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Il Guardian è venuto a sapere che Stati Uniti e Cina in segreto sono stati impegnati in “giochi di guerra” mentre monta la rabbia di Washington per la portata e l’audacia degli attacchi informatici coordinati da Pechino contro governi e grandi imprese occidentali. Funzionari del Dipartimento di Stato e del Pentagono, insieme ai loro omologhi cinesi, lo scorso anno sono stati impegnati in due giochi di guerra ideati per favorire la prevenzione di un’improvvisa escalation militare tra le parti nel caso che una di esse dovesse sentirsi presa di mira. Un’altra sessione è prevista a maggio.

 

 

Anche se le esercitazioni hanno offerto agli Stati Uniti l’opportunità di dare sfogo alla propria frustrazione per quello che sembra essere uno spionaggio finanziato dallo stato e una sottrazione su scala industriale, la Cina si è dimostrata bellicosa.

“La Cina è giunta alla conclusione che è cambiato il rapporto di potere, in una maniera che la favorisce,” afferma Jim Lewis, importante insegnante nonché direttore del Centro per gli Studi Strategici e Internazionali (CSIS), gruppo di esperti con sede a Washington.

“Il PLA [Esercito Popolare di Liberazione] è assai ostile. Considera gli Stati Uniti un bersaglio. Sentono di avere una giustificazione per le loro azioni. Pensano che gli Stati Uniti siano in declino.”

I giochi di guerra sono stati organizzati mediante il CSIS e un gruppo di esperti di Pechino, l’Istituto Cinese di Relazioni Internazionali Contemporanee (CICIR). Ciò ha consentito a funzionari del governo e dei servizi segreti USA di entrare in contatto in un ambito meno formale.

Conosciuta come “Track 1.5 Diplomacy” (Percorso diplomatico 1.5, N.d.T.), è la serie di contatti più ravvicinata che gli stati possono avere nella gestione dei conflitti senza affrontare veri e propri negoziati.

“Coordiniamo i giochi di guerra con il Dipartimento di Stato e quello della Difesa,” ha detto Lewis, il quale ha mediato gli incontri, tenutisi lo scorso giugno a Pechino e in dicembre a Washington.

“I funzionari hanno esordito come osservatori, poi sono diventati partecipanti … in modo molto simile è stata la stessa cosa da parte cinese. Dal momento che è organizzato da due gruppi di esperti, essi possono parlare più liberamente.”

Nel corso della prima esercitazione, entrambe le parti dovettero spiegare cosa avrebbero fatto se fossero state attaccate da un sofisticato virus informatico come Stuxnet, che ha messo fuori servizio le centrifughe del programma nucleare iraniano. Nella seconda dovevano spiegare la loro reazione nel caso si sapesse che l’attacco era stato intrapreso dalla controparte.

“I due giochi di guerra sono stati piuttosto sorprendenti,” ha dichiarato Lewis. “Il primo è andato bene, il secondo non tanto.”

“I cinesi sono molto astuti. Mandano persone competenti. Vogliamo trovare modi per modificare il loro comportamento … [ma] sanno di avere buone ragioni per quello che fanno. Il loro atteggiamento consiste nell’avere vissuto l’imperialismo e un secolo di umiliazioni.

Lewis ha detto che i cinesi hanno la “percezione di essere trattati ingiustamente.”

“I cinesi hanno una profonda diffidenza verso gli Stati Uniti. Sono preoccupati del potenziale militare americano. Sono inclini a pensare che abbiamo un’ambiziosa strategia per conservare l’egemonia degli Stati Uniti e la considerano una sfida diretta. Coloro [tra i funzionari cinesi] che sostengono la cooperazione non sono forti quanto quelli che appoggiano lo scontro.”

La necessità di incontri è stata evidenziata negli ultimi mesi, con gli USA e il Regno Unito che hanno tentato di aumentare la pressione sulla Cina, considerata da loro la principale responsabile della sottrazione, per miliardi di dollari, di progetti e opere dell’ingegno di produttori della difesa, dipartimenti statali e società private al centro del sistema di infrastrutture americano.

