. . .

“C’è un limite a tutto. E con l’Ucraina, i nostri partner occidentali hanno passato il limite“, fu la dichiarazione del Presidente Vladimir Putin del 18 marzo 2014, rivolgendosi a un’assemblea speciale del Parlamento russo prima che l’adesione della Crimea alla Russia venisse decretata. E’ probabile che sia la linea più conseguente nella storia della Russia di questo secolo, e del resto del mondo anche perché ha segnato la fine di mezzo secolo di convivenza pacifica tra Mosca, Berlino, Londra e Washington nel quarto di secolo del dopo-guerra fredda. Cioè, raggiunto il limite, la linea passata segna l’inizio dello stato di guerra reale.

 

 

Poiché si celebra quest’anno la vittoria sulla Germania e la fine della guerra in Europa è passata, è il momento di ricordare come fu ottenuta questa vittoria. Il giro del Maresciallo Georgij Zhukov sul cavallo bianco è il simbolo da festeggiare, ma non la risposta alla domanda. Zhukov si era appassionato al culto della personalità come Stalin. Guardate . La guerra iniziata due anni fa può essere condotta con la tenacia di Zhukov e certe sue tattiche, ma il comando è passato non a Zhukov o Stalin, ma allo Stavka. Se non sapete cos’era, ed è, ora è il momento giusto per chiederlo. Ma la risposta è un segreto. La guerra dello Stavka sarà una sorpresa. La prima sorpresa è che non ci saranno annunci su strategia, operazioni, obiettivi o concetti operativi dei russi. Il concetto più spesso associato dal pensiero militare occidentale a Zhukov, e a Stalin, è che la miglior difesa è sempre l’attacco. Stalin disse nel suo discorso alla laurea dell’accademia dello Stato Maggiore dell’Armata Rossa del 5 maggio 1941: “La politica di pace è una buona cosa. La conduciamo fino ad oggi… Seguendo la linea (basata) sulla difesa. E ora… Quando siamo più forti, è necessario passare dalla difesa all’attacco. Per difendere il nostro Paese dobbiamo agire offensivamente. Dalla difesa passiamo alla dottrina militare delle azioni offensive… L’Armata Rossa è un esercito moderno, e l’esercito moderno è un esercito offensivo”. Affinché l’offensiva abbia successo, l’intelligence su prontezza e vulnerabilità del nemico deve essere buona. La contro-intelligence, l’occultamento dei preparativi, l’inganno, la maskirovka vanno anche considerati. Il fatto ovvio e catastrofico è che, nel momento stesso in cui Stalin proponeva l’attacco a sorpresa, era in contraddizione con la propria dottrina respingendo le conclusioni dei servizi segreti (tra cui l’intelligence militare (GRU)) secondo cui la Germania stava per attaccare, rifiutandosi di attuare i piani proposti dai generali per contrastare l’attacco tedesco con un attacco preventivo. Sei settimane dopo il discorso sull’offensiva, la mattina del 22 giugno 1941, Stalin fu svegliato dall’Operazione Barbarossa, l’invasione di Hitler.



