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Costò 40000 vite, ma il bombardamento nordamericano della città cinese di Wuhan nel dicembre 1944 è uno dei capitoli meno noti della Seconda Guerra Mondiale. Ecco un resoconto di questo tragico evento, di Stephen R. MacKinnon, professore di storia dell’Arizona State University ed autore del libro Wuhan 1938. Il resoconto fa parte di un documento che il Dr. MacKinnon consegnò nel settembre 2015 a una conferenza internazionale a Chongqing. in occasione del 70° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale in Asia, e viene portato qui col suo gentile permesso. Questa è la prima parte.

Il 18 dicembre 1944, la leadership cinese a Chongqing, vale a dire Chiang Kai-shek, Chen Cheng e He Yingqin, collegò la guerra cinese al teatro europeo approvando la tattica del bombardamento strategico della grande città occupata di Wuhan. Il mezzo fu il nuovo gigantesco bombardiere B-29 Flying Super Fortress che fu portato a Chengdu espressamente allo scopo di radere al suolo Wuhan. Il comandante del gruppo di 92 bombardieri non era altri che il più giovane generale a due stelle dell’US Air Force all’epoca, il generale Curtis LeMay. Pochi mesi dopo LeMay divenne famoso per aver diretto il bombardamento di Tokyo e di un centinaio di altre città giapponesi. Il bombardamento incendiario di Wuhan attirò poca attenzione a livello internazionale e fu censurato dalla stampa cinese. Eppure la distruzione fisica e le perdite di vite fuono molto pesanti. (Chiang Kai-shek nel suo diario ammise 40000 morti). Si dice che Hankou (1) abbia bruciato per tre giorni. (…) LeMay fu trasferito (dall’Europa) in Asia nell’autunno 1944 col mandato di sviluppare piani di bombardamenti strategici delle città cinesi e giapponesi (…) Frustrato all’inizio dall’inefficacia dei bombardamenti ad alta quota sul Giappone dalla Cina, LeMay iniziò a esplorare l’alternativa dei bombardamenti incendiari a bassa quota (adottati per la prima volta nel teatro europeo dagli inglesi e notoriamente applicati alla fine della guerra europea con la distruzione di Dresda il 13 febbraio 1945). LeMay progettò l’uso delle bombe incendiarie M-69, un cocktail estremamente micidiale di fosforo e napalm sviluppato per lo scopo dagli scienziati dell’Università di Harvard. I giapponesi avevano utilizzato le basi aeree e le linee ferroviarie di Wuhan nella Cina centrale sin dalla cattura nell’ottobre 1938, per condurre guerre e bombardare obiettivi nella Cina centrale e sud-occidentale. Wuhan fu un trampolino di lancio particolarmente importante per l’ultima grande offensiva giapponese, la primavera 1944, nota dagli storici come la campagna Ichigo. Questa campagna inziò a novembre-dicembre, dopo la caduta di Guilin, forse per minacciare Chongqing. Fonti ufficiali cinesi sull’argomento sono comprensibilmente limitate, ma i diari di Chiang Kai-shek e di Wang Shijie menzionano il bombardamento, così come l’ambasciatore degli USA Hurley e altri nelle missioni. Chiaramente c’era accordo ai vertici del governo cinese, sul piano militare, vale a dire Chen Cheng e He Yingqin, coi comandanti statunitensi Wedemeyer (2) e Chennault (3). LeMay ebbe il via libera dal generale Wedemeyer e dal ministro della Guerra Chen Cheng per bombardare Wuhan per distruggerne le basi aeree, la capacità industriale e le linee ferroviarie. Il 18 dicembre, novantaquattro bombardieri B-29 Superfortezze volanti decollarono dagli aeroporti di Chengdu per un’operazione dal nome in codice Cervino, carichi di 500 tonnellate di bombe incendiarie. Per LeMay, questa era la prima esperienza col “firebombing” su larga scala. Per la leadership cinese di Chongqing, questa fu una decisione strategica che assomigliava alle precedenti come la distruzione delle dighe del Fiume Giallo o il rogo di Changsha e Guilin. Il consigliere e ministro (della Propaganda) di Chiang Kai-shek all’epoca, Wang Shijie, originario di Wuhan, espresse rammarico nel suo diario; ma fu d’accordo sul fatto che l’attacco fosse necessario, indipendentemente dal costo per la città e la sua popolazione. Wuhan andava sacrificata. Cinquecento tonnellate di bombe incendiarie furono sganciate su Wuhan a bassa quota il 18 dicembre… La difesa giapponese era minima. Il complesso urbano di Wuhan fu distrutto. Si dice che la città e le vicinanze bruciarono per tre giorni! LeMay era contento, dichiarando questa sua prima esperienza col “firebombing” come un'arma tattica sperimentata con successo. Il resto è storia. Alcuni mesi dopo, dalle Isole Marianne nel Pacifico, l’ormai famoso LeMay diresse il noto bombardamento a bassa quota di Tokyo (oltre 1.500 tonnellate di incendiari in un raid), seguito dal bombardamento a tappeto delle principali città del Giappone. Gli effetti furono devastanti e i costi umani enormi (oltre 100.000 civili nella sola Tokyo). La precedente