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Lo Stridsvagn 103, o Strv-103, o Carro S, è un carro armato svedese originale, realizzato dalla Bofors AB, i cui primi esemplari di serie apparvero nel 1966.

Il carro si presenta privo della torretta, di dimensioni molto contenute, con un pezzo L74 da 105/62mm, derivato dall'L7 britannico, addirittura fisso nello scafo, senza alcun tipo di brandeggio. Questo avviene puntando tutto il carro e facendo ricorso a un sistema di sospensioni idropneumatico: le sospensioni vengono bloccate e sia il pilota che il capocarro possono manovrarle per il puntamento. Il terzo membro dell'equipaggio è l'operatore radio, che può fungere anche da secondo pilota durante la marcia indietro. Il funzionamento del pezzo è completamente automatico, con clips di colpi che, una volta esaurite, vengono scaricate fuori dal mezzo. Anche i bossoli vengono espulsi automaticamente. La cadenza di tiro è di quindici colpi al minuto e la dotazione standard è di cinquanta colpi.

I due motori, un diesel e una turbina a gas, si trovano in posizione anteriore, e tutti i carri sono dotati di una lama per scavare posizioni difensive. Il motore diesel viene utilizzato per la marcia ordinaria, la turbina a gas per gli spunti di potenza. I motori possono agire insieme grazie a un cambio particolare. La turbina a gas serve anche per le partenze a freddo in climi rigidi e per fornire energia quando il diesel è spento. Due mitragliatrici fisse si trovano nello scafo, mentre una terza mitragliatrice è a disposizione del capocarro. Indubbiamente si tratta di un mezzo che, al suo apparire, suscitò un notevole interesse. Il Carro S ha una sagoma bassissima, propria dei cacciacarri che non degli MBT, un ottimo cannone, ma anche delle limitazioni, in particolare in alcune circostanze, come nel caso di scontri in aree ristrette, dovendo muovere tutto il carro per brandeggiare.

Lo Stridsvagn 103, realizzato in 300 esemplari tra il 1967 e il 1971, è stato progressivamente aggiornato, passando dai modelli A e B a quello C. In particolare, lo Strv-103 B ha uno schermo impermeabile che consente i guadi, una caratteristica assolutamente unica per un mezzo così pesante. Basti pensare che gli MBT moderni devono ricorrere a snorkel per poter guadare i corsi d'acqua profondi. Lo Strv-103 C ha visto la sostituzione del diesel Rolls-Royce K60 con un Detroit Diesel 6V da 290HP, l'adozione di un cambio automatico e quella di un telemetro laser al posto del precedente sistema di stima della distanza. Il 105/62mm è tra i più potenti cannoni di questo calibro in servizio e la sua elevata cadenza di tiro consente di impegnare molti bersagli in rapida successione. La protezione complessiva era eccellente per l'epoca di introduzione del carro. La formula del Carro S non è stata seguita da altri paesi a causa dei suoi evidenti limiti tattici.

La Svezia, nello stesso periodo, realizzava l'Ikv-91, un "cacciacarri per guerra artica" anfibio e con torretta rotante per 360° fornita di un cannone da 90mm.

Gli Stridsvagn 103 sono stati tutti sostituiti con i Leopard 2.

Fonte: https://it.wikipedia.org

 

Il carro S: notare la protezione spaziata 'a ringhiera', aggiunta per deviare colpi perforanti e far esplodere anticipatamente le testate di tipo HEAT

 

 

 

 

