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I metodi di Pascal Poot, lontani dall’agricoltura moderna, sono oltreché iperproduttivi anche naturali e poco costosi. Gli scienziati pensano di trovare delle risposte ai cambiamenti climatici.

 

 

Qui il terreno è così sassoso e il clima così arido che le querce vecchie di 50 anni sono più piccole di un uomo. All’entrata della fattoria di Pascal Poot, sulle alture di Lodève (Hérault) troneggia un vecchio cartello in cartone: “conservatoria di pomodori”. Ogni estate, i pomodori gialli a pera e altri neri di Crimea crescono qui in una pazza abbondanza. Senza irrigazione malgrado la siccità, senza tutore, senza cure e alcun pesticida ne' concimi, le sue migliaia di piante producono fino a 25 kg di pomodori ciascuna. Il suo segreto? E’ nei semi che Pascal Poot semina davanti a me, con dei gesti che mischiano pazienza e nonchalance. L’inverno sta per terminare nella regione, è venuto il tempo per lui di affidare i suoi semi alla terra. Sono le prime semine dell’anno. L’uomo ha 52 anni ma sembra senza età. Questo figlio di agricoltori, che ha lasciato la scuola a 7 anni, si dichiara completamente autodidatta. Ha allevato pecore e coltivato castagneti prima di specializzarsi nelle sementi. Oggi semina su del terriccio, dentro una serra, quindi mette i vasetti su un enorme mucchio di letame fresco, per cui la temperatura nei giorni successivi arriverà a 70 gradi, riscaldando la serra e permettendo la germinazione dei semi. La tecnica del letto caldo è molto antica. Questo permetteva agli orticoltori del XIX secolo di raccogliere meloni in città dalla fine della primavera. E questo permette a Pascal Poot di far germinare ogni anno migliaia di piante di pomodori, zucchini, peperoni, poi li pianta in piena terra e non se ne occupa più fino alla raccolta. Mentre semina, Pascal mi spiega i dettagli del suo metodo:

“La maggior parte delle piante che oggi chiamiamo “erbacce” erano piante che si mangiavano nel Medio Evo, come l’amaranto o il dente di cane. Mi son sempre detto che se loro sono così resistenti è perché nessuno se ne è più occupato da generazioni. Tutti cercano di coltivare gli ortaggi proteggendoli il più possibile, io invece cerco di incoraggiarli a difendersi da soli. Ho cominciato a piantare pomodori su un terreno pieno di sassi vent’anni fa, e all’epoca non c’era una goccia d’acqua. Tutti pensano che facendo così le piante muoiono, ma questo non è vero in effetti tutte le piante sopravvivono. All’inizio abbiamo pomodori piccoli, ridicoli. Bisogna raccogliere i semi dei frutti e seminarli l’anno seguente. Allora si cominciano a vedere veri pomodori, possiamo raccoglierne 1 o 2 kg per pianta. Meglio ancora se aspettiamo un anno o due. All’inizio mi hanno preso per matto ma alla fine, i vicini hanno visto che io avevo più pomodori di loro e senza peronospora, allora la gente ha cominciato a parlarne e dei ricercatori sono venuti a vedere.”
Tra questi ricercatori c’è Bob Brac de la Perrière, biologo e genetista delle piante nonche' coordinatore dell’associazione ambientale Bede:
“Alla fine degli anni 90, durante la lotta contro gli OGM, ci siamo detti che bisognava lavorare anche sulle alternative, ed abbiamo cominciato a fare l’inventario degli agricoltori che si facevano le proprie sementi. Ne abbiamo trovati tra 100 e 150 in Francia. Ma il caso di Pascal Poot era unico. Il minimo che si può dire è che lui ha una grande indipendenza di spirito, segue le sue regole, e per mia conoscenza nessuno fa come lui. Lui seleziona le sue sementi in un contesto molto difficile e di stress per le piante e ciò le rende estremamente tolleranti, migliora le loro qualità gustative e fa si che i nutrienti sono più concentrati. Oltre ciò lui coltiva diverse centinaia di varietà differenti, pochi agricoltori hanno una conoscenza così vasta.”
I ricercatori cominciano solo ora a capire i meccanismi biologici che spiegano il successo del metodo di Pascal Poot, assicura Véronique Chable (specialista in materia a l’INRA-Sad de Rennes, che ha realizzato delle ricerche sulle selezioni di Pascal Poot dopo il 2004):
“Il principio base è di mettere le piante nelle condizioni in cui vogliamo che crescano. L’abbiamo dimenticato ma da molto tempo fa parte del buon senso contadino, oggi si chiama "ereditarietà dei caratteri acquisiti", in altre parole c’è una trasmissione dello stress e dei caratteri positivi delle piante per più generazioni. Bisogna comprendere che il DNA è un supporto di memorizzazione plastico, non è solo la mutazione genetica che causa il cambiamento, c’è anche l’adattamento con geni che sono dormienti, ma che possono risvegliarsi. La pianta produce dei semi dopo aver vissuto il suo ciclo, e conserva memoria di alcuni aspetti acquisiti. Pascal Poot gestisce bene questo, le sue piante non sono molto differenti dalle altre a livello genetico ma hanno una capacità di adattamento impressionante.
Questa capacità di adattamento ha un valore commerciale. Durante la mia visita, molti hanno chiamato Pascal per ordinare delle sementi. L’agricoltore vende i suoi semi a molte aziende bio, come Germinance. Kevin Sperandio, artigiano sementiere di Germinance, ci spiega:
“Il fatto che le sementi di Pascal Poot si siano adattate a un territorio difficile fa si' che hanno una capacità di adattamento enorme, valida per tutte le regioni e per tutti i climi. Non non abbiamo i mezzi di fare questo genere di test, ma sono sicura che se facessimo un confronto tra una varietà ibrida, quella di Pascal Poot e un seme bio classico, sarebbero quelle del conservatore dei pomodori che otterrebbero i migliori risultati.”
Una parte dei semi sono venduti illegalmente, perchè non sono iscritti nel catalogo ufficiale delle specie e varietà vegetali del GNIS (raggruppamento nazionale interprofessionale delle sementi e delle piante).
“Una delle mie migliori varietà è la Gregori Altaï. Ma non è iscritta nel catalogo, forse perché non è abbastanza regolare. Molte varietà sono come questa. L’autunno scorso, la sementiera Sementi del Paese ad un controllo di repressione frodi ha trovato 90 infrazioni nel loro catalogo, il principio stabilisce che siamo autorizzati a vendere i semi che danno frutti tutti uguali e danno gli stessi risultati in ogni luogo. Per me questo è il contrario della vita, che riposa sull’adattamento permanente. Questo porta a produrre dei cloni, ma vediamo sempre più che questi cloni sono come zombi.”
Alla domanda su questi controlli, un rappresentante di GNIS spiega:
“Il nostro obiettivo è quello di fornire una protezione per l’utente e il consumatore. Il settore francese delle sementi è molto importante, ma ha bisogno di un’organizzazione e di un sistema di certificazione”.
Tuttavia la standardizzazione della frutta e dei semi si fa spesso a scapito del gusto e delle qualità nutrizionali . E potrebbe in futuro danneggiare gli agricoltori, dice Veronique Chable:
“Il lavoro di selezione dei semi dimostra che siamo in grado di far crescere la pianta in condizioni molto particolari . Ma l’agricoltura moderna ha perso di vista che tutto questo si basa sulla capacità di adattamento. In un contesto di rapidi cambiamenti climatici e ambientali il mondo agricolo avrà bisogno di questo. Dovremo preservare non solo i semi , ma anche la conoscenza degli agricoltori, le due cose vanno insieme”.
Per condividere questa conoscenza , ho chiesto a Pascal di spiegare come si selezionano e raccolgono i suoi semi. Ecco i suoi consigli:

- Bisogna raccogliere il frutto più tardi possibile, appena prima del primo gelo così avrà vissuto non solo la siccità estiva , ma anche le piogge autunnali.

- Il pomodoro è molto speciale. Quando si apre un pomodoro i semi sono in una specie di gelatina, come un bianco d’uovo. Questa gelatina impedisce ai semi da germogliare all’interno del frutto, che è caldo e umido. I semi non germoglieranno fino a quando la gelatina non sarà marcita e fermentata.

- È necessario dunque far fermentare i semi. Per questo bisogna aprire il pomodoro, togliere i semi e lasciarli per alcune ore nel loro succo (per esempio in una ciotola) e ci sarà poi una fermentazione lattica.

- Dobbiamo monitorare la fermentazione come il latte sul fuoco, può durare tra 6 e 24 ore , ma non deve formarsi della muffa. Poi se prendendo un seme col dito si stacca bene dalla gelatina allora è pronto.

- Si mette il tutto in un colino da tè ,si lava con l’acqua e si mette ad asciugare. Così si ottiene una percentuale di germinazione tra il 98% e il 100% .

- Il peperone è diverso. Basta lavare i semi, asciugarli su un setaccio fine e conservare. Per il peperoncino è lo stesso ma occorre fare attenzione perché i semi sono molto piccanti , e questo passa anche attraverso i guanti . Una volta che ho raccolto i semi di peperoncini Espelette senza guanti ho dovuto passare la notte con le mani in acqua ghiacciata!

Fonte estera: http://rue89.nouvelobs.com

Fonte italiana: https://pantagruel2020.wordpress.com

 


 

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