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”L’uomo che sussurra alle vigne” è un libro molto, molto particolare: è la storia autobiografica di Carlo Cignozzi, ex avvocato che dal 2006 ha iniziato una esperienza entusiasmante. Proprietario di un appezzamento agricolo in Toscana, un bel giorno ha deciso di impiantarvi un vigneto dove l’uva cresce al suono della musica classica, in particolare quella di Mozart. L’idea gli era venuta dopo che aveva appreso degli esperimenti che provavano la sensibilità delle piante alle vibrazioni acustiche.

 

 

D’accordo con gli esperti delle Università di Pisa e Firenze, Cignozzi ha quindi collocato nel suo vigneto quattrodici casse acustiche speciali, che gli sono state donate apposta da una notissima casa costruttrice di casse acustiche iper professionali. I risultati, monitorati dalle due Università, sono veramente stupefacenti: le piante di Sangiovese coltivate con le note di Vivaldi e Mozart sono cresciute il 50 per cento in più del normale, sono maturate in anticipo e non hanno sofferto di attacchi da parte di fastidiosi parassiti.

 

 

Nel blog di Beppe Grillo leggiamo che Federico Ricci, agronomo ed enologo dell’azienda “Paradiso di Frassina” di Cignozzi, tiene a precisare che “Noi che siamo una azienda biologica possiamo ridurre di più del 50% le dosi di rame e di zolfo che diamo in vigna per i trattamenti, e la pianta comunque è stimolata anche a lavorare di più e quindi a produrre di più, e ad anticipare l’epoca di maturazione, che è molto importante, perché così andiamo a vendemmiare in periodi più tranquilli, senza il rischio di piogge, di muffe, di umidità. Queste sono due effetti molto molto importanti, perché ridurre la quantità di Rame e di Zolfo in Vigna vuole dire anche avere un terreno più sano, falde acquifere più sane, ma anche poi un grappolo e un vino più sano, questo è inevitabile”. Già nel 1950 T. H. Singh, direttore del Dipartimento di Botanica dell’Università indiana di Annamalai, creò un laboratorio scientifico in cui sottoponeva diverse specie vegetali a differenti stimoli musicali. La curiosità scientifica subì però un’impensabile accelerazione dopo le scoperte casuali del famosissimo Cleve Backster, che che nel 1966 ebbe la curiosità di collegare ad una “macchina della verità” (poligrafo) una pianta del suo ufficio per poi sottoporla a varie situazioni, che si registravano come se fossero vere e proprie emozioni umane. Un esempio d’esperimento condotto usando armonie musicali è l’influenza sulla crescita delle piante di pomodoro (Coghlan, 1994). I pomodori esposti a queste melodie per tre minuti al giorno sono cresciuti due volte e mezzo più grossi di quelli non trattati. Un altro esperimento condotto con l’aiuto della musica nella coltivazione fu svolto in Senegal, in una regione affetta da siccità (Sternheimer, 1996). Due situazioni furono confrontate: una senza musica che fu innaffiata due volte al giorno e una esposta alla musica per tre minuti al giorno ma innaffiata solo una. Il raccolto di pomodori risultò essere venti volte maggiore nelle piante sottoposte a musica. Inoltre, gli insetti attaccarono solo le piante non sottoposte alla musica. In generale, le piante iniziano a produrre una proteina speciale quando manca la quantità sufficiente d’acqua per renderle resistenti ai periodi di siccità. Questo meccanismo è stato ottenuto durante il processo evolutivo per sopravvivere anche in situazioni climatiche critiche. Una delle proteine conosciute che aumentano la resistenza alla mancanza d’acqua, è la TAS14 dei pomodori. L’esposizione alla musica ha permesso di aumentare la sintesi di questa proteina, capace di incrementare la resistenza alla mancanza d’acqua e di migliorare la crescita della pianta e dei suoi frutti. Molti ricercatori hanno determinato che l’intervallo delle frequenze attorno a 5.000 Hz era particolarmente efficace nello stimolare la crescita delle piante. Dalla collaborazione tra un orticoltore di nome Dan Carlson, e un docente di musica di nome Michael Holtz, è nata una cassetta audio con una combinazione di frequenze centrate attorno alla frequenza di 5.000 Hz, questa musica è stata usata per indurre dei livelli di crescita da record nelle viti della specie “Purple Passion” (Tompkins & Bird, 1989).