Nascosto tra gli alberi di conifere, semi-sepolto nella terra di brughiera, un solo ed unico cannone avrebbe atteso l’avanzata del nemico. Basso, coperto da un telo mimetico, praticamente invisibile da una distanza superiore ai 200 metri. Dentro la casamatta corazzata, tre addetti ben addestrati, di cui due rivolti in avanti e l’altro in direzione totalmente opposta, ciascuno dotato dei più moderni visori termici e altri strumenti di rilevamento. Artigliere, servente/addetto radio, capitano: niente di così diverso dall’equipaggio di un comune bunker anti-carro, edificato sui confini di un paese che, per sua sfortuna, confinava con i suoi avversari storici più temuti. Con una significativa differenza dalla tradizione: l’occhio attento di una spia, assai probabilmente, l’avrebbe notato pressoché immediatamente: la bocca di fuoco da 105 mm di cui è dotato l’implemento misterioso, un cannone della BOFORS allo stato dell’arte, risulta incastrato saldamente tra le piastre d’armatura frontale, inclinata e spessa fino a 337 mm. Non soltanto, dunque, esso non può ruotare, ma neppure modificare l’alzo per sparare in alto oppure in basso. Esso è, per tutti gli aspetti e sotto ogni punto di vista, totalmente fisso in quella direzione. Finché un dispaccio radio, il trasalire di un momento, fumo e polvere al di là dell’orizzonte, non risvegliano il pronto equipaggio dal torpore: “Una colonna che avanza, tutti pronti al mio segnale!” Fa il più alto di grado, mentre una strana vibrazione percorre l’ambiente claustrofobico che ospita l’intera scena. È stato infatti acceso… Il motore. Per comprendere cosa abbia portato, nel 1956, l’ingegnere della KAFT svedese Sven Berge a proporre uno dei veicoli da combattimento più avveniristici e bizzarri della storia, ed il suo governo ad iniziarne realmente la produzione in serie poco più di 10 anni dopo, occorre descrivere brevemente la posizione politica dei paesi scandinavi in quell’epoca, la particolare conformazione del loro territorio ed il ruolo che si sarebbero trovati ad avere, nel caso di un ipotetico surriscaldarsi del confronto silenzioso tra Stati Uniti ed Unione Sovietica. Cominciando con il sottolineare come, nonostante la politica nazionale di occasionale collaborazione con l’Occidente, la Svezia ci tenesse a qualificarsi come entità neutrale, ed in caso di guerra termonucleare globale avrebbe costituito un bersaglio di secondaria importanza, anche e soprattutto per l’abbandono, dovuto a mancanza di fondi, di un programma per l’acquisizione di armi atomiche di distruzione su larga scala. Ciò aveva radici profonde nella politica di quel paese, che dopo la drammatica riduzione della sua popolazione dovuta ai tragici eventi delle guerre napoleoniche, aveva saputo guadagnarsi una classe politica che non sentiva più il bisogno di affermarsi in campo internazionale con l’uso delle armi, tanto che a partire dalla guerra in Crimea del 1856, il governo di Stoccolma iniziò a rifiutarsi di assistere sul campo di battaglia il suo alleato storico, la Russia. Durante la prima guerra mondiale, questo paese più compatto che mai diede la stessa risposta alla Germania, suo fondamentale partner commerciale e addirittura nel 1914, quando i russi occuparono abusivamente le isole Åland per collocarvi una base di sommergibili, non venne attuato alcun tipo di rappresaglia o controbattuta, fatta esclusione per una protesta formale al termine del conflitto, rivolta alla neonata Società delle Nazioni. Una scelta che si rivelò vincente a lungo termine, quando durante l’intero secondo conflitto mondiale, il paese riuscì a rimanere relativamente inviolato dalle forze nemiche, in mezzo al vortice dell’Operazione Weserübung, che portò all’occupazione tedesca di Danimarca e Norvegia. Ma terminata quell’era di rabbia dei popoli, giunti alla pace apparentemente di vetro tra le nascenti super-potenze del secolo rinnovato, diventò estremamente chiaro un aspetto: che se pure la Svezia fosse riuscita a scampare alla furia di un primo assalto nucleare da parte dei sovietici o di chicchessia, la vicinanza meramente geografica al più grande paese del mondo l’avrebbe resa un territorio ideale in cui dispiegare gli armamenti, per disseminarli oltre e nasconderli, per quanto possibile, dagli occhi scrutatori provenienti da Oltreoceano. E questo, loro non l’avrebbero mai accettato. Il dado era tratto, dunque: la Kungliga Arméförvaltningens Tygavdelning (Amministrazione Reale Svedese delle Risorse di Guerra) stanziò verso la metà degli anni ’50 i fondi per valutare la fattibilità di due progetti per mezzi corazzati da schierare ai suoi confini: l’ipotesi A (angloamericana) per firmare una fornitura da parte di Stati Uniti o Inghilterra per l’opportunità selezionata tra i loro carri di quell’era, dei giganti estremamente poco mobili, potenti e dal peso di circa 50 tonnellate, oppure un’ipotesi T (tedesco-francese) per procurarsi in gran numero la prima generazione di remoti antenati del carro Leopard, dei veicoli da 30 tonnellate con buona corazzatura ma cannoni dal calibro comparativamente ridotto. Ad essere scelta a sorpresa, soltanto l’anno dopo l’inizio degli appalti, fu una terza strada che vedeva la produzione interna di un carro radicalmente diverso, denominato l’ipotesi S (Svedese) dal peso mediano di 39 tonnellate. Esso fu lo Stridsvagn 103 di Sven Berge, dove il 3 andava ad identificare la sua natura di terzo carro svedese con cannone da 10 cm di calibro. Appreso della messa in opera del prototipo e della soddisfazione dei reparti