Gli analisti dicono che ciò equivale alla “preparazione del campo di battaglia” e sia gli Stati Uniti che il Regno Unito hanno avvertito Pechino di aspettarsi ritorsioni nel caso ciò continuasse.

Negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno precisato di avere spostato l’attenzione militare dall’Europa al Pacifico, per proteggere gli interessi americani nell’area.

“Tra i paesi attivamente impegnati nello spionaggio informatico, probabilmente la Cina è l’unico ad essere un concorrente militare degli Stati Uniti,” ha dichiarato Lewis.

“Gli eserciti cinese e americano si trovano nelle immediate vicinanze e ci sono episodi ostili … Le probabilità di errori di valutazione sono molto alte, quindi stiamo tentando di avere una netta comprensione del punto di vista di ciascuna parte.”

Lewis crede che gli Stati Uniti si stiano preparando a diventare più aggressivi nei confronti della Cina e dice che il presidente Barack Obama ha già incaricato gruppi operativi all’interno della Casa Bianca per studiare sanzioni più severe.

Senza nominare la Cina, un alto dirigente dell’FBI ha detto al Guardian che le minacce portate dagli attacchi informatici sono state preoccupanti.

“Sappiamo che le risorse degli stati stranieri sono notevoli, e conosciamo il tipo di informazioni che stanno prendendo di mira,” ha detto Shawn Henry, vice direttore esecutivo della sezione informatica dell’FBI.

“Abbiamo trovato nemici passati inosservati nelle reti per molti mesi, o in alcuni casi per anni. In sostanza hanno avuto libero accesso a queste reti … Hanno la piena capacità di sconvolgere del tutto queste reti.”

Frank Cilluffo, già collaboratore straordinario di George Bush per la sicurezza nazionale, disse che era giunto il momento per affrontare la Cina.

“Dobbiamo parlare delle capacità d’attacco per scoraggiare i fuorilegge. Non possiamo pensare che le società si difendano dai servizi segreti stranieri. Ci sono determinate cose che dovremmo fare quando qualcuno sta facendo l’equivalente cibernetico della preparazione delle informazioni sul campo di battaglia della nostra infrastruttura energetica. A mio parere è arrivato il momento. Occorre dare una risposta. Quale altro motivo potrebbe esserci per riordinare le nostre infrastrutture nel caso di una crisi? Abbiamo un ruolo maggiore nei convenzionali mezzi militari e diplomatici . Dobbiamo mostrare loro le nostre carte. Tutte le ragioni sono sul tavolo. Penso che dobbiamo proprio iniziare a parlare di difesa attiva.”

Egli disse che gli Stati Uniti dovevano essere preventivi, altrimenti col tempo la gente avrebbe iniziato a perdere la fiducia nell’integrità di internet e dei sistemi informatici.

“Se non investo perché ho paura, se non impiego la rete perché ho paura, se si perde credibilità e fiducia in questi sistemi, allora hanno vinto i cattivi. Scacco matto.”

Il Dipartimento di Stato ha rifiutato di parlare dei giochi di guerra e di dire quali funzionari vi hanno partecipato.

Un portavoce ha affermato: “Gli Stati Uniti sono impegnati a coinvolgere gli altri paesi per la costruzione di un ambiente globale in cui ogni stato riconosca e rispetti soddisfacenti regole di comportamento nel cyberspazio. In linea generale siamo impegnati con il governo cinese su questioni informatiche, in modo da trovare punti in comune su questi argomenti di sempre maggiore importanza nelle nostre relazioni bilaterali.”

Il Pentagono ha evitato di rilasciare dichiarazioni e di dire quali dei suoi funzionari hanno preso parte ai giochi di guerra.

La Cina ha sempre negato di essere responsabile degli attacchi informatici contro gli Stati Uniti e altri paesi occidentali. Dice di essere anch’essa vittima di questo genere di spionaggio.

Il ministro della Difesa cinese Liang Guanglie ha dichiarato che Pechino “si oppone fermamente ad ogni tipo di crimine informatico.”

