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Ultimamente sempre più fatti dimostrano che la Repubblica Popolare Cinese allarga la produzione dei vari tipi di sistemi strategici capaci di servire da mezzi vettori di armi nucleari. Recentemente l’agenzia Kyodo ha comunicato con riferimento a documenti cinesi che esistono piani di aumento del potenziale nucleare della Cina.

 

 

Dati ufficiali sull’arsenale nucleare cinese non vengono pubblicati. Secondo le stime della maggioranza degli esperti, attualmente la Cina possiede 250 testate nucleari. Nel 2004 il Ministero degli Esteri cinese ha dichiarato che la Cina aveva il piu' piccolo arsenale nucleare tra tutte le ufficiali potenze nucleari. In quel periodo ciò significava che la Cina possedeva meno testate che la Gran Bretagna che ne aveva allora 225. In passato le stime occidentali dell’arsenale nucleare cinese variavano da 160 a 200 testate. Così, adesso avviene una crescita graduale dell’arsenale nucleare cinese.

Attualmente la Cina sta per diventare la potenza militare dominante del Pacific Rim. La Cina possiede un immenso potenziale nella sfera degli armamenti non nucleare e tra breve sarà capace di infliggere un danno colossale all’economia, all’infastruttura e alle forze armate di qualsiasi paese dell’Est asiatico senza ricorrere alle armi nucleari. Così, gli arsenali cinesi di missili da crociera e di missili balistici non nucleari di piccola e media gittata, che hanno un’alta precisione, consentono o consentiranno in un futuro non lontano di conseguire tale risultato nei confronti di qualsiasi paese della regione, incluso il Giappone.

A quanto risulta, l’accrescimento del potenziale nucleare cinese avverrà in due fasi. Ma comunque la Cina cercherà di uguagliare, alla fine, l’arsenale nucleare americano (2.100 testate) e poi quello russo (4.500 testate, incluse quelle tattiche).

Nella prima fase, che è probabilmente già iniziata, l’accrescimento del potenziale nucleare cinese è dettato dalla necessità di conservare la capacità di contenere gli USA. I principali fattori che spingono la Cina ad accrescere il proprio potenziale sono lo schieramento dei sistemi di difesa antimissile americani, lo sviluppo delle armi ad alta precisione e dei mezzi di ricognizione, l’aumento dell’attività militare degli USA e dei loro alleati nel Pacific Rim. I vecchi missili balistici cinesi a propellente liquido hanno già fatto il loro tempo, mentre gli esistenti missili intercontinentali a propellente solido sono troppo pochi per garantire un colpo di ritorsione contro gli USA.

È ovvio che la Cina cercherà di sostituire tutti i vecchi missili pesanti DF-5 a propellente liquido con i nuovi missili intercontinentali DF-41 a propellente solido. I nuovi missili saranno dotati di testate multiple per poter superare in modo più sicuro la difesa antimissile, mentre i vecchi missili avevano testate monoblocco. Nello stesso tempo sarà aumentata la quantità di missili mobili DF-31A. Una parte degli stessi può essere munita di testate multiple di 3 ordigni. Inoltre, missili navali JL-2 saranno schierati su come minimo 5 sottomarini. Saranno dispiegati anche nuovi e più efficaci missili di media gittata capaci di colpire bersagli ad una distanza fino a 4.000 chilometri. Tutti questi provvedimenti, che saranno conclusi entro il 2020, consentiranno alla Cina di avere un potenziale nucleare affidabile.

Successivamente per la Cina sarebbe logico passare ad una seconda fase di allargamento del potenziale nucleare, finalizzata cioè non solo a garantire l’inflazione agli USA di un serio danno in seguito ad un colpo di ritorsione, ma ad assicurare la capacità di distruggere gli USA in caso di conflitto. Si tratterà di un aumento della quantità di testate sui missili balistici intercontinentali e sui missili balistici installati sui sottomarini fino ad una quantità paragonabile con gli arsenali nucleari strategici della Russia e degli USA. È noto, ad esempio, che la Cina ha sviluppato il progetto di una nuova serie di sottomarini nucleari portamissili (progetto 096) e lavora anche ad un nuovo e più potente missile balistico navale.

L’aumento da poche decine fino ad alcune centinaia della quantità di testate nucleari cinesi capaci di raggiungere il territorio degli USA avrà profonde conseguenze per la situazione militar-politica nell’Est asiatico. Già adesso suscita dubbi la disponibiità degli USA ad entrare immediatamente in un conflitto armato con la Repubblica Popolare Cinese per la difesa persino di alleati chiave come il Giappone. Gli americani dovranno compiere energici sforzi per dissipare tali dubbi. Un potente arsenale nucleare può diventare per la Cina uno strumento efficace e relativamente poco costoso per la realizzazione nell’Est asiatico della propria versione della dottrina Monroe. Il prezzo dell’eventuale ingerenza militare negli affari della regione da parte di potenze esterne può diventare troppo alto.

Fonte: http://italian.ruvr.ru

 

 

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