rilevanti dell’esercito, l’intero mondo dei contractors bellici internazionali non poté fare a meno di restare basito: ecco qui un veicolo, per la prima volta dopo i cacciacarri tedeschi e russi della seconda guerra mondiale, del tutto privo di torretta, e che per di più ci teneva a presentarsi non come un cannone mobile dall’uso estremamente specifico, bensì in qualità di vero e proprio MBT (Main Battle Tank – carro da battaglia) da utilizzare sulla linea del fronte, nonostante le sue apparenti, notevoli limitazioni. Tutto, nel carro S, esulava dalle convenzioni: esso non poteva, ovviamente, far fuoco in altra direzione che perfettamente dinnanzi a se, e per questo necessitava di voltarsi completamente ruotando rapidamente su 360°, grazie al suo potente motore diesel da 240 cavalli (290 nella versione 103 C). Il carro disponeva inoltre della prima turbina impiegata in un carro armato, da avviare negli spostamenti su lunghi tragitti e dotata di ulteriori 300 cavalli nel prototipo, poi aumentati a 490 nelle versioni prodotte in serie. Il veicolo poteva dunque raggiungere i 60 Km/h e ne aveva 390 d’autonomia, superando sotto entrambi gli aspetti il suo principale avversario coévo, il pur ottimo T-62 russo. Ma la cosa più incredibile era la maniera in cui esso poteva modificare la mira verticale del cannone: non alzandolo ed abbassandolo, come qualsiasi altro mezzo simile venuto prima di lui, ma letteralmente inclinando l’intero mezzo, grazie ad un sistema di sospensioni idrauliche comandate a distanza. Ciò gli permetteva, dunque, non soltanto di avere un arco di tiro verso il basso (gun depression) straordinariamente performante, ma soprattutto di far fuoco sul tipico terreno montagnoso svedese senza esporsi più di tanto, cosa che avrebbero dovuto fare invece le ipotetiche forze d’invasione nemiche. Ciò che invece non poteva fare assolutamente era far fuoco in movimento, per lo meno aspettandosi di colpire qualcosa. L’intera meccanica e logica di funzionamento richiedevano che il carro fosse perfettamente immobile prima di prendere la mira. Il che ci porta, in definita, all’impiego specifico per cui era stato concepito il carro armato dell’ipotesi S: un mezzo per bersagliare la colonna nemica da una posizione di sicurezza, quindi arretrare rapidamente e ripetere l’assalto in condizioni di pari favore. Per questa strategia di toccata e fuga, era stato implementato un’altra niente meno che geniale: ciascuno dei membri dell’equipaggio, incluso quello rivolto verso dietro, era dotato dell’intera selezione dei controlli del mezzo, incluso il controllo by-wire del cannone, il feed ottico del mirino ed una vera e propria cloche, necessaria per la guida e il puntamento dell’arma. Lo Stridsvagn quindi, ogni qualvolta se ne presentasse la necessità, poteva essere guidato a marcia indietro ad una velocità e con una precisione pari a quella frontale, eludendo così il contrattacco nemico. Pensate che in caso di necessità, il mezzo poteva persino essere operato integralmente da una sola delle tre postazioni! Benché in tale delicata situazione, una volta esauriti i 50 colpi presenti nel caricatore automatico del cannone, il carro non avrebbe potuto far altro che ritirarsi fino alla base. Cosa comunque consigliabile, una volta giunti a quel punto. Tra gli altri sistemi degni di essere citati, il 103 disponeva di una particolare griglia frontale in grado di bloccare le micidiali munizioni HEAT ad alto potenziale sparate dai carri russi, che fu mantenuta segreta durante l’intero corso della produzione del carro e sarebbe stata montata soltanto in caso di guerra. Esso aveva inoltre una pala frontale, in grado di scavare se necessario la propria trincea. Ed uno speciale galleggiante rimovibile, che permetteva al veicolo di diventare totalmente anfibio (benché con una velocità di navigazione a mezzo cingoli di soli 6 Km/h). Del carro S furono prodotti esattamente 290 esemplari, nel periodo compreso tra il 1960 ed il ’71, e furono offerti anche appalti e forniture a paesi esteri del blocco occidentale. Nessuno oltre alla Svezia, tuttavia, schierò mai questo carro. Soprattutto perché si trattava di una soluzione così estremamente specifica, ed inerentemente difensiva, mirata a risolvere una problematica del tutto unica di quel particolare paese. Proprio per questo, nonostante l’avanzare delle generazioni, il carro è rimasto in servizio fino 1997, potendo godere di diversi aggiornamenti tecnologici, prima di essere definitivamente sostituito dallo Stridsvagn 122, un perfezionamento ulteriore del notevole carro tedesco Leopard 2A5. Che lezione possiamo trarre, dunque, dall’invenzione di uno strumento bellico pensato per l’impiego in una specifica guerra, di un particolare e singolo momento della storia? Che esso non verrà quasi mai, in alcun modo, impiegato. Come i tedeschi che aggirarono i bunker francesi sulla Somme durante il fulmineo Westfeldzug del 1940, il comando sovietico non avrebbe mai ordinato l’avanzata dei suoi preziosi T-62 contro un terreno protetto dagli strv 103. Esso avrebbe dovuto trovare, piuttosto, una soluzione strategica alternativa. Si, ma quale? I carri armati, a differenza dei bunker, possono spostarsi! Nella ricerca di una risposta a tale quesito, ritengo, si può intravedere forse l’unico aspetto nobile di simili armi: agire come deterrente preventivo, preservando la risorsa ben più preziosa di questo mondo. L’inestimabile vita degli umani. Ma un cannone tanto affascinante, si sa, prima o poi sparerà. E questo un altro ENORME problema…

