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Ci ostiniamo a non chiamarla "seconda guerra fredda" ma la realtà parla chiaro. Il fronte russo e quello americano sono nuovamente sulle due rive opposte del fiume, non comunicano, non si capiscono ma combattono. Se l'America in questo frangente ha deciso di chetare i cannoni, i russi invece vogliono far sentire i boati lontano chilometri. Dalla soffitta delle armi poco conosciute ma dannatamente letali il Cremlino rispolvera il TOS-1 Buratino. Il nome non incute un gran terrore ma proprio soffermarsi al nome, sarebbe il nostro errore più grande.

Il Buratino è stato un progetto quasi sconosciuto fino a tempi relativamente recenti ed è considerato dagli estimatori di armamenti inusuali una vera chicca in mano ai russi. Il nome tecnico del Buratino è TOS-1 ed è classificato come un'arma termobarica pesante destinato all'annientamento sistematico di qualsiasi ostacolo gli si pari davanti. È stato progettato per ingaggiare forze appiedate, fortificazioni e veicoli corazzati leggeri. Il sistema è paragonabile ai sistemi MLRS (Multiple Launch Rocket System), ma questo spara diverse tipologie di missile e ha una gittata minore (6 km). Il TOS-1 è stato sviluppato nei primi anni 1980 ed è stato utilizzato con successo da parte dell'esercito sovietico in Afghanistan e in seguito dalle forze russe in Cecenia. Oggi pare essere approdato anche in Siria.

Il Buratino utilizza razzi da 220 mm ed è a tutti gli effetti considerato artiglieria pesante visto il suo calibro. Su questo tipo di supporto sono impiegabili due diversi tipi di testate: la prima di tipo esplosivo incendiario e la seconda a combustibile-aria. Queste ultime sono anche chiamate testate termobariche. Questo tipo di munizione rilascia una grande nube di gas infiammabile e provoca enormi esplosioni, proprio per questa sua forza dirompente questa tecnologia è usata per "sbriciolare" letteralmente bunker fortificati ed interrati.

Il sistema di controllo del fuoco è considerato all'avanguardia, tutte le procedure di orientamento e cattura del target sono realizzati all'interno del veicolo senza equipaggio esposto al fuoco. Il TOS ha un mirino ottico, un computer balistico e un telemetro laser con cui misura la distanza del bersaglio con un errore massimo di 10 m. I dati acquisiti vengono inseriti automaticamente nel computer balistico che calcola l'elevazione e la rotazione necessaria. L'equipaggio è composto da tre elementi: comandante, cannoniere e pilota.

L'incubo russo dallo strano nome in codice è considerato da molti alla stregua di una bomba atomica. L'esplosione provocata crea una sfera di gas incandescenti ad altissima temperatura, accompagnata da una devastante sovra-pressione. Per ottenere questo effetto la bomba combina uno speciale esplosivo, in forma di gel o polvere e con additivi metallici, all'ossigeno atmosferico, che funge da ossidante. Dopo di che la miscela viene fatta deflagrare da un apposito innesco. I russi sono stati gli antesignani nello sviluppo ed impiego su vasta scala di armi basate su questi principi ma anche gli americani hanno dato il loro contributo soprattutto in Vietnam con le Daisy cutter, «tagliamargherite», per creare rapidamente piazzole di atterraggio per gli elicotteri.

In Siria queste armi distruttive potrebbero già essere in azione per debellare barricate costruite dai ribelli o bunker in cui si nascondono i seguaci dello Stato Islamico. Qualunque sia il vero obbiettivo di Putin è fuor di dubbio che il Buratino ha un forte impatto strategico e psicologico. Coloro che si trovano vicinissimi alla deflagrazione vengono annientati. Allo stesso modo chi è nei suoi paraggi subisce diverse ferite interne, quindi invisibili, tra cui la rottura dei timpani e degli organi uditivi, concussioni varie, la rottura dei polmoni e degli organi interni, e cecità causate dall'onda d'urto potentissima. Qualsiasi tipo di tessuto che interagisce con l’onda d’urto viene compresso, schiacciato, tranciato o disintegrato dall’eccessivo peso in base alle proprietà del materiale metallico usato per aumentare la potenza esplosiva. Gli organi interni che contengono aria (orecchie, polmoni e intestino) sono particolarmente vulnerabili ad esplodere perché i microframmenti di materiale metallico si insinuano negli organi dove c'è ossigeno e brucia.

Il TOS-1 non è stato pensato per arginare l'avanzata nemica, ma per distruggere gli eserciti ancor prima che vadano in battaglia. Minare la stabilità emotiva del nemico è una tecnica validissima anche in un contesto come quello asimmetrico attuale.

Se non dovesse funzionare solo l'effetto deterrente, Putin e il Cremlino sarebbero disposti a fare i conti con le implicazioni che l'uso di quest'arma comporta?

di Denise Serangelo - 12/10/15

Fonte: http://www.difesaonline.it

 

 

Le ultime immagini da incubo in Siria mostrano gli attacchi sulle posizioni dei ribelli islamici con una nuova arma formidabile: il lanciarazzi termobarico russo. Quest’arma, recentemente entrata nell’esercito siriano, è stato usata contro i ribelli di al-Nusra (ramo siriano di al-Qaida) nella regione montuosa del Governatorato di Lataqia. Dopo diversi giorni di fuoco intenso condotto dai sistemi TOS-1, i ribelli hanno lasciato le posizioni, ritirandosi di circa 30 km nella roccaforte del Governatorato di Idlib, altri hanno abbandonato le armi passando in Turchia. L’offensiva dell’Esercito arabo siriano ha finalmente raggiunto il confine tra la Turchia e il Governatorato settentrionale di Lataqia. Il sistema lanciarazzi TOS-1 “Buratino“, montato su un telaio del carro armato T-72, ha 24 tubi da 220 mm. La sua gittata è da 400 a 3.500 m e spara 24 razzi in 7-15 secondi. L’area coperta da una salva di razzi del TOS-1 è di 200×400 m. Una volta raggiunto l’obiettivo, il razzo contenente munizioni termobariche produce una piccola esplosione che vaporizza e nebulizza una miscela combustibile infiammabile. La detonazione della seconda carica esplosiva viene ritardata fino al raggiungimento della concentrazione ottimale. L’esplosione dell’aerosol così ottenuto a contatto con l’ossigeno nell’atmosfera crea un’onda d’urto tremenda, seguita dall’intensa combustione dell’aria (1.500 – 2.000º C). L’effetto è devastante, specialmente sugli elementi senza rifugi protetti. Il sistema TOS-1 ha un telemetro laser che misura distanze fino a 20 km e un centro di controllo di fuoco con un microprocessore balistico. Prima di essere usato in Siria, i russi avevano consegnato sistemi TOS-1 all’esercito iracheno. Il lanciarazzi è stato utilizzato per la prima volta contro lo SIIL il 24 ottobre 2014, per liberare la città irachena di Jurf al-Saqr.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: https://aurorasito.wordpress.com

 

 

 

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