“È difficile stabilire la vera origine degli attacchi e abbiamo la necessità di lavorare insieme per fare in modo che la presente questione di sicurezza non diventi un problema,” ha detto.

“In realtà anche in Cina abbiamo subito una gamma piuttosto vasta di frequenti attacchi informatici. Il governo cinese dà importanza anche alla sicurezza informatica e prende decisamente posizione contro ogni genere di crimine informatico. È importante per tutti osservare e seguire leggi e norme in materia di sicurezza informatica.”

Il Quotidiano del Popolo, testata cinese che più delle altre rispecchia le opinioni del Partito Comunista al potere in Cina, lo scorso anno ha detto che è irresponsabile associare la Cina alle violazioni informatiche su internet.

“Quest’anno, con il crescere degli attacchi di hacker a importanti imprese e organizzazioni internazionali, alcuni media occidentali hanno più volte raffigurato la Cina come il cattivo dietro le quinte.”

Fonte: Nick Hopkins per The Guardian 16.04.2012

Traduzione di Gabriele Picelli per http://www.times.altervista.org

Fonte: http://www.ecplanet.com/node/3241

 

 

Hu Jintao: La collaborazione militare con gli Usa aiuta il dialogo

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La ripresa del dialogo militare tra Cina e Stati Uniti “può aiutare l’intesa e la fiducia reciproca tra i due Paesi”. È quanto ha detto il presidente cinese Hu Jintao durante l’incontro con il segretario alla Difesa Usa Robert Gates, la cui visita è stata definita “un importante passo avanti in questa direzione”.

La Cina, però, non ha rinunciato alla tentazione di mostrare il livello dell’avanzamento della sua forza bellica, testando per la prima volta in volo, proprio durante la visita di Gates, il prototipo del suo Stealth, il caccia invisibile J20 che i militari cinesi sperano che possa essere operativo entro il 2017.

La visita del capo del Pentagono a Pechino “aiuterà a rafforzare l’intesa e la fiducia reciproca” e a promuovere le relazioni bilaterali, ha detto Hu, sottolineando come questa “mostri la grande importanza che i due paesi riservano alle relazioni militari”. La missione di Gates arriva in effetti con un anno di ritardo, visto che Pechino l’aveva bloccata dopo le tensioni provocate dall’annuncio - lo scorso gennaio - della vendita di armi americane a Taiwan.

Il ministro della Difesa, Liang Guanglie, ha esplicitamente chiesto agli Stati Uniti di fermare queste forniture militari che “mettono a rischio gli interessi nazionali cinesi”. Da parte sua, il capo del Pentagono ha comunque sottolineato come - pur nelle differenze di posizioni su alcune importanti aree - vi sono molte altre questioni su cui Cina e Stati Uniti possono e vogliono cooperare, proprio per cercare nel dialogo il superamente delle differenze.

Sono stati così annunciati alcuni gruppi di lavoro su questioni come la lotta al terrorismo, alla pirateria e gli interventi umanitari e post disastri naturali, in cui esperti militari cinesi e americani troveranno il modo di rafforzare la cooperazione.

Cina e Stati Uniti compiono passi in avanti nel campo della cooperazione strategica e militare, dunque, ma sul tavolo restano immutate le tensioni provocate dalla situazione di Taiwan. Washington ha sempre difeso l’isola, separata dalla Cina continentale sin dalla fine della guerra civile, che Pechino considera invece una “provincia ribelle” da riconquistare.

Fonte: http://www.asianews.it

 


 

I Presidenti di USA e Cina, il cancelliere tedesco ed il premier del Regno Unito parteciperanno ad un esercitazione in cui si simulerà un attacco con una bomba atomica sporca su territorio europeo, simulando digitalmente con i computer la distruzione di una città di grandi dimensioni e l’evacuazione dei leader durante un’importante manifestazione all’Aia. Seguirà la valutazione delle reazioni dei vari Capi da un gruppo di persone selezionate e non precisate. Questa è una cosa non solo strana per l’esercitazione, ma anche per il riserbo che la circonda e per il fatto che leader mondiali vengano valutati da persone di cui non si sa nulla; almeno questo sembra di capire dalle notizie russe che evidentemente lamentano l’esclusione dall’esercitazione.