Operazione Barbarossa.
Quando Putin annunciò che “tutto ha un limite” e “i nostri partner occidentali hanno passato il limite”, riconosceva di aver subito la sveglia della sua Barbarossa. Per quanto è pubblicamente noto, nessuno del GRU, del Servizio d’intelligence estero (SVR), del Ministero della Difesa o dello Stato Maggiore fu accusato, punito, reso un capro espiatorio o ucciso per il fallimento russo nell’anticipare, scoraggiare o neutralizzare il putsch degli Stati Uniti contro il governo di Kiev del 21-22 febbraio 2014. La mossa in Crimea, seguiva la classica difesa all’offesa e la rapida efficacia fu una sorpresa strategica. Tre anni prima, nel marzo 2011, l’allora Presidente Dmitrij Medvedev ebbe la sua Barbarossa. Ciò avvenne dopo aver ordinato al rappresentante russo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite d’accettare la no-fly zone sulla Libia, avviando la guerra di Stati Uniti e NATO contro la Libia, l’assassinio di Muammar Gheddafi e il movimento di forze armate e popolazioni ad est, ovest, sud e nord tra Malta e Italia. Si confrontino la dichiarazione di Putin sul ‘limite oltrepassato’ con le osservazioni di Medvedev: “Purtroppo, vediamo dagli sviluppi attuali che la vera azione militare è iniziata. Ciò non doveva essere permesso… La Russia non ha usato il suo potere di veto per il semplice motivo che non considero la risoluzione sbagliata. Inoltre, credo che nel complesso la risoluzione rifletta la nostra comprensione degli eventi in Libia, ma non completamente. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di non usare il nostro potere di veto. Questa, ci rendiamo conto, è stata una decisione qualificata a non porre il veto alla risoluzione, e le conseguenze della decisione erano evidenti. Sarebbe sbagliato iniziare a ribattere ora e dire che non sapevamo ciò che facevamo. Fu una decisione consapevole da parte nostra. Queste erano le istruzioni che diedi al Ministero degli Esteri, e furono attuate“. Fonte . Medvedev avrebbe potuto dire che la Libia non aveva quasi alcun valore per la difesa della Russia. Non lo fece. Avrebbe potuto dire che la Russia si opponeva all’intervento straniero negli affari interni degli Stati. Invece, dichiarò l’operazione Kibbitzer, la Russia guardava le altre potenze attuare con le loro forze un cambio di regime, consigliando: “qualsiasi uso della forza deve essere proporzionato agli eventi“. Studiando le carte di Zhukov, biografie, archivi sovietici aperti e i dibattiti degli storici di oggi, manca ancora qualcosa. Si sa molto di ciò che disse Zhukov e ottenne, secondo le mappe delle ricostruzioni delle battaglie, dai diari personali e documenti ufficiali. Vi è anche la testimonianza delle figlie, dell’autista, di generali e politici rivali e gelosi. Ancora, assente da tutto questo è il modo con cui Zhukov radunò l’apprezzamento della situazione, ciò che fece dell’intelligence e come organizzò le operazioni, come decise, cambiò o rifletté retrospettivamente. In breve, non sappiamo come Zhukov pensava, ma solo ciò che voleva che pensassimo pensasse. La biografia più recente, per esempio, la migliore in inglese di Geoffrey Roberts: "Il Generale di Stalin: vita di Georgij Zhukov" non menziona una sola fonte o ufficiale dell’intelligence da cui Zhukov ammettesse dipendessero le sue informazioni operative. In precedenza, nell’opera di Harold Shukman: "I Generali di Stalin" solo uno dei 26 profili è quello di un ufficiale dell”intelligence militare, il Generale Filip Golikov (capo del GRU nel 1940-1942). Zhukov l’accusò di mendacia, durante e dopo la guerra. L’intelligence permette anticipazioni e sorprese, mancanza o incapacità di comprenderla provoca sorpresa. Roberts ha avuto accesso agli archivi militari russi di Zhukov. Stranamente, non cercò le valutazioni opposte, degli archivi militari tedeschi. Secondo questo ufficiale della NATO, che scrive sotto anonimato per proteggersi la pensione, non c’è nulla di romanzesco su Zhukov. La sorpresa “è l’essenza del ‘modo russo di fare la guerra’. Conoscere e comprendere il nemico per tendergli delle sorprese. L’abbiamo appena visto in Siria, e del resto, più e più volte nella crisi ucraina dove nulla va secondo Nuland e soci, come in Ossezia nel 2008“. Per ulteriori esempi dello stesso autore militare sul motivo per cui le tattiche russe di solito sconfiggono le manovre di guerra della NATO, leggasi qui . Così Zhukov aveva i suoi predecessori. Inoltre, ha anche aspiranti successori. Ciò che si sa del comando, del collettivo noto come Stavka, è che nacque nel 19° secolo, quando nella tenda da campo (come in origine significava il termine russo) vi era il generale, i suoi comandanti di unità principali ed i consiglieri dello Stato Maggiore. Durante la seconda guerra mondiale, lo Stavka raggruppava i 10-20 uomini di cui Stalin si fidava più. Fu la sede ultima di intelligence, valutazioni di situazione, decisioni strategiche, ordini di operazioni, coordinamento di forze, fronti ed armate. Gli agenti inviati dallo Stavka per supervisionare ciascuna delle direttive di guerra erano marescialli, in modo che s’imponessero sui comandanti al fronte. Questo è l’organigramma di quei giorni:

