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Da molti anni ormai, si parla di armi ad energia; per molti però, si tratta ancora di fantascienza ed anche davanti ai test, i fatti e le notizie evidenti, lo scetticismo permane. I laser solidi però esistono eccome, e non sono nemmeno la sola unica arma ad energia attualmente in sperimentazione o in uso; esistono infatti armi a particelle, al plasma, a microonde e maser.

 

 

In questi giorni all’EXPO dell’Industria Militare di Londra, è esposto il nuovo sistema d’arma tedesco a laser solido, lo Showcases 4-Barrel, un’arma al laser composta da quattro raggi da 20 kw che sparano un fascio convergente con la tecnica di sovrapposizione; la potenza totale nel punto d’impatto è quindi pari ad 80 kw. L’arma è un sistema progettato per le marine militari ed ha molteplici usi: antidrone, contro piccole imbarcazioni, contro proiettili di artiglieria e persino contro missili e razzi. Riesce a forare tranquillamente (nella sua versione ridotta da 30kw) 80 cm di cemento armato a 1000 metri di distanza, ha un raggio d’azione anti-drone di 500 metri ed un potenziale illimitato; infatti alla Rehinmental (fabbrica tedesca di armi), hanno dichiarato che se ne può aumentare la potenza, aumentando semplicemente il numero di raggi convergenti. Questo tipo di armamento potrebbe proteggere una nave da minacce aeree e navali sparando il fascio di luce solida alla velocità della luce, sempre se l’elettronica che comanda il sistema difensivo funzioni.

 

Silent Killer, Showcases 4-Barrel.



Mentre la Germania ed altre nazioni presentano i propri laser solidi tattici, negli Stati Uniti abbiamo i HLONS (High Laser Ordnance Neutralization System), ovvero un sistema d’arma atto alla neutralizzazione delle apparecchiature nemiche; in pratica la stessa cosa del Showcases 4-Barrel, solo che in questo caso si tratta di laser mobili, montati su veicoli della fanteria o blindati. Il sistema d’arma è meglio noto come ZEUS, la versione attualmente diffusa ha uno scopo limitato alla distruzione di mine ed ordigni inesplosi, è montato su un veicolo leggero come l’Humvee, ed ha un potenziale limitato rispetto ad altri modelli. La potenza di questo raggio laser solido è pari a 10 kw, 1/8 rispetto alla potenza totale di quello tedesco per le navi da guerra.

Un altro sistema laser statunitense è il THEL (Tactical High Energy Laser), testato in Afghanistan come arma tattica di difesa contro droni, proiettili di artiglieria, razzi e missili. Il THEL è anche noto come Nautilus. Durante i test questo laser ha abbattuto molti razzi anticarro, alcuni missili e alcuni proiettili di artiglieria, il suo raggio d’azione è di circa 1.000-1.500 metri; tali parametri si riferiscono però alla versione standard del 2001, oggi i potenziamenti di questo prodotto potrebbero essere davvero notevoli.

HELLADS (High Energy Liquid Laser Area Defense System) è un altro sistema antiaereo difensivo, in questo caso della potenza di 150 kw, nato esplicitamente come sistema difensivo antiaereo, anti missile e contro i proiettili di artiglieria. Questo nuovo sistema d’arma è più potente, versatile ed efficace dei precedenti ed è attualmente in fase di test sul campo. Alcuni esemplari di questo cannone al laser potenziato (Progetto ADAM –Area Defence Anti-Munitions-) da 150 kw, dal nome HEL o nella sua versione finale LaWa, sono già stati montati su imbarcazioni dell’US NAVY (vedi USS Ponce) e sono attualmente in servizio operativo nell’area del Golfo Persico. La nuova versione è stata progettata per essere adottata da tutti i Destroyer (cacciatorpediniere) Classe Arleigh Burke della flotta statunitense. Il laser è stato molto efficiente contro i droni, abbattendone fino a tre alla volta per ogni torretta. Lo stesso è avvenuto anche con il laser solido AVENGER , montato su un Boeing dell’US Air Force.

 

Boeing YAL-1.



Mentre il sistema d’arma americano ZEUS è stato già abbondantemente testato in Iraq prima ed in Afghanistan dopo – così come il sistema THEL – un altro sistema, questa volta dell’US Air Force, è diventato ormai famoso per le sue capacità tattico-strategiche; stiamo parlando del Boeing YAL-1, conosciuto anche come ABL, un sistema aereo antidrone, con lo scopo principale di intercettare ed abbattere i missili ICBM (balistici intercontinentali). Lo YAL-1 è stato testato tra il 2002 ed il 2013, anno in cui ufficialmente sarebbe stato chiuso il programma ed i veicoli (2 laboratori aerei) sarebbero stati posti in naftalina. È nostra personale opinione però, che il progetto in realtà abbia preso nuove pieghe e nuovi orizzonti e sia attualmente in ampliamento, dato che tutti i test ebbero successo e che il prototipo dimostrò le sue capacità tattico-strategiche. Il nome dell’intero programma è Airborne Laser, e comprendeva un altro prototipo altrettanto efficace dal nome NKC-135° sempre della Boeing. Il progetto comunque sarebbe stato abbandonato per mancanza di fondi, ma sarebbe stato trasformato in un progetto di velivoli UCAV (droni) armati di laser elettrici, ovviamente la scelta di utilizzare droni elimina i rischi per l’equipaggio che era invece presente negli aerei di linea modificati. Il nuovo progetto prevede laser con capacità operativa di centinai di km ad un’altitudine operativa di 65.000 piedi.