 

 

In alcuni degli esperimenti sono state notate delle particolarità assolutamente eccezionali. Una di queste sembrerebbe indicare che le piante non sono solo sensibili alle frequenze, ma anche al contesto ambientale nel quale esse si producono. Ecco quindi che le frequenze sonore presenti in natura come il canto degli uccelli sono assolutamente significative per la stimolazione della crescita delle piante (Weinberger & al., 1972). E’ forse questa la dimostrazione di una “sinergia” tra mondo vegetale ed animale? Inoltre, si è notato che la riproduzione di specifiche frequenze permette di evitare l’attacco di virus alla pianta, dato che riescono ad inibire gli enzimi richiesti per la loro sopravvivenza. In un altro esperimento svolto da Byers che consisteva nel porre dei semi in due locali separati e illuminati per 12 ore al giorno, si è compreso che tra tutte le frequenze, quelle molto alte, nella banda degli ultrasuoni intorno ai 50mila Hz hanno effetti più evidenti. Il risultato fu che i semi che ricevevano il trattamento a ultrasuoni crescevano più rapidamente e dopo 28 giorni erano cresciute in media dell’87% più alte delle piante di controllo. Le prove ottenute sembrano supportare la teoria che il suono, in particolare ad alte frequenze come quelle degli ultrasuoni, agisca da catalizzatore attivando la produzione dell’ormone auxina (Byers, 1984). L’eccezionalità del risultato non riguarda però solo il notevole sviluppo indotto nelle piante. Ricordo infatti che gli ultrasuoni, nelle frequenze dai 30mila Hz ai 60mila, hanno la capacità di allontanare un gran numero di animali, potenzialmente nocivi alle piante (da certi insetti, ai topi, alle talpe ecc). Ma come può la musica influenzare la crescita delle piante? Gli scienziati hanno tentato di rispondere a questa domanda proponendo alcune teorie. Una teoria molto seguita è che delle frequenze sonore possano attivare dei geni nelle cellule, e influenzare così il fattore di crescita cellulare. E’ stato anche osservato che le frequenze sonore provocano un fenomeno di risonanza negli oggetti. possono cioè aiutare attraverso delle microcorrenti all’interno delle cellule lo spostamento di molecole, ad esempio per i processi di diffusione, e di proteine (Van Doorne, 2000). Un’altra spiegazione che si avvicina alla precedente è che il suono interagisca attraverso il fenomeno chiamato “scale resonance”. La sua spiegazione è stata scoperta dal fisico quantistico Joel Sternheimer ed è stata patentata come “Metodo per la regolazione epigenetica della biosintesi delle proteine attraverso la risonanza di scala” (Sternheimer, 1993). Il metodo consiste nel determinare le note musicali associate ad una sequenza di una catena di aminoacidi. La lunghezza delle note corrisponde al tempo impiegato da due amminoacidi nel transitare sul ribosoma. La scoperta parte dal fatto che l’amminoacido emette un segnale di natura quantica ad una specifica frequenza, emessa quando l’amminoacido si attacca alla catena della proteina. Questo segnale è convertito dall’autore in una nota musicale udibile, in modo che, riproducendo la melodia di una proteina, la sua sintesi possa venir inibita o aumentata.

 

 

Questa spiegazione scientifica spiegherebbe quindi, almeno in parte, perchè alcuni ricercatori siano riusciti a mettre a punto dei congegni elettronici capaci di tradurre le reazioni delle piante agli stimoli ambientali in segnali audio armonici, esperienza che fino a pochi anni fa è stata derisa, e relegata alle fantasie NewAge dalla maggior parte degli studiosi tradizionalisti. A questo punto, sembrerebbe logico supporre che se le vibrazioni acustiche hanno così grande importanza per il regno vegetale, che costituisce l’87% della materia vivente nel pianeta, sicuramente hanno una enorme influenza anche sugli animali, e sull’essere umano in particolare. E’ proprio così, moltissimi ricercatori hanno indagato su questo campo così affascinante, e peraltro ancora misterioso; e ne parleremo abbondantemente in un prossimo articolo…

Lorenzo Guaia

Fonte ed altri riferimenti:
http://www.eticamente.net

 

 

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