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Gli ultimi anni hanno visto nascere una consolidata sinergia fra due grandi potenze: la Cina e la Russia. I due Stati si trovano spesso a condividere importanti strategica in alcuni fronti caldi della politica mondiale e, in particolare, nell’opposizione alle mosse degli Stati Uniti d’America. Detto questo, va anche detto che Mosca e Pechino, pur condividendo una partnership solida e ormai consolidata, non devono essere considerata sempre e comunque potenze che condividono anche una visione strategica sul mondo e, in particolare, sul continente asiatico. Perché proprio in quanto superpotenze asiatiche (la Russia possiede due terzi del proprio territorio in Asia e i suoi interessi in Oriente stanno aumentando enormemente), Cina e Russia hanno molte aree su cui vogliono espandere la propria influenza, anche a discapito dell’altra. E questo è un dato che non va mai sottovalutato nel leggere la realtà che ci circonda.

Come ricordato da Claudia Astarita per Rivista Marittima, “se è vero che é Russia né Cina si fidano di Europa o Stati Uniti e solo per questa ragione dovrebbero andare d’accordo e sostenersi a vicenda, è anche vero che i due colossi asiatici non si sono mai fidati nemmeno l’uno dell’altro”. E questo discorso vale ancora oggi per ciò che riguarda alcune aree dove si scontrano due visioni totalmente diverse e divergenti delle rispettive strategie, come per esempio l’Asia centrale. Il discorso di Xi Jinping ad Astana nel 2013 fu in un certo senso uno spartiacque, che dimostrava prima un approccio cinese non alternativo alla Russia. Negli anni, le cose stanno cambiando ed è ben visibile l’espansione dell’influenza cinese in quell’area che un tempo apparteneva alla sfera d’influenza sovietica, proprio a discapito della geopolitica russa.

L’Afghanistan, in questo senso, può essere un esmepio calzante. La caduta dell’Unione sovietica sono in molti a farla coincidere con la guerra afghana, ma dimostrò comunque la necessità per Mosca di controllare quell’area strategica. Poi è arrivata la caduta dell’Urss, la guerra contro il terrorismo islamico degli Stati Uniti e della Nato e infine, adesso, con un Paese lacerato dai conflitto e scosso da profonde divisioni fra governo, talebani e islamisti, si incunea l’influenza cinese. Gli interessi di Pechino nel Paese stanno aumentando, sia dal punto di vista economico che politico. E stanno nascendo anche le prime partnership in campo militare, con la base costruita dai cinesi nella regione afghana del Badakhshantra, tra Cina e Tagikistan.

In questo percorso di ascesa della Cina in Asia centrale, è evidente che la Nuova Via della Seta rappresenta il pilastro fondamentale. La Cina per raggiungere l’Europa, deve necessariamente far passare il suo “corridoio” in Paesi un tempo sotto l’influenza sovietica e che adesso la Russia rischia di veder scivolare via. Anche Paesi come il Kazakistan, un tempo assolutamente legati a Mosca, hanno iniziato a intraprendere una politica molto più filo-cinese dei decenni precedenti, facendo un po’ scricchiolare la tenuta della geopolitica russa.

Uno scontro fra dragone e orso? Non è detto. Per ora i due Paesi hanno più motivi per essere in sintonia che motivi per dividersi. La Cina ha bisogno del gas e del petrolio siberiano in quantità tali per cui non può permettersi di tessere ottimi rapporti con la Russia. Inoltre, Mosca rappresenta ancora un ottimo alleato in Consiglio di Sicurezza e un prezioso contrappeso alle logiche espansive degli Stati Uniti d’America. Per la Russia, al contrario, la Cina rappresenta non solo di riflesso un alleato all’Onu e contro gli Usa, ma anche un mercato di inestimabile valore e un prezioso partner in termini di investimenti infrastrutturali. Il fatto che le due politiche estere si muovano parallele e che anche dal punto di vista militare vi sia una forte collaborazione sono segnali che sentiremo, ancora per molto, parlare di Cina e Russia come di superpotenze amiche che collaborano su più livelli.

Quello che però va sottolineato è che questa sinergia non è per forza destinata a durare per sempre. Proprio perché due i Paesi sono giganti della politica mondiale, non è detto vivano questo idillio per molti decenni. E la storia, che insegna sempre qualcosa, non deve essere dimenticata. Nel passato remoto, come in quello prossimo, molto spesso i due “imperi” hanno avuto visioni del tutto divergenti. E quando una arretra, l’altra si espande, in un gioco a fisarmonica che è visibile, a ben guardare, anche oggi. Ovviamente, molto dipenderà da come si comporteranno le altre potenze e i Paesi coinvolti in questo gioco. Gli Stati Uniti si stanno muovendo per inserire i loro partner regionali nelle aree oggetto dell’influenza russa e cinese (vedi India in Afghanistan) e sul fronte Pacifico come in quello europeo, non sembrano intenzionati a cedere di fronte all’avanzata dell’uno o dell’altro avversario. Ma d’altronde, questo è il mondo multipolare. Una grande opportunità, ma anche la fine del mondo diviso in due blocchi Cina e Russia, in futuro, potrebbero non essere nello stesso blocco. Anche se lo mostrano con tempi e modi che nulla hanno a che fare con i metodi dinamici e irruenti dell’Occidente.

 

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it

 


 

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