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Il metodo di coltivazione che qui vado a presentare, e che possiamo chiamare "Agricoltura Naturale" o "Permagricultura", non è campato in aria ma è il frutto di esperienze decennali di parecchi contadini che, in ogni parte del mondo, stanno portando avanti con successo questo tipo di coltivazione. Anche qui in Italia.



I concetti di base si fondano sul NON alterare gli equilibri naturali che si formano spontaneamente in un terreno sano. Ovvero la simbiosi fra terreno, microrganismi, micorize e regno vegetale. Questo vuol dire che non andremo ad eseguire NESSUNA LAVORAZIONE DEL TERRENO (o, come vedremo poi, solo una non invasiva), NESSUNA FERTILIZZAZIONE, e NESSUNA ROTAZIONE. Sembra incredibile ma questo metodo funziona andando in opposizione dell'agricoltura, anche di quella biologica, che oggi si effettua. Di contro le rese e l'assenza di malattie che caratterizza questo metodo è... Imbarazzante. Come notevole è il risparmio di denaro e tempo che deriva dalla non lavorazione e dalla mancanza di fertilizzazione. In europa questa agricoltura è portata avanti da Emilia Hazelip che organizza corsi e segue gli agricoltori nella conversione dei propri campi a questo metodo. Trovate info su internet. In italia uno dei pionieri e implementatori del metodo è Luigi Manenti che possiede un azienda di parecchi ettari nel biellese e che, oramai da più di 10 anni, ottiene risultati estremamente positivi. Negli ultimi anni ha anche portato avanti campagne di analisi sul terreno e i microrganismi, in collaborazione con alcune università del nord, giungendo a comprendere almeno in parte il complesso sistema di collaborazione ed aiuto reciproco fra i vari regni nello sviluppo di un sistema, che tende al massimo equilibrio e quindi alla massima resa. Purtroppo su Internet non trovate molto di lui, ma organizza corsi dove si possono comprendere questi meccanismi, ed inoltre è aperto ai visitatori che vogliono vedere i suoi campi.

Vi spiego un pò il metodo usato.

Lavorazioni terreno:
per quanto riguarda le lavorazioni del terreno si esegue solo una specie di rippatura a circa 40-50 cm di profondità, che deve essere eseguita con un ripper particolare che deve sollevare, creare una depressione nel terreno senza girarlo o frammentarlo troppo ma consentendo un arricchimento in ossigeno dello strato profondo in modo che le azioni batteriche che avverrano saranno aerobiche. Questo è fondamentale per sviluppare solo alcuni tipi di ceppi e non altri che sono nocivi. E per apportare ossigeno alle radici. Il fatto di non voltare ne frammentare troppo il terreno serve per mantenere l'equilibrio di nutrienti, spore e microrganismi e struttura del terreno che si vanno a creare.

NON rotazione:
stesso motivo alimenta la pratica della NON rotazione. Dalle analisi e gli studi condotti con le università è emerso che attorno alle radici delle piante si vanno a creare delle simbiosi molto strette con spore e funghi che creano una "patina" attorno alla radice. Creano una vera e propria barriera filtrante che da un lato difende la pianta da attacchi di altri microrganismi e funghi che la farebbero ammalare e, dall'altra attira nel terreno le sostanze in surplus della pianta.
Infatti durante i periodi più soleggiati la quantità di nutrienti e sostanze che la pianta riescie a sintetizzare vengono rilasciati nel terreno, poichè per la pianta sono troppi, e conservati qui per periodi più difficili.

Quando noi andiamo a rimettere la stessa pianta in quello stesso punto, il terreno sarà ricco delle sostanze in eccesso adatte proprio a quella pianta ed anche le tipologie di microrganismi e funghi saranno quelli adatti a quel tipo di pianta: è un terreno pronto e adatto proprio per quella pianta! Non si deve ricreare nulla! Per cui il secondo raccolto e poi il terzo trovaranno più facile il crescere rigogliose e senza malattie!

Un'altro concetto è il non portare via nulla dal campo (gli scarti ovviamente!) ma lasciarli sparsi nel terreno in modo che fungano da una parte da pacciamatura naturale e da umus per il terreno. Il metodo usato da Manenti è quello di fare delle file distanziate di una 20ina di cm, in cui si gettano tutti gli avanzi. Che vengono "triturati" e compressi dal passaggio delle persone e dei mezzi. Mentre il terreno delle file dove si coltiva deve essere sempre bello morbido e arieggiato (ovvero MAI andarci sopra). Pian piano questo umus penetra nel terreno e viene intercettato dalle radici senza andare a modificare PH o altro del terreno (al contrario di ciò che fa il letame).

Fonte: http://energierinnovabili.forumcommunity.net

 


 

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