Come in Call of Duty, la realtà aumentata proiettata dal dispositivo Hud 3.0 sviluppato per l’esercito degli Stati Uniti fornirà in tempo reale tutti i dati missione ad ogni soldato di fanteria impiegato sul campo.

Integrato nel proprio elmetto, il primo sistema di realtà aumentata chiamato Hud 3.0, permetterà ai soldati di capire rapidamente dove si trovano, dove si trova il resto della loro unità, e dove si trova il nemico: attraverso un display heads-up (Hud) progettato per consentire ai soldati in combattimento di orientarsi meglio sul campo e reagire più rapidamente ed efficacemente ad una minaccia nemica.

Il concetto di realtà aumentata si basa sul display heads-up già utilizzato sugli aerei da combattimento. Introdotti alla fine degli anni ’70, gli Hud proiettano al pilota informazioni chiave come velocità, altitudine, direzione, modalità radar e armi disponibili sul campo visivo del pilota di un caccia, permettendo al pilota di tenere gli occhi puntati sui cieli. Recentemente l’esempio del casco di terza generazione sviluppato per i piloti di F-35 ha dimostrato la possibilità di integrare queste informazioni in un display parte dell’equipaggiamento individuale e non parte del velivolo. Adesso anche l’esercito vuole che l’Hud 3.0 con le stesse “funzioni” applicate al campo di battaglia terreste: tenendo traccia della posizione di un soldato, delle posizione ‘amiche’  e di altre informazioni chiave. Questo sistema eliminerebbe la necessità di usare una mappa, bussole, e radio per individuare la posizione della propria unità, o di un’altra unità amica. Accelerare il processo di acquisizione e condivisione delle informazioni consentirebbe alle truppe schierate di muoversi più rapidamente e avere sempre un vantaggio nei confronti del nemico, che verrebbe identificato e segnalato in tempo reale.

Il sistema HUD 1.0 – l’Enhanced Night Vision Goggles III – permette già oggi al soldato di fanteria di avere sotto controllo il campo visivo della suo fucile d’assalto M4 attraverso un particolare mirino termico collegato a un monocolo montato sul casco. Attraverso questo sistema, il soldato può sparare da posizione riparata senza esporsi completamente al fuoco nemico, ma sporgendo solo la canna del fucile d’assalto. Lo step 2.0 non sarebbe al passo con lo sviluppo tecnologico e con le necessità delle truppe di fanteria, per questo gli ingegneri dell’esercito stanno collaborano con un “partner industriale” privato la cui identità non è stata rivelata per sviluppare direttamente l’HUD 3.0.

Uno potenziali e principali problemi del sistema Hud di terza generazione potrebbe rivelarsi il “bombardamento d’informazioni” cui il soldato impegnato in prima linea sarebbe sottoposto – si pensi un villaggio mediorientale deserto, o in un teatro urbano pieno di finestre dalle quale potrebbe sparare un cecchino. La mole di dati proiettata dal display potrebbe affollare il campo visivo con informazioni inutili in un momento sbagliato – magari mentre l’unità è sotto il fuoco di Rpg e cerca di puntare al bersaglio per eliminarlo il prima possibile. Il secondo problema potenziale è quelli di rendere abbastanza resistente il display, che dovrebbe sopportare gli urti e le condizioni del campo i battaglia.  Il display HUD 3.0 potrebbe entrare in servizio nel 2020/2021, in concomitanza con la nuova generazione di Advanced Combat Helmet (ACH) ordinati dall’US Army. Fatti di nuovo materiale compositoDyneema, saranno capaci di deviare un proiettile sparato con un pistola calibro 9mm e proteggere la ‘testa’ dell’operatore dalle schegge propagate dall’esplosione di un ordigno a frammentazione (IED o bombe a mano), garantendo un peso inferiore approssimabile al 22% rispetto agli odierni elmetti in Kevlar.

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it

 

 

Categoria: Geopolitica
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