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L’assedio di Sevastopoli, nell’autunno del 1941, segnò una svolta drammatica nella campagna di Russia: a causa del collasso del sistema difensivo sovietico, oltre 100 mila soldati erano rimasti intrappolati nella piazzaforte, circondata dalle truppe naziste. Per qualche tempo si procedette a rifornire gli assediati via mare, ma le pesanti perdite subite dal naviglio di superficie, spinsero il comando della Flotta del Mar Nero, già nell’Aprile del 1942, a impiegare sommergibili per il trasporto di quanto necessario agli assediati, e per l’evacuazione di malati, feriti, e le donne e i bambini rimasti intrappolati dalla fulminea avanzata nazista.

 

 

I più grossi sommergibili in servizio nella marina sovietica, i battelli della classe L (XIII Serie), potevano trasportare solo 95 tonnellate, quelli più piccoli, ovviamente, ancora meno. Ciò nonostante, prima della caduta di Sevastopoli, il 3 Luglio 1942, dopo oltre otto mesi di assedio, la marina sovietica era riuscita a trasportare oltre 4000 tonnellate di rifornimenti e ad evacuare circa 1500 persone.

 

 

Sulla base di questa esperienza, si valutò la costruzione di veri e propri sommergibili da trasporto. Già nel Luglio 1942, i progettisti cominciarono a lavorare al Progetto 607, un battello capace di portare 300 tonnellate di carico, e dotato pure di due gru pieghevoli per facilitare le operazioni di carico e scarico; per l’Aprile successivo, i progetti erano pronti, e si poteva passare alla fase costruttiva, ma il miglioramento della situazione militare, uccise il 607. Il concetto di sottomarino da trasporto, continuò comunque a tenere banco fra gli ammiragli e i progettisti sovietici anche dopo la fine della guerra. Secondo le memorie dell’ammiraglio William H Standley, ambasciatore americano a Mosca nel periodo, una volta Stalin gli chiese: “Perché non costruite dei sottomarini da trasporto? Potrebbero portarci i rifornimenti senza problemi da parte della flotta o degli aerei nazisti”.

 

 

Nel 1948, Цкб-18 (Центрально конструкторское бюро 18, ufficio centrale di progettazione numero 18, ora Pубин, Rubin), sviluppò il Progetto 621, una sorta di LST sommergibile, per condurre raid anfibi dietro le linee nemiche. Si trattava, per i suoi tempi, di un autentico gigante, lungo 147 metri e con con un dislocamento in superficie di 5845 tons, dotato di due ponti veicoli e in grado di trasportare un battaglione di fanteria completo: 750 uomini, 3 jeep, 10 carri T34, 12 autocarri, 12 cannoni da 85 mm e 3 caccia La-5. Mentre uomini e mezzi sarebbero sbarcati da una rampa a prora, gli aerei dovevano essere catapultati dal ponte di coperta. Non è ben chiaro come sarebbero stati recuperati, e, almeno a mio giudizio, il battello appare troppo leggero per quel genere di carico, che, a un rapido calcolo, dovrebbe costituire circa il 25 per cento del suo dislocamento. Цкб-18 preparò anche il progetto per un più piccolo sommergibile, il 626, inteso per operazioni in ambiente artico. Con un dislocamento in superficie di 3480 tons, poteva trasportare 165 uomini e 4 carri T34.

 

 

Non è dato sapere molto altro di più di questi progetti, salvo che, almeno apparentemente, non ebbero mai ulteriore sviluppo.

Fonte: http://avvenimentimilitariestorici.over-blog.it

 


 

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