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Si chiama “Ocean Multipurpose System: Status-6”, un progetto fino a poche ore fa segreto e svelato “involontariamente” dai russi. Si tratta di un siluro dotato di una testata nucleare, in grado di “provocare danni inaccettabili, contaminando vaste zone costiere nemiche rendendole completamente senza vita per lunghi periodi di tempo”.

 

 

Il drone a propulsione nucleare dovrebbe avere una velocità di 105 km/h ed una portata massima di 10.000 chilometri (più di 6.200 miglia) e sarà in grado di bypassare il sistema di difesa della NATO. Curioso anche il modo in cui lo “Status-6” è stato svelato. Durante le riprese dell’incontro tra Vladimir Putin ed i funzionari della Difesa, che si è svolto a Sochi due giorni fa, alcune emittenti russe hanno “sbadatamente” ripreso le informazioni del progetto ultra-segreto tra le mani di un generale. Il prototipo, si legge, dovrebbe essere pronto entro il 2019 con prove in mare previste per l’anno successivo.

Particolarmente moderata la reazione del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "E' vero, alcune informazioni classificate sono state riprese dalle telecamere. Alcune le abbiamo fatte cancellare, ma non siamo riusciti a ritirare l’intero girato. Ci auguriamo che questo non accadrà più in futuro”.

Nonostante il monito “comprensivo” da buon padre di famiglia, in pochi credono davvero che un progetto del genere sia sfuggito per una fortuita coincidenza ai militari russi, considerando che la riunione verteva proprio sulle contromisure da adottare in uno scontro ipotetico contro la NATO e gli Stati Uniti.

Dello Status-6 non si sa nulla. Secondo l’unica foto disponibile, tratta dal filmato, il siluro dovrebbe essere lanciato dai sottomarini a propulsione nucleare 0985 e 09851, relativamente recenti, ritenuti un’evoluzione degli Oscar II. Da rilevare che la Russia non è l'unico paese che sta lavorando sui droni sottomarini, ma è certamente l’unico (almeno ufficialmente) a lavorare su quella che sembra una devastante “bomba sporca".

Quella definizione ufficiale per descrivere il sistema, “danni inaccettabili”, lascia spazio a diverse interpretazioni.

di Franco Iacch - 12/11/15

Fonte: http://www.difesaonline.it

 

 

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