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Il vile attacco nazista del giugno 1941 colse in parte impreparati i sovietici, che dovettero ricorrere all’astuzia, pur di resistere nelle prime fasi del conflitto. E anche con mezzi del tutto improvvisati riuscirono a ottenere qualche vittoria. La notte del 20 settembre 1941, venti carri armati sovietici con accecanti fari e assordanti sirene spiegate piombarono all’improvviso sulle postazioni delle truppe romene alla periferia di Odessa. La fanteria degli invasori, stordita, si ritirò in preda al panico, non rendendosi conto che in realtà era stata messa in fuga solo da trattori agricoli corazzati alla meglio, con cannoni di cartapesta.







Il carro armato surrogato.
L’idea di realizzare dei carri armati modificando dei trattori venne agli ingegneri dell’Impianto meccanico di Odessa “Rivolta di gennaio” nell’agosto del 1941. Le unità dell’Armata Rossa che difendevano la città dalle truppe tedesco-rumene avevano una disperata insufficienza di veicoli blindati. I trattori cingolati a Odessa erano invece in abbondanza. I prime tre “ersàts-tank” (dal tedesco: Ersatz; “sostituto”; “surrogato”) vennero realizzati con lavoro manuale, in poche settimane. La parte superiore dei trattori STZ-5 venne tagliata, il corpo centrale fu rivestito con piastre corazzate e vennero installate torrette rotanti con armi. Inizialmente, si voleva utilizzare un cannone da 37 mm recuperato dai carri armati T-26 irreparabilmente danneggiati, ma questo si rivelò tecnicamente impossibile. Di conseguenza, si optò per due mitragliatrici da 7,62 mm, e a scopo di intimidazione, vennero aggiunti dei finti cannoni. I trattori blindati ottenuti, detti “Odesskie tanki” (‘Carri armati di Odessa”) o “Janvartsy” (dal nome della fabbrica, dedicata alla “Rivolta di gennaio”; mese che in russo si chiama “janvàr”) potevano raggiungere i 20 km/h, e, come ricordarono vari testimoni oculari, facevano un fracasso terribile, spostandosi. Un carro leggero così improvvisato aveva un’autonomia di 140 km, anche se non era affatto necessario percorrere tali distanze: il nemico era ormai vicinissimo a Odessa.







L’utilizzo in battaglia.
Il 20 agosto ci fu il battesimo del fuoco degli “Janvartsy”. In una colonna aperta da un vero carro armato, andarono a sostegno di un contrattacco della 25ª Divisione di fanteria, durante il quale il nemico venne costretto ad arretrare dalle sue posizioni. L’ispezione dei trattori corazzati di ritorno dalla battaglia mostrò che la loro armatura da 10-20 mm era abbastanza efficace contro proiettili e schegge, ma che un proiettile da 45 mm la perforava completamente. Tuttavia, il comando rimase soddisfatto e ordinò di proseguire la produzione. In totale, secondo varie fonti, furono prodotti dai 55 ai 69 “Carri armati di Odessa”. Dopo che 20 di questi carri armati surrogati ebbero terrorizzato la fanteria romena durante l’attacco notturno il 20 settembre, fu dato loro un nuovo nome: NI-1, con NI che significava “Na ispug” (“Per spaventare”). Ma è meno di due settimane dopo questi eventi, che i carri armati leggeri improvvisati sovietici portarono a termine la loro operazione di maggior successo. Il 2 ottobre, vicino al villaggio di Libental, alla periferia di Odessa, i carri armati NI-1 piombarono all’improvviso su parti della IV Armata romena, sbaragliandola e catturando 24 pezzi di artiglieria, varie mitragliatrici e mortai. Durante l’attacco, 7 di questi veicoli corazzati andarono però perduti. Nonostante tutti gli sforzi, gli Janvartsy non riuscirono a salvare la città dalla capitolazione. Il 15-16 ottobre 1941 furono usati per coprire l’evacuazione delle ultime unità dell’Armata Rossa dal porto di Odessa. Diversi NI-1 furono fatti saltare in aria dall’Armata Rossa prima di salpare, più di una decina furono lanciati per le strade della città e presto caddero nelle mani dei romeni.




KhTZ-16



Uno dei tanti.
Il “Na ispug” non è stato l’unico veicolo blindato fai-da-te creato durante la Seconda guerra mondiale. In Unione Sovietica si cercò di produrre macchine del genere ovunque ci fosse la capacità tecnica di farlo. Così, a Kharkov, furono creati più di 50 semoventi improvvisati KhTZ-16, costruiti sulla base di trattori. Armati di cannone fisso da 45 mm, a causa della scarsa protezione, della scarsa visibilità e della bassa velocità, non ebbero grande successo contro le truppe tedesche. Ma i falsi carri armati non apparvero non solo sul fronte orientale. Spaventati da una possibile aggressione giapponese e non disponendo di una industria militare pesante, in Nuova Zelanda, venne sviluppato il cosiddetto “Carro armato di Bob Semple” (dal nome dell’autore dell’idea; il ministro del Lavoro della Nuova Zelanda). Tre prototipi (erano realizzati con trattori, blindati con lastre di acciaio corrugato), realizzati in tutta fretta, si distinsero per le pessime caratteristiche tecniche e di combattimento e causarono solo scherno nella società neozelandese. Ritenuto “il peggior carro armato mai costruito”, il Bob Sample non è mai entrato in produzione di massa e non è mai stato utilizzato in battaglia.

Fonte: https://it.rbth.com

 

 

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