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Sabato 22 novembre il primo ministro albanese Edi Rama ha accompagnato giornalisti e diplomatici a visitare uno dei più grandi e segreti bunker costruiti sotto il regime di Enver Hoxha, dittatore dell’Albania dal novembre del 1941 all’aprile del 1985. Si tratta di un edificio sotterraneo poco lontano dalla capitale Tirana. Il bunker è costruito su cinque piani e ha in tutto 106 stanze, compresa una sala congressi da più di duecento posti. L’edificio era un rifugio segreto per i vertici dell’Albania di quegli anni, in caso di attacco nucleare. Rama, che ha aperto il bunker in occasione delle cerimonie per il 102° anniversario dell’indipendenza dell’Albania che si celebrerà il prossimo 28 novembre, ha detto che l’edificio diventerà un museo e uno spazio espositivo per artisti.

L’Albania è probabilmente uno dei paesi con la più alta concentrazione di bunker in tutto il mondo. Durante i 50 anni di regime comunista nel paese vennero costruite circa 700 mila fortificazioni, una ogni quattro abitanti e circa 24 per ogni chilometro quadrato. Questo sforzò gigantesco, che impegnò buona parte delle risorse economiche del paese e che fu piuttosto inutile dal punto di vista militare, era dovuto alla paranoia del leader comunista albanese Hoxha, morto nel 1985 dopo aver governato per più di 40 anni, che temeva un’invasione da parte di quasi tutti i suoi vicini: dalla Jugoslavia di Tito ai paesi NATO e persino da parte dell’Unione Sovietica.

Hoxha, infatti, abbandonò la sua alleanza con l’Unione Sovietica dopo la morte di Stalin, accusando la nuova leadership comunista di aver tradito gli ideali del paese. Fino al 1977 rimase alleato della Cina, dopodiché tentò di trasformare l’Albania in un autarchia indipendente, riuscendo però solo ad impoverirla ulteriormente. Oggi i bunker di Hoxha sono in larga parte abbandonanti. Alcuni sono stati trasformati in alberghi o attrazioni turistiche, ma la maggior parte sono in rovina ed ospitano vagabondi e senzatetto. Nel 2009 dei bunker costruiti su una spiaggia vennero distrutti in tutta fretta dopo che alcune persone erano affogate a causa dei vortici che la corrente formava intorno alle loro strutture semi-sommerse. In alcuni casi questi edifici costruiti per proteggere il popolo albanese da minacce in larga parte immaginarie si sono rivelati pericolosi per gli albanesi stessi.

Fonte: https://www.ilpost.it

 

 

 

 

 

 

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