Mentre il nuovo progetto prende forma, un altro laser tattico americano è in uso, si tratta del Programma ATL (Advanced Tactical Laser) montato su un AC-130/Gunship-Hercules (conosciuto anche come la cannoniera volante). In questo caso si tratta di un laser da 100 kw, che avrà lo scopo preciso di colpire obiettivi a terra quali mezzi ed edifici. Si tratta di un laser COIL a base chimica ossigeno-iodio, che provoca una colorazione azzurra del suo spettro, il raggio d’azione previsto di questo laser solido è di 20 km; i test di questo velivolo si sono conclusi nel 2009 con totale successo.

 

HELLADS.



Anche la Cina non è da meno e di recente ha sviluppato un’arma laser capace di colpire i droni ed un’altra già abbondantemente testata, capace di distruggere i satelliti in orbita. Secondo l’Accademia cinese di Ingegneria Fisica (CAEP), il raggio solido sperimentato dai cinesi ha superato tutti i test, abbattendo ben 30 droni su 30 con un massimo di 5 secondi dal suo lancio, ad una di.stanza di 1.000 metri. Una collaborazione tra l’Accademia cinese di Ingegneria Fisica e il Jiuyuan Hi-Tech Equipment Corporation, ha creato un laser solido anti drone, Il Guard 1. Si tratta di un laser da 10 kilowatt, con lo scopo preciso di abbattere droni volanti a bassa quota fino a 2 chilometri di distanza. Il Low Altitude è la torretta elettro-ottica di Guard 1 e può vedere ad una distanza di 5 chilometri di molti target (obiettivi).

 

Maritime Security GLARE LA-9/P.



I cinesi hanno anche sviluppato armi da fanteria a laser accecante, con lo scopo ufficiale di accecare i piloti militari in fasi di atterraggio o decollo (vedi modello laser dell’QBZ-95). Lo stesso tipo di tecnologia e con gli stessi scopi, l’hanno realizzata negli USA con il fucile d’assalto Glare La-P 9; queste armi potrebbero essere le precorritrici di armi laser solide per la fanteria.

Lo stato d’Israele ha creato il suo sistema antiaereo al laser solido della Rafael denominato Iron Beam (raggio di ferro), presentato all’Airshow di Singapore del 2014 e con le stesse potenzialità di quelli USA.

Anche la Russia sta sviluppando le sue armi laser, in effetti al momento sono molto concentrati nello sviluppo di un aereo IL- 76 armato di laser solido antidrone ed antisatellite; questo progetto in realtà è partito in Unione Sovietica nel 1980 ed ha lo scopo di creare un velivolo capace di abbattere a distanza altri velivoli come per esempio i droni, ma anche più semplicemente di distruggere la rete delle telecomunicazioni aeree ed al suolo. In pratica è un velivolo munito di laser solido, con lo scopo principale di annientare i sistemi avversari di comunicazione, spionaggio e infiltrazione. L’aspetto più importante di questo tipo di sistema d’arma è che il suo fascio è capace di colpire satelliti e veicoli orbitali.

 

Laboratorio laser russo Ilyushin A-60 Beriev.



Un altro progetto russo dell’aeronautica ha visto l’impiego di un aereo Ilyushin A-60 Beriev nel 1977, il cui primo volo avvenne nel 1991, proprio quando crollava l’Unione Sovietica. Il primo prototipo si distrusse in uno strano incendio aeroportuale a Shkalovskaya, il secondo è stato ripristinato ed ha cominciato nuovi test per la Russia nel 2003 e da allora non sono trapelate molte notizie sul progetto. L’11 dicembre 2014 l’ex Capo di Stato Maggiore russo Yuri Baluyevsky ha annunciato che mentre i successi degli Stati Uniti con i test dei laser navali venivano resi pubblici, anche la Russia stava effettuando i suoi test, ricordando anche che tutte le nazioni tecnologicamente avanzate e con il potenziale economico militare adatto, sono nelle condizioni di sviluppare tali armi e tecnologie e lo fanno costantemente.

Inserito il 29/09/2015 da Gabriele Lombardo.

Fonte: http://www.seven-network.it

 


 

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