 

Fonte: Geoffrey Roberts, Il Generale di Stalin: Vita di Georgij Zhukov (2013), pagina 109.



Ufficialmente, oggi lo Stavka non esiste. Il Consiglio di Sicurezza, che si riunisce ogni settimana con il Ministro della Difesa presente, ma senza ufficiali, non è lo Stavka. Se il comando a sorpresa è la strategia, impiegarne le forze disponibili può essere molto costoso. Un modo per mantenere la sorpresa, ma riducendo i costi è far capire al nemico che vi sono le linee rosse, e se minaccia di attraversarle, sarà attaccato senza ulteriore preavviso. Un paio di giorni dopo il discorso di Putin sulla Crimea, un’analisi elegante delle linee rosse russe fu pubblicata da Evgenij Krutikov, capo-redattore di Versija, editorialista di Vzglyad ed ex ufficiale. Sulla mappa, Krutikov identificava le continue linee rosse dell’approccio di NATO e Stati Uniti in Georgia, Ucraina, Finlandia e Svezia. Inoltre, linee rosse tratteggiate: “Le azioni nemiche di Lituania e Polonia verso la regione di Kaliningrad e la navigazione nel Baltico saranno ancora circostanze assolutamente inaccettabili“. Nell’Artico, Krutikov riferiva, “la recente attivazione delle controversie sull’accesso al territorio artico è legata generalmente all’andamento delle scorte energetiche sul fondale (continentale) ed anche alle prospettive commerciali della Rotta del Nord con il riscaldamento globale. Da qui anche l’illegalità di Greenpeace e le dichiarazioni inaspettatamente dure dall’eternamente assonnato Canada; rianimazione delle organizzazioni tipo Bellona e gite ecologiche a Murmansk dei capi dell’ambasciata statunitense a Mosca; in precedenza osservatori del cessate il fuoco in Afghanistan… Lo spazio dell’Oceano Artico, in particolare la parte sub-glaciale, è considerato nei piani militari strategici di Stati Uniti e NATO quasi ideale per le basi disponibili per il lancio del primo colpo, sia nucleare e con armi ad alta precisione, sia strategiche non nucleari“. Krutikov lo scriveva nel marzo 2014. Nei due anni successivi, la Siria, evento collaterale nella sua valutazione di allora, è ormai un fronte bellico che attraversa il confine con la Turchia includendo le operazioni turche sotto la NATO da basi come Incirlik. A tempo debito sarà chiaro se Stati Uniti e Turchia tentano di creare una base della NATO nel nord di Cipro, divenendo un prolungamento del fronte. Come sono cambiate le linee rosse? “Le linee marcate nel 2014 non sono scomparse“, risponde Krutikov. “C’è un rafforzamento non autorizzato della NATO nei Paesi baltici, sì. Vi è un certo progresso, invio di missili a lungo raggio e sistemi di difesa aerea. Ma è ovvio che sia una situazione non collegata alla Siria. Se vi è un tentativo di piazzare certe nuove armi che raggiungano la regione russa, sarà anche un cambio dei rapporti di forza in Europa. Tali linee non cambiano se un accordo viene raggiunto in Siria. Queste cose sono stabili. Ma finora alcuna nuova linea rossa è apparsa in Siria, grazie a Dio“. Vi sono un paio di linee guida di Zhukov per gli aspiranti strateghi russi. Una riguarda la vanità su cui Zhukov era incline, come lo furono alcuni successori post-sovietici al comando. Non aspettatevi di mantenere la vostra reputazione intatta, tra i vostri contemporanei o il pubblico, se tentate di fare il bottino che Zhukov fece in Germania: 70 gioielli in oro, 740 articoli di argenteria, 50 tappeti, 60 quadri, 3.700 metri di seta, 320 pellicce, oggetti d’antiquariato stranieri e 20 fucili da caccia inglesi e tedeschi. Posto sotto inchiesta da una commissione del partito, Zhukov affermò di aver comprato il bottino con i propri soldi, o che gli fu donato come trofeo di guerra. Nessuno gli credette. La seconda è che lo Stavka è un collettivo i cui membri devono rimanere anonimi, evitando di cavalcare cavalli bianchi in pubblico. Stalin, secondo una lamentela presentata dal figlio scontento Vasilij, previde di cavalcare uno stallone nella parata del 1945, ma cadde durante una prova sul campo di Khodinka. In sella Putin è più stabile. Krutikov propone questa conclusione: “le linee rosse si moltiplicano, eppure nessuno le formula in modo chiaro, tanto più che nessuno le attraversa. Naturalmente, vi è la Siria, ma nella situazione siriana dell’ultimo anno, in questi mesi, quando vi era l’operazione militare russa, le linee rosse cambiavano ogni giorno. In realtà, non esiste un sistema fisso. Va capito dove le linee rosse possono dipendere da umore ed emozioni. C’era il momento in cui la figura di Bashar al-Assad stessa era una sorta di linea rossa, ‘deve andarsene’ fu la posizione obbligatoria che occidente e Stati Uniti non potevano abbandonare. Ora, a quanto pare, possono soffrire molto Assad. Lo stesso vale per l’uso della forza. Come l’abbattimento del Su-24 russo da parte turca. E’ una linea rossa di per sé, un evento straordinario, al termine del quale certi individui devono assumersene la responsabilità. Ma ancora niente guerra globale. Le perdite militari russe possono essere considerate una linea rossa, ma tali processi sono costantemente in movimento, con le parti che cambiano sempre posizione. Forse è un bene che nessuno abbia deciso di tracciare linee rosse in tale e tal’altro posto, o dichiarato che nessuno deve attraversarle. Forse questo è un bene“. Se lo è, è un segreto militare.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: https://aurorasito.wordpress.com