Fonte: http://www.jacoporanieri.com

 

 

 

 

CARATTERISTICHE TECNICHE.
Il carro “S”, ufficialmente denominato Stridsvagn 103 (abbreviato Strv 103), presentava caratteristiche veramente fuori del comune: la protezione era elevatissima, tanto da garantire la virtuale invulnerabilità sull’arco frontale ai proiettili e ai missili anticarro HEAT. Tale risultato era ottenuto grazie alla piastra frontale di grande spessore e molto inclinata; inoltre l’ equipaggio era protetto anche dall’apparato motore, posto anteriormente. La protezione era incrementata anche dalla bassa sagoma del carro che lo rendeva un bersaglio particolarmente difficile, il carro era dotato anche di apparato protettivo NBC. Per quanto riguarda l’armamento, questo consisteva in un cannone da 105 mm derivato dal L7 inglese, allungato da 51 a 62 calibri, con conseguente aumento della velocità alla bocca e della precisione. Il puntamento avveniva spostando l’ intero carro, l’alzo era garantito dall’efficiente sistema di sospensioni idropneumatiche che potevano essere alzate o abbassate a piacimento. Per il brandeggio, era disponibile un efficiente sistema di sterzatura che prevedeva l’azione abbinata di freno e frizione: in movimento, il carro poteva ruotare di 90° in appena due secondi. l comandi erano duplicati per capocarro (a destra) e pilota (a sinistra), il quale fungeva anche da puntatore, il terzo membro dell’ equipaggio, posto dietro il pilota, era l’operatore radio: non vi era servente, essendo stato installato un sistema di caricamento automatico per il cannone. In teoria, il carro poteva essere condotto in azione da un solo uomo di equipaggio. Le prove effettuate con i primi dieci carri dimostrarono l’efficacia del concetto “S” è la Bofors passò alla produzione in serie, conclusa nel 1971 dopo il completamento di 290 esemplari.

