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Pechino da tempo considera il diventare una potenza marittima un fattore urgente e necessario per raggiungere l’auspicato ruolo di player globale.

Il South China Morning Post, il più importante giornale di Hong Kong, ha pubblicato qualche giorno fa un lungo articolo sulla neo acquisita capacità cinese di comunicare con i propri sottomarini via radio, utilizzando una nuova stazione terrestre.

Ci sono voluti 13 anni per mettere a punto il sistema WEM (Wireless Electromagnetic Method), in grado di emettere onde radio Extremely Low Frequency (ELF).

La nuova stazione, la cui ubicazione non è nota (ma potrebbe trovarsi nella regione di Huazhong, nella Cina centrale), occupa 3.700 km quadrati - cinque volte la dimensione di una città come New York -, ed è costituita da una enorme antenna capace di emettere segnali ELF con una frequenza compresa tra 0,1 e 300 hertz.

La struttura è costituita da una coppia di linee di alimentazione ad alta tensione, orientate rispettivamente da nord a sud e da est a ovest, poggiate su tralicci di acciaio, a formare una croce larga 60 km e lunga da 80 km a 100 km.

Due centrali elettrificano il terreno con correnti elevate a impulsi lenti e ripetuti (le due linee finiscono interrate con uno spesso filo di rame) irradiando nella crosta terrestre onde elettromagnetiche captabili da qualsiasi ricevitore nel raggio di 3.500 km.

Tra i vantaggi del sistema, la difficile individuabilità per l’apparente somiglianza a una normale rete elettrica e la sua difficile neutralizzazione, essendo dislocato lontano dalla costa.

Tale capacità si configura anche come dual use, risultando impiegabile nel campo della introspezione geologica (rilevazione di minerali e petrolio, individuazione di strutture sotterranee a grande profondità e analisi delle faglie della crosta terrestre per lo studio dei terremoti).

Gli svantaggi, per contro, sono riconducibili al potere cancerogeno delle emissioni a bassa frequenza, come più volte attestato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, che ritiene le onde ELF estremamente dannose per l’uomo.

Anche Stati Uniti e Russia hanno nel tempo raggiunto significative capacità nel campo della trasmissione ad onde corte.

Gli USA realizzarono in Wisconsin, a partire dalla fine degli anni 60, una stazione con due linee elettriche da 45 km, in grado di emettere onde ELF a 76 hertz (è stata dismessa più di dieci anni fa). La U.S. Navy ha nel tempo preferito utilizzare per le comunicazioni con i sottomarini, frequenze VLF (very low frequency), comprese tra i 3 e i 30 kilohertz, capaci di veicolare più informazioni e penetrare l’acqua a maggiore profondità (sino a 40m).

Anche l’Unione Sovietica negli anni 80 costruì una stazione ELF nel circolo polare artico: era alimentata da due linee elettriche da 60 km, con una frequenza di 82 hertz, in grado di raggiungere tutti i sottomarini in navigazione sotto la calotta polare

La Russia, verosimilmente, non è estranea, in termini di supporto tecnico, al raggiungimento di questo nuovo traguardo da parte di Pechino.

di Antonio Vecchio - 22/01/19

Fonte: http://www.difesaonline.it

 

 

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