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La cicoria… Una pianta selvatica che spesso si trova sotto forma di numerose varietà. Non tutti sanno che le sue proprietà benefiche sono davvero importanti sia per la salute del fegato che quella dei reni. La cicoria selvatica è una particolare erba che spunta nei luoghi erbosi ed incolti. Preferisce terreni argillosi o calcarei. E’ ampiamente diffusa lungo i bordi delle strade di campagna, o nei prati e in terreni incolti. La cicoria è molto facile da incontrare, l’unica cosa è saperla riconoscere distinguendola dalle altre. La sua caratteristica è quella di essere leggermente è amara, ma molto ricca di vitamine, di minerali e principi attivi.

 

 

Esiste anche la Cicoria Dolce, ma essa è frutto di coltivazione e non presenta le stesse proprietà benefiche.



BENEFICI AL FEGATO:
la radice di cicoria fornisce supporto funzionale al fegato e stimola l’attività di pancreas . La radice della cicoria ha un ruolo efficace per arrestare lo stress ossidativo e danno epatico in alcune situazioni. Questo è quanto si legge in uno studio fatto dal Dipartimento di Zoologia presso l’Università Mansoura in Egitto.

BENEFICI AI RENI E NON SOLO:
la cicoria, inoltre, favorisce il funzionamento della cistifellea e dei reni. Favorisce e stimola la digestione, aiutando a purificare l’intestino dalle sostanze nocive eliminando anche possibili attacchi fungini. Gli impacchi fatti con il decotto di cicoria aiutano a lenire le irritazioni cutanee, incluso l’acne! La cicoria è un potente ANTIOSSIDANTE ed un diuretico naturale. Questa particolare erba è ricca polifenoli ed il suo effetto protettivo sul sistema cardiovascolare è ampiamente risaputo. Combatte in modo efficace il meteorismo, la stitichezza e il colon irritabile. Essa contiene vitamina C, vitamina B, e le vitamine P e K.

USI FARMACEUTICI E BENEFICI.
Proprietà curative:
in generale la cicoria stimola le funzioni, tramite depurazione e disintossicazione, dell’intestino, del fegato e dei reni grazie alle sostanze presenti nelle radici che hanno tra l’altro proprietà digestive, ipoglicemizzanti, lassative (ha proprietà purgative), colagoge (facilita la secrezione biliare verso l’intestino) e cardiotonica (regola la frequenza cardiaca). Dai fiori si possono estrarre dei liquidi utili per curare alcuni tipi di oftalmie. La polpa della radice può essere utile per alcune infiammazioni (proprietà antiflogistica).
Parti usate:
per scopi medicinali si raccoglie la radice durante tutta l’estate e le foglie prima della fioritura.
Modalità d’uso:
in genere si usano dei decotti oppure si formano degli sciroppi; dalle foglie macerate opportunamente si può ottenere una crema rinfrescante per il viso (combatte gli arrossamenti).

CONTROINDICAZIONI:
sembra (secondo voci tradizionali) che l’uso prolungato della cicoria riduca la funzione della retina. Ma bisogna anche dire che la moderna letteratura scientifica contiene poca o nessuna prova a sostegno o a confutazione di una simile affermazione.

UTILIZZI IN CUCINA:
in cucina l’utilizzo più frequente è quello delle foglie nelle insalate (fresche o cotte). Se si fa un uso costante delle foglie fresche si ottengono anche i benefici medicamentosi descritti sopra. Per evitare l’eccessivo gusto amaro le foglie vanno raccolte prima della fioritura o va eliminata la parte più interna. La radice della pianta se tostata diventa un ottimo succedaneo del caffè (pratica proposta a quanto pare nel 1600 dal medico e botanico veneto Prospero Alpini; inizialmente però come scopo terapeutico), utilizzo attivato soprattutto in tempi di guerra quando le importazioni del caffè subivano rallentamenti come ad esempio durante il periodo napoleonico in Europa, oppure per altri motivi in India, o ancora nella Germania Orientale del 1976 durante la “crisi del caffè”. La radice inoltre, se bollita, rappresenta una buona alternativa alimentare per il diabetico(l’inulina viene sopportata meglio dell’amido). Anche se oggi questo alimento è messo in secondo piano, non dimentichiamoci che in passato era molto più utilizzato come ad esempio “pane e cicoria ripassata”. È grazie al popolo romano che, tra tutte le erbe spontanee, la cicoria è quella che maggiormente viene ricordata anche da chi in campagna non ci va mai. Anticamente esisteva il personaggio del “cicoriaro” che come mestiere raccoglieva nei campi questa pianta e poi la rivendeva nei mercati rionali. Attualmente la maggioranza dei piatti preparati con la cicoria rientrano nella categoria dei “piatti tipici regionali”, mentre in Puglia si aggiunge al purè di fave.

Fonte e riferimenti terzi: http://terrarealtime.blogspot.it

 


 

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