DOPPIO MOTORE E CAPACITA’ ANFIBIA.
Una delle più originali caratteristiche del carro “S” svedese è il suo apparato propulsivo, costituito da un motore diesel e da una turbina a gas. I due motori consentono al carro di conservare una certa operatività anche se uno dei due è fuori uso. Vi sono però pesanti limitazioni: se la turbina è funzionante, il carro mantiene le sue capacità di movimento, ma i circuiti idraulici, compresi quelli che controllano le sospensioni e il sistema di caricamento automatico, non funzionano. Il solo motore diesel garantisce il funzionamento dei circuiti idraulici, ma in questo caso la mobilità del carro risulta drasticamente ridotta. Tra le tante capacità dello Strv 103, vi è anche quella di potersi trasformare in anfibio: a differenza degli altri carri, che dispongono solo di un kit per guadi profondi, il carro “S” svedese porta ripiegato sui fianchi uno schermo di galleggiamento. Nel giro di una quindicina di minuti, lo schermo, concettualmente simile a quello dello Sherman DD della seconda guerra mondiale, può essere innalzato, consentendo al carro di galleggiare.

VALUTAZIONI.
L’ assai poco convenzionale carro “S” suscitò grande interesse sin dal suo apparire; in particolare Gran Bretagna e Stati Uniti sottoposero il carro svedese ad approfondite prove e test comparativi. l risultati furono complessivamente positivi: l’Strv 103 confermò tutte le sue qualità, in particolare per quanto concerne il potente armamento, l’elevata protezione e la bassa sagoma che lo rendeva un bersaglio particolarmente difficile. Tuttavia, il carro “S” mostrò appieno anche i propri difetti: la mobilità si rivelò un punto debole del carro, a causa della scarsa lunghezza dei cingoli e dell’ingombro della canna. Questi problemi non poterono essere risolti, per non compromettere l’agilità necessaria a ruotare velocemente e per mantenere la sagoma più bassa possibile. Il problema più grave era però legato all’impossibilità di sparare in movimento, il carro doveva infatti, fermarsi per puntare e sparare. Il caricamento automatico garantiva una buona cadenza di tiro ma questa era solo teorica, in quanto i tempi di aggiustamento del puntamento erano inevitabilmente più lunghi che in un carro convenzionale, dal momento che era l’ intero carro a doversi muovere e non solo la torretta. Non bisogna tuttavia dimenticare che tali lacune divennero davvero evidenti solo al confronto con carri di seconda generazione, quali l’M1 Abrams americano o il Leopard 2 tedesco, che possiedono reali capacità di puntamento e fuoco in movimento. Il carro “S” fu infatti, progettato per opporsi a carri sovietici come i T-55 e i T-62 per i quali, senza dubbio si sarebbe dimostrato un osso particolarmente duro.

LE VERSIONI.
Il passaggio alla produzione in serie comportò alcune modifiche, quali la sostituzione del cannoncino da 20 mm montato sulla cupola del capocarro con una mitragliatrice da 7,62 mm, fu anche deciso di dotare il carro di una lama da bulldozer. La prima versione di produzione (Strv 103A) disponeva di una turbina a gas Boeing 502, successivamente sostituita da una Boeing 553; i carri equipaggiati con la nuova turbina furono denominati Strv 103B, la variante maggiormente costruita. Nel corso degli anni ottanta, il carro fu sottoposto a un completo programma di ammodernamento che tra l’ altro, riguardò il miglioramento della protezione sul fondo dello scafo e sull’ arco frontale, la sostituzione dei cingoli con altri a lunga durata, l’ installazione di lancia artifizi illuminanti Lyran, di taniche di carburante lungo i lati, di un telemetro laser e di un nuovo apparato motore e trasmissione; il peso passò a 42,5 tonnellate e la variante fu designata Strv 103C. Così aggiornato, il carro è destinato a rimanere in servizio sino al 2004, sia pure in unità di riserva.

STRIDSVAGN 103 SCHEDA TECNICA
Lunghezza: 7.04 m
Larghezza: 3.6 m
Altezza: 2.1 m
Peso Totale: 40 tonnellate
Equipaggio: 3
Propulsione: Rolls Royce K60 policarburante da 240 CV e turbina a gas Boeing 553 da  490 CV.
Velocità: 50 Km/h
Autonomia in strada:390 Km
Cannone da 105 mm L74.
Mitragliatrice fissa su scafo da 7,62 mm.
Mitragliatrice antiaerea da 7,62 mm.
Produzione: 290 carri armati.

Fonte: https://carriarmati.altervista.org

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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