Fonte: http://gabrielelombardo.altervista.org

 

 

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - Per la prima volta, la Cina si unisce alla più vasta esercitazione militare asiatica, sostenuta dagli Stati Uniti: un piccolo segno di distensione in una regione piena di tensioni.

I soldati cinesi, 17, provengono dal comando di Guangzhou e da oggi partecipano alle esercitazioni Cobra Gold Drills che avvengono in Thailandia. Esse sono guidate dagli Stati Uniti e dalla Thailandia e vedono la presenza di 9mila soldati Usa, 4mila thai; 80 da Singspore,120 dal Giappone; 300 dalla Corea del Sud; 160 dall'Indonesia e 120 dalla Malaysia. Altre 11 nazioni, fra cui Russia, Gran Bretagna, Pakistan e Vietnam sono invitate come osservatori.

I cinesi si limiteranno a partecipare alle esercitazioni legate all'emergenza, alla distribuzione di aiuti umanitari, di aiuti medici e di ricostruzione. Più in generale i Cobra Gold Drills comprendono anche esercitazioni militari via terra, mare e cielo, oltre che scontri a fuoco. I Cobra Gold Drills, iniziati nell'82, sono famosi perchè fra l'altro ai soldati è richiesto di catturare e uccidere dei cobra nella jungla, e di bere il loro sangue.

Il generale thai Tharnchaiyant Srisuwan ha dichiarato al Bangkok Post che "La partecipazione della Cina ... è un segno positivo che potrebbe ridurre i sospetti...sul ruolo dei soldati americani nella regione... Essa è anche un modo per migliorare le relazioni militari fra la Cina e i Paesi dell'Asean".

Da tempo Pechino guarda alla presenza degli Stati Uniti nel mar Cinese come un tentativo di contenimento dell'espansione cinese. Allo stesso tempo, Pechino è implicata in forti tensioni con alcuni Paesi dell'Asean per la sovranità delle isole Spratly e Paracel. Con il Giappone la Cina si contende la sovranità sulle isole Senkaku/Diaoyu.

Le esercitazioni militari si concluderanno il 23 febbraio.

Per la prima volta, quest'anno la Cina parteciperà anche alle esercitazioni militari marittime nel Pacifico. Anche queste sono guidate dagli Stati Uniti.

Fonte: http://www.asianews.it

 


 

Chengdu (Cina), 30 nov. (TMNews) - Cina e Stati Uniti hanno realizzato un'esercitazione congiunta di intervento militare in una zona disastrata, nella regione cinese dello Sichuan, dopo le manovre antipirateria nel Golfo di Aden dello scorso settembre.

Si tratta secondo gli osservatori di un segnale di miglioramento delle relazioni militari fra i due Paesi, dopo che l'Amministrazione Obama ha annunciato di voler rafforzare la propria presenza strategica nella zona del Pacifico. L'esercitazione - che ha visto impegnate anche due unità navali, una fregata lanciamissili e un cacciatorpediniere - si è svolta in concomitanza con la visita a Pechino del Segretario alla Difesa statunitense, Leon Panetta. (fonte Afp)

Fonte: http://www.wallstreetitalia.com

 

 

CINA - Chengdu. Gli Stati Uniti e le forze armate cinesi hanno svolto congiuntamente una piccola esercitazione di soccorso umanitario salutato come il primo passo e tentativo di costruire un clima di fiducia dopo un lungo periodo di sospetti crescenti tra le più grandi forze armate della regione asiatica del Pacifico.

Pur non essendo una vera e propria operazione, la due giorni tenutasi presso la caserma dell'Esercito Popolare di Liberazione al di di fuori della città di Chengdu (capitale di Sichuan) ha visto la presenza di funzionari militari statunitensi e cinesi a discutere il modo in cui avrebbero risposto a un terremoto in un immaginario Paese terzo.

Anche se questa è stata l'ottava riunione di questo genere, era la prima volta che entrambe le parti hanno discusso una risposta comune a un disastro simulato. Per tutti gli ufficiali partecipanti è stato un passo in avanti nella costruzione delle fiducia reciproca.

