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E’ un autunno impegnato nel mondo dei laser militari. A settembre la Boeing ha presentato il suo automezzo da 10 kilowatt High Energy Laser Mobile Demonstrator, in grado di mettere fuori combattimento droni e persino missili. A novembre, il comandante della Quinta Flotta della Marina degli Stati Uniti, viceammiraglio John Miller, ha confermato il ricevimento del primo laser da combattimento e l’installazione sulla nave d’assalto anfibio USS Ponce. La Cina ha anche annunciato lo sviluppo di un laser in grado di abbattere piccoli bersagli aerei. E mentre poco è stato rivelato, la Russia non ha lasciato inattivo il suo programma per sviluppare laser.

 

 

Allo stadio attuale la tecnologia dei missili è ancora di gran lunga superiore alle armi laser esistenti. Ma il tentativo di sfruttare l’energia laser riguarda il costo del singolo colpo. Tutta la tecnologia missilistica è costosa, quando viene utilizzata su lunghe distanze richiede altri sistemi di navigazione, grandi quantità di carburante e altri elementi che fanno salire il costo del singolo colpo. L’attrazione dei laser rimane per il semplice rapporto costo-efficacia: un colpo costa quanto l’energia consumatavi. Ciò fu anche il principio guida quando l’Unione Sovietica avviò il programma laser negli anni ’60, presso il centro top-secret di ricerca scientifica e produzione “Astrofisika“. Nominatovi a capo nel 1978 fu il fisico Nikolaj Ustinov, figlio del potente Ministro della Difesa sovietico Dmitrij Ustinov.

 

 

Stiletto.
Ma la tecnologia all’epoca non consentiva la costruzione di laser mobili abbastanza potenti da distruggere un bersaglio. Così, i ricercatori invece si concentrarono sull' ”accecamento’ di elicotteri carri armati, semoventi o sensori dei loro sistemi di puntamento ottico. Una volta neutralizzati, il veicolo o l’aereo diventano facile preda. Dai sistemi di guida laser sono stati sviluppati i sistemi laser antimissile. Il SLK 1K11 Stiletto utilizza un radar per rilevare il bersaglio che traccia con il laser per rilevare eventuali superfici riflettenti, che poi colpisce con un forte impulso laser. Il sistema è dotato di un alimentatore mobile montato sul telaio di un veicolo cingolato. Lo Stiletto fu consegnato all’Armata Rossa nel 1982, ma è ancora classificato come sperimentale. Mentre solo due unità furono prodotte, è formalmente ancora in servizio nell’esercito russo.

 

 

Sanguigno.
L’anno dopo che lo Stiletto entrava in servizio, Astrofisika iniziò a lavorare su un dispositivo più avanzato, originariamente concepito per la difesa aerea, equivalente laser del sistema antiaereo semovente Shilka. A differenza di Stiletto, Sanguigno era una variante moderna che evitava specchi ingombranti e poteva sparare in verticale. Un cannone laser montato sulla piattaforma Shilka poteva disabilitare il sistema ottico di un elicottero a una distanza di 6 miglia, e distruggerlo a 5 miglia.

 

 

Szhatie.
Ma l’apice della ricerca sui laser dei fisici sovietici fu il projekt 1K17 Szhatie (compressione), entrato in servizio nel 1992. Mentre il similare Buratino (Pinocchio) è un sistema lanciarazzi e lanciafiamme pesante, le 12 canne del Szhatie non contengono razzi ma laser. Ognuno ha propri banda di frequenza e sistema di guida, impermeabili ai sistemi di filtraggio nemici. L’arma comprende un laser a stato solido con luci fluorescenti energizzanti, simili a quelle del sistema di sminamento telecomandato statunitense ZEUS. Per via del potente generatore e della potenza del sistema, Szhatie è montato sul telaio del semovente pesante Msta-S. Il sistema è ancora classificato e non ci sono dati su caratteristiche come gittata, rateo o numero di bersagli ingaggiati contemporaneamente. La sua gamma si presume non inferiore a Sanguigno, quindi il doppio della gittata effettiva di un carro armato moderno. Sebbene impressionante sulla carta, affronta per contro lo svantaggio principale del laser: la necessità di una chiara linea visiva per colpire il bersaglio. Il tiro a bruciapelo in condizioni di combattimento è ostacolato anche dai rilievi del terreno, rendendo tali sistemi in gran parte inutilizzabili. Ma come evidenziato dalle attività di Stati Uniti e Cina, l’uso dei laser contro missili, elicotteri e droni (laddove l’uso dei missili convenzionali sia proibitivo) è un forte incentivo ad ulteriori sviluppi.

 

 

Dal.
Il crollo dell’Unione Sovietica frenò lo sviluppo scientifico e tecnologico in Russia per diversi anni. Molti oggetti finirono nelle mostre, tra cui le unità costruite da Astrofisika, ed esemplari ancora appaiono in modo imprevisto. Mentre il primo Stiletto costruito probabilmente ebbe un certo uso, il secondo, senza puntatore laser, è stato trovato da appassionati in una fabbrica nella città ucraina di Kharkov, nel 2010. Il destino di Sanguigno e Aquilone non è noto, ma almeno un sistema Szhatie appare al pubblico nel museo di Ivanovskoe, vicino Mosca. Un progetto di Astrofisika comunque è in servizio. Il sistema di rilevamento e monitoraggio chimico KDHR-1H Dal utilizza un laser per individuare le fonti di contaminazione, scansionando 45 chilometri quadrati in 60 secondi. Dopo aver rilevato la nube tossica, Dal ne calcola coordinate e dimensioni. Il tempo di funzionamento del sistema automatico, senza rifornimento, è di 130 ore, o tre ore dopo un monitoraggio di 500 km. Unico esemplare quando fu adottato nel 1988, ancora resta in servizio nell’esercito russo.

 

Fonte: https://aurorasito.wordpress.com

 

 

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