WASHINGTON – È un mistero che viene dal passato, legato ai tempi della Guerra Fredda. Una società che stava conducendo una mappatura della costa svedese ha trovato il relitto – intatto – di un vecchio sottomarino russo classe Whiskey. I responsabili della compagnia «Marin Matteknik» hanno avvisato il ministero della Difesa che non ha mostrato grande interesse. L’unità – è stata la versione dei portavoce – è affondata mentre era trainata verso un porto dell’allora Urss.
MOSCA-STOCCOLMA - Una spiegazione che non ha convinto alcuni ex ufficiali svedesi: per loro sarebbe interessante indagare sul Whiskey perché potrebbero emergere dati interessanti sulle attività russe negli anni ’80. E alcuni esperti non hanno escluso che il sottomarino possa essere stato affondato dagli svedesi. Nell’81 il cacciatorpediniere Halland ha inseguito un’unità subacquea russa e l’ha bombardata con cariche di profondità. Un episodio che si sarebbe concluso con l’affondamento del "sub" sovietico. Questo spiegherebbe il profilo basso di Stoccolma, desiderosa di evitare un incidente con Mosca. Il ritrovamento del relitto è avvenuto due anni fa ma la società lo ha comunicato ai media solo di recente. Secondo le ricognizioni fatte dal personale della «Marin», lo scafo appare intatto, un particolare che non esclude però possibili danni strutturali interni.
INCURSIONI E SPIONAGGIO - Durante la Guerra Fredda, le coste svedesi sono state teatro di numerose incursioni di unità straniere. I russi, in particolare, hanno impiegato i sottomarini in missioni di spionaggio e sorveglianza, usando anche i minisub delle forze speciali. Intrusioni seguite dalla caccia da parte della Marina svedese. Duelli con manovre evasive, trucchi e provocazioni. Il Cremlino ha sempre negato la violazione delle acque svedesi ma in un caso, diventato celebre, il sottomarino S 363 – sempre classe Whiskey – si è arenato il 27 ottobre 1981 a dieci chilometri dalla grande base di Karlskrona. Un incidente segnato da una forte tensione tra i due Paesi ed uno show di forza. Mosca, infatti, voleva recuperare a tutti costi lo S 363 e Stoccolma era decisa a difendere i propri confini come la sua neutralità. La storia si è chiusa dieci giorni dopo, quando un rimorchiatore svedese ha trainato il sottomarino in acque internazionali dove è stato preso in consegna dalla Marina sovietica.
Guido Olimpio
Fonte: http://www.corriere.it