connessione del bombardamento del Giappone col bombardamento cinese e la distruzione di Wuhan non era nota. Rimase una specie di segreto storico, raramente menzionato da fonti cinesi (o occidentali). Dovetti affidarmi principalmente ad oscure fonti militari statunitensi. La descrizione cinese più dettagliata del bombardamento incendiario di Wuhan che ho trovato finora sono un paio di paragrafi del dizionario della città di Wuhan: “Il 18 dicembre 1944, duecento caccia e bombardieri nordamericani bombardarono Wuhan a ondate, facendo cadere un gran numero di bombe incendiarie nell’area tra Yiyuan Road e Wuma Road di Hankou, dalla riva del fiume alla ferrovia. Un’area di quindici chilometri divenne un mare di fiamme e tutti gli edifici ridotti in macerie." Il 21 dicembre, gli aeroplani della 14.ma Forza Aerea in coordinamento con le Superfortezze sganciarono più di 1.000 tonnellate di bombe su Hankou, provocando enormi incendi dai bassifondi vicino ai moli per circa cinque chilometri. Il 28 dicembre 1944, il generale degli Stati Unit )Lan-da, LeMay?) propose a Chengdu di bombardare Wuhan come primo passo di un’offensiva generale contro il Giappone. Da quel momento le unità aeree nordamericane usarono le basi cinesi per lanciare ripetuti attacchi su Wuhan. Di conseguenza, il vecchio distretto governativo di Hankou fu ridotto in macerie e l’area densamente popolata tra Wangjia Alley e Minzu Road rasa al suolo. L’area da Jianghan Road a nord-est verso le antiche concessioni francesi e giapponesi divenne un vasto paesaggio in macerie. I documenti storici della Simin Bank del 2 dicembre 1944 contengono il seguente passaggio: “L’orrore dei bombardamenti ebbero una grave impatto sul morale della gente e la situazione fu indescrivibile. Temendo per la propria vita, i residenti gradualmente fuggirono da Hankou, e alla fine più di un terzo della popolazione della città era partita. Dal 18 novembre, ci fu il crollo morale e la città ha smesso di funzionare. Le persone lasciarono casa e la maggior parte degli edifici rimase vuota… Molte case furono distrutte, come anche le abitazioni affittate dalla banca”. Secondo i registri, Wuhan subi’ 151.607 vittime durante l’intera guerra anti-giapponese. Di questi, 96.557 uccisi, mentre 22.389 gravemente feriti e 32.661 leggermente. Secondo le statistiche sulle vittime compilate dalla città di Hankou nel 1946, oltre 200.00 furono uccisi o feriti nei bombardamenti di dicembre 1944… (Durante la guerra), 7515 edifici furono bombardati, di cui 554 prima della caduta della città (nel 1938), e 6951 dopo. Quelli bombardati dagli aerei nordamericani rappresentavano il 92 percento. Rispetto a Shanghai, Guangzhou, Pechino, Tianjin e Qingdao, la distruzione a Wuhan fu notevolmente peggiore. Il folle bombardamento nordamericano del dicembre 1944, condotto senza tener conto del benessere della gente comune, rifletteva il desiderio di liberare la Cina il prima possibile? No. Il motivo era la vendetta. Il 16 dicembre, dopo che le forze giapponesi occupanti Wuhan catturarono tre aviatori nordamericani, gli tolsero le uniformi, li legarono e li trascinarono per le strade, picchiandoli lungo la strada, con uno spettacolo estremamente cruento. Alla fine, i soldati giapponesi trascinarono gli aviatori nordamericani in un tempio giapponese (fuori dell’attuale governo della città di Wuhan), dove li impiccarono e ne bruciarono i corpi. Quando la notizia dell’esecuzione raggiunse i nordamericani, s’infuriarono e pianificarono immediatamente la vendetta. Questo è il motivo per cui il 18 dicembre decollarono più di 170 aerei nordamericani, bombardando l’intera area tra Hankou Yiyuan Road e Huangpu Road, costando la vita a oltre 20.000 residenti di Wuhan!” Si nota la tremenda distruzione con decine di migliaia di civili uccisi. Questa fonte cinese (così come i riferimenti su Internet) suggerisce che il motivo dietro del bombardamento nordamericano di Wuhan fosse semplice: la vendetta per la tortura e l’esecuzione di tre piloti nordamericani catturati. Nelle fonti statunitensi non ne fanno menzione. La leadership militare cinese e nordamericana concordò che lo scopo strategico era rintuzzare l’offensiva giapponese nel sud-ovest, e forse si poteva argomentare, questo risultato fu raggiunto, Nel gennaio 1945 l’offensiva giapponese fu fermata e l’esercito iniziò a ritirarsi.

12 settembre 2015.



1) Uno dei tre principali distretti di Wuhan. Storicamente, Wuhan è emerso come il conglomerato di tre città: Hankou, Wuchang e Hanyang.
2) Albert Wedemeyer, capo di Stato Maggiore di Chiang Kai-shek e comandante delle forze statunitensi in Cina.
3) Claire Chennault, comandante della 14.th Air Force in Cina.

Traduzione di Alessandro Lattanzio



Fonte estera: http://www.chinaww2.com

Fonte: http://aurorasito.altervista.org

 

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