Per il generale Stephen Lyons (Usa), l'esercitazione ha posto le basi per il giorno in cui le due forze armate funzioneranno side-by-side in un'operazione umanitaria reale.

Mentre Washington e Pechino hanno parlato di rafforzamento della cooperazione militare per più di un decennio, la diffidenza è alta e i disaccordi su Taiwan, Corea del Nord e Mar della Cina sono ancora vivi.

La portata modesta del tavolo di simulazione sottolinea l'esitazione di fondo e la diffidenza da entrambe le parti, in particolare a Pechino, che tende a vedere gli scambi militari come una forma di influenza diplomatica da interrompere nei momenti di tensione.

Per la Cina, si può pensare che stia flettendo i propri "muscoli militari". La scorsa settimana la Cina ha messo in scena il primo atterraggio di mezzi aerei sulla sua portaerei appena commissionata, un segno dei suoi rapidi progressi per la definitiva presenza e proiezione sul mare.

Consapevoli del potenziale conflitto tra le due forze armate, entrambe le parti hanno in questi ultimi anni cercato di trovare il modo di collaborare. Le loro forze armate hanno condotto esercitazioni congiunte anti-pirateria nel Golfo di Aden, ad esempio.

Le esercitazioni umanitarie sono un modo relativamente sicuro per costruire fiducia, evitando confronti su aree politicamente sensibili.

L' Asia ogni anno è la culla di una serie di disastri naturali, rispetto a qualsiasi altra parte del mondo, e le forze armate statunitensi e cinesi si sono dimostrate essenziali per rispondere a tragedie come il terremoto del 2008 a Wenquan che ha colpito le montagne fuori Chengdu, o il terremoto del 2011 a Tohoku e lo tsunami in Giappone.

Fonte: http://www.agccommunication.eu

 


 

L'uscente Capo Delle Operazioni Navali (CNO), Ammiraglio Jon Greenert, ha detto che il suo omologo cinese, l'ammiraglio Wu Shengli, è "molto interessato alla RIMPAC 2016," ha riferito Defense News . Greenert ha parlato martedì mattina con Wu per 90 minuti in una videochiamata, poi ha raccontato parti di quella conversazione a Washington DC, durante il pranzo dove era ospite della Mine Warfare Association, della Surface Navy Association GWC, dell' Association of Naval Aviation e della Submarine League.

 

L'ammiraglio americano Jonathan Greenert, ospite sulla nave militare cinese "Datong FFG 580" durante la sua visita in Cina del luglio 2014.

 

La Rim of the Pacific Exercise, o RIMPAC, è classificata come "la più grande esercitazione marittima internazionale del mondo" dalla US Navy, la cui flotta del Pacifico ospita l'esercizio biennale vicino alle Hawaii. La Cina è stata invitata a partecipare al RIMPAC per la prima volta nel 2014, ma alcuni hanno già sostenuto che la People’s Liberation Army Navy (PLAN) non dovrebbe essere invitata di nuovo nel 2016. The Diplomat’s sa' che proprio Ankit Panda ha sostenuto a maggio che, escludendo la Cina dalla RIMPAC 2016, "si impone un costo molto ragionevole alla Cina per il suo unilateralismo in mare aperto."

Mercoledì scorso Greenert ha detto al pubblico che Wu "vuole davvero venire a RIMPAC" nel 2016. "Egli vede gli esercizi come un passo positivo nell'affrontare le sfide", ha detto Greenert. Ma ha suggerito che, in ultima analisi, la decisione sarebbe stata fatta da piani alti: "[Wu] vuole lavorare fuori dalla Cina. Ma tutti abbiamo padroni."

Il rapporto militare Usa-Cina è complesso. Da un lato i due apparati militari si concentrano sulla controparte come potenziali nemici. Il Dipartimento della Difesa statunitense starebbe spingendo per una risposta militare più forte alla costruzione di isole della Cina nel Mar Cinese Meridionale, incluso il pattugliamento all'interno della 12 miglia nautiche nell'area delle isole artificiali.