 


 

Segnala questa pagina web in rete.

 

Disclaimer: questo sito ("Ogigia, l'isola incantata dei navigatori del web") NON rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità su vari argomenti, tra cui Linux, geopolitica, metodi di auto-costruzione di risorse, elettronica, segreti, informatica ed altri campi. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07/03/2001. Il Webmaster inoltre dichiara di NON essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Ogni informazione circa la salute o l'alimentazione sono solo a carattere informativo, e NON siamo responsabili di qualsiasi conseguenza negativa se qualcuno vuole improvvisarsi medico oppure dietologo; si consiglia sempre di rivolgersi a medici ed esperti qualificati. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze NON sono da attribuirsi al Webmaster, che provvederà alla loro cancellazione una volta venuto a conoscenza di un ipotetico problema. Eventuali ritardi nella cancellazione di quanto sgradito non sono imputabili a nessuno. Si declina ogni responsabilità sull'utilizzo da parte di terzi delle informazioni qui riportate. Le immagini pubblicate su questo sito, salvo diversa indicazione, sono state reperite su Internet, principalmente tramite ricerca libera con vari motori. In ogni caso si precisa che se qualcuno (potendo vantare diritti su immagini qui pubblicate, oppure su contenuti ed articoli, o per violazioni involontarie di copyright) avesse qualcosa da rimproverare o lamentare può scriverci attraverso la sezione per i contatti .