano, dove già alcune riviste hanno analizzato gli effetti della tecnologia cinese nel confronto con le forze Usa. The Drive, nella parte dedicata alla Difesa, ha voluto sottolineare come, al netto della potenzialità rivoluzionaria del nuovo progetto, esistono ancora importanti ostacolo tecnologici per la sua fattibilità. Ma è anche vero che i ricercatori cinesi parlano di una sua possibile esecuzione nel 2030, quindi si sono dati un tempo almeno decennale per lo sviluppo della tecnologia. Dall’altro lato, Zachary Keck, analista di The National Interest, ha ricordato i gravi rischi che questa tecnologia comporterebbe per tutta l’aeronautica statunitense, che si fonda su una tecnologia stealth appartenente a una generazione che non reggerebbe il confronto con questo nuovo satellite. Tra Pechino e Washington, sembra che la sfida militare sia solo all’inizio.

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it

 


 

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