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Il generale statunitense Philip Breedlove è stato autorizzato a parlare per la prima volta dall’inizio della crisi ucraina. E ha sorpreso tutti coloro che si sono interessati a ciò che ha detto. Breedlove è il comandante supremo della NATO in Europa (SACEUR), ha confermato la disconnessione completa delle truppe ucraine dei loro centri di comando e controllo, attuata con successo dai russi con una nuova generazione di sistemi d’interferenza ed attacco informatico. Un’operazione che neutralizza definitivamente qualsiasi esercito, trasformandolo automaticamente in una sorta di sacco da boxe, e mettendolo in condizione di non poter combattere.

 

 

Finora, solo l’esercito statunitense poté compiere, a questo livello, una tale operazione. A proposito di questa realtà ormai indiscussa da autorità e generali statunitensi, ne avevo accennato in un precedente articolo. Descrissi in dettaglio l’approccio “soft” dell’esercito russo consistente nell’utilizzo massiccio di sistemi C4I, in particolare di sistemi di memoria, microprocessori e apparecchiature per le comunicazioni via satellite. Tutti questi sistemi C4I sono coordinati da server dedicati dalla potenza d’elaborazione di ultima generazione; il tutto protetto da crittografia digitale su tutto lo spettro delle frequenze. Il risultato di questa operazione è che tutti gli schermi dei canali di ricerca e rilevamento di tutte le forze armate ucraine hanno cominciato a giocare, da soli, ad “Age of Empire” indicando un’invasione su larga scala inesistente e creando vulnerabilità letali nell’esercito ucraino. In seguito, l’operazione russa si sarebbe potuta trasformare in una manovra per l’occupazione dell’Ucraina. Putin decise di non sfruttare il vantaggio fornitogli dal C4I per l’occupazione dell’Ucraina. Limitandosi all’annessione della Crimea alla Russia, invia un chiaro messaggio della NATO. Sappiate che le truppe USA attualmente di stanza in Europa e dei loro alleati occidentali non possono affrontarci. Gli Stati Uniti si trovano in una situazione in cui devono prendere una decisione sgradevole: o inviare ulteriori truppe di rinforzo dal Pacifico occidentale all’Europa, lasciando l’iniziativa alla Cina nel teatro d’operazione occidentale del Pacifico, o limitare la portata delle truppe statunitensi di stanza in Europa. Nel secondo caso, l’ombrello NATO coprirà solo una piccola parte degli stati europei. Il fatto che un formidabile professionista come Breedlove non dica nulla nel suo discorso, neanche di sfuggita, sull’intenzione di dispiegare truppe statunitensi in Europa per contrastare i russi è di una gravità assoluta. Si tratta del riconoscimento che la Russia ha ora una forza militare molto ben preparata e pronta in qualsiasi momento ad operazioni ben più importanti di quella per la Crimea, ovunque in Europa. Da ciò la conclusione del generale che suggerisce qualcosa di simile a si salvi chi può. Questo significa che il ridispiegamento e la ristrutturazione dell’attuale sistema della NATO si riduce rigorosamente alla “vecchia Europa”, lasciando mano libera a Putin in quasi tutti i Paesi ex-comunisti dell’Europa dell’Est, tranne Polonia e Paesi baltici. Breedlove ha dimostrato oltre ogni dubbio che la NATO non ha alcuna soluzione o compiuto un’analisi approfondita della situazione per attribuirne la responsabilità.

1. La responsabilità riguarda l’economia russa, che ha potuto fornire ingenti fondi per lo sviluppo dell’industria della Difesa?
2. O la Russia è interessata a stimolare l’intelligenza creativa nella sua intellighenzia tecnica, a differenza dell’Europa orientale, dove veri valori sono gravemente carenti?
3. Se non sono gli Stati Uniti, sono le condizioni imposte ai nuovi Paesi membri della NATO dell’Europa orientale a costringerli a rinunciare alla missione della Difesa nazionale, annullando le tecniche di combattimento dall’elevata complessità che possedevano?
4. Se non sono gli Stati Uniti, potrebbe esserlo l’obbligo dei nuovi Stati membri della NATO dell’Europa orientale a ristrutturare le loro forze armate, per servire esclusivamente da truppe d’occupazione nelle avventure statunitensi in Jugoslavia, Iraq e Afghanistan?

Valentin Vasilescu, pilota ed ex-vicecomandante delle forze militari di Otopeni, laureato in Scienze Militari presso l’Accademia di Studi Militari di Bucarest nel 1992.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: http://aurorasito.wordpress.com

 


 

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