D'altro canto, tuttavia, il rapporto militare-militare ha effettivamente (e tranquillamente) fatto passi positivi negli ultimi quattro anni. Contatti militari regolari ad alto livello tra le due parti sono aumentati e stabili. Wu e Greenert, con la conversazione di martedì, mandano un segno di una maggiore comunicazione tra gli Stati Uniti e le forze armate cinesi. La chiamata era il secondo di una serie di tali chiamate video di teleconferenza, che sono in programma che si terrà trimestralmente. La chiamata precedente c'era stata alla fine di aprile.

In particolare, lo scorso anno gli Stati Uniti e la Cina hanno concordato un codice di condotta che regola gli incontri inaspettati tra marine. Il "The Code for Unplanned Encounters at Sea (CUES)", guidato da uno sforzo congiunto Usa-Cina, è stato firmato da 21 paesi del Pacifico nell'aprile 2014. Il CUES fornisce istruzioni su come i marinai dovrebbero rispondere quando si incontra un altro mezzo navale in acque internazionali. Entrambe le parti sono interessate a creare un codice simile per gestire incontri in aeree non pianificate.

Greenert detto che l'accordo CUES è stato un passo positivo: "Pensiamo di essere sulla strada giusta." Infatti, ha suggerito ampliare l'accordo per coprire le guardie costiere, come pure un passo cruciale: la China Coast Guard (non la sua marina militare) è in gran parte utilizzata per pattugliare aree marine contese nel sud e nell'est della Cina. Greenert ha riconosciuto che "le interazioni che hanno luogo nel Mar Cinese Meridionale sono prevalentemente [con] le navi della Chinese Coast Guard ... Le Marine stanno ottenendo un lungo rapporto positivo. tutti noi si dovrebbe essere realmente coinvolti in questo."

L'ammiraglio Scott Swift, comandante della flotta americana nel Pacifico, anche lui recentemente ha parlato dell'interesse degli Stati Uniti nel perseguire un codice di condotta con la Guardia Costiera cinese. "Molti degli incontri in mare che le mie navi militari hanno di frequente sono con la Costa Guardia cinese, e altre guardie costiere, come è con le navi della marina cinese."

Greenert ha detto che il comandante della Guardia Costiera degli Stati Uniti, l'ammiraglio Paolo Zukunft, ha già presentato una proposta relativa alla creazione di un accordo simile al CUES alla Guardia Costiera cinese. "Vedremo dove che va", ha detto Greenert.

Greenert stesso dara' presto le dimissioni, per essere sostituito dall'ammiraglio John Richardson (in precedenza il direttore del Naval Nuclear Propulsion Program) il mese prossimo. Greenert ha detto che aveva già introdotto Richardson a Wu, e che Wu ha invitato Richardson a visitare la Cina. Wu "è un grande collaboratore militare", ha detto Greenert, notando che gli Stati Uniti e le marine cinesi avevano gia' stabilito un rapporto di lavoro nel corso degli ultimi anni.

Se tale rapporto si estenderà alla RIMPAC 2016 resta da vedere. Nel Congresso degli Stati Uniti sta crescendo l'opposizione all'approfondimento delle relazioni militari USA-Cina senza (alcuni sostengono) nulla di positivo da ottenere da esso. Nel mese di dicembre 2014 il rappresentante degli Stati Uniti Randy J. Forbes (presidente del House Armed Services Committee’s Seapower and Projection Forces Subcommittee), ha chiesto un riesame degli scambi militari Usa-Cina.

"Qui non c'è alcuna indicazione che questo impegno ha contribuito a plasmare le azioni di Pechino in una direzione positiva, coerente con gli obiettivi degli Stati Uniti." ha scritto Forbes. "Al contrario, come abbiamo aumentato il nostro impegno di cooperazione militare nel corso degli ultimi due anni, le azioni della Cina si sono diventate piu' aggressive."

Fonte estera ed altri link presso: http://thediplomat.com

Traduzione fatta dal Webmaster del portale Ogigia, aiutandosi con i servizi di Google.

 


 

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