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È una guerra silenziosa che va avanti da circa un secolo. Tutti se ne sono accorti, ma nessuno riesce a fare niente per fermarla: è la (poco) famosa invasione delle formiche argentine nel mondo. Da anni la Linepithema humile, originaria del bacino paludoso del Paranà (più o meno un’area suddivisa tra Argentina, Brasile e Uruguay), sta conquistando la Terra. È una delle specie più invasive della storia, tanto che è stata inserita nella classifica dei 100 animali più pericolosi per l’ecosistema.

 

 

Tutto comincia, con ogni probabilità, alla fine dell’800: qualche esemplare di Linepithema humile sale di straforo su qualche battello diretto a New Orleans. Nel suo habitat di origine la Linephithema humile difende, in modo molto feroce, il proprio formicaio. Ogni intrusione, sia ad opera di altre formiche della stessa specie, sia di formiche di specie diverse, viene respinta con forza. Quando due formiche si incontrano, si sfregano le antenne per riconoscersi. Se il sapore (dovuto alla combinazione genetica) è familiare, allora la formica “straniera” viene considerata amica, e allora viene accolta con tutti gli onori. Se, al contrario, viene considerata “estranea”, scatta l’ordine di uccidere l’invasore. Questo, almeno, era ciò che succedeva nelle paludi del Paranà. Nel momento in cui sbarca nel Nord America, tutto cambia. Anziché formare piccole colonie distribuite su formicai diversi, in competizione tra loro, la Linepithema humile ha cambiato strategia, trasformandosi in una sorta di esercito unito: combattono contro ogni altra specie di formica ma accolgono tutte le altre linepitheme humili, senza badare al formicaio di provenienza. Evita perdite di tempo e dispersione di energia: è qui che comincia la guerra, e la conquista del mondo. Le altre specie, quelle autoctone furono travolte dalla nuova strategia. E la Linepithema humile, dopo gli Usa, è sbarcata in Europa: prima in Inghilterra, poi nel più consono mediterraneo: Francia, Spagna e Italia. La guerra contro l’invasione, raccontata anche da Italo Calvino nel 1970 (vedasi "La formica argentina" ) si è rivelata un fallimento. La formica è arrivata in Giappone, in Australia, in Nuova Zelanda. E continua ancora a uccidere e sconfiggere le formiche rivali. Gli scienziati si sono spesso stupiti di fronte a questo cambiamento (decisivo) nelle abitudini della formica. Come è potuto accadere? Forse l’endogamia forzata ha ridotto le differenze biochimiche tra i vari esemplari, per cui nel nuovo ambiente tutte le formiche di L. humile erano percepite come sorelle e non più nemiche? È possibile. In ogni caso, come in tutte le storie di conquista e vittoria, ci sono casi di separazioni e scismi. Esistono varie super-colonie di L. humile, che si sono staccate dal ramo dominante e hanno dato vita a organismi semi-autonomi. È successo a San Diego e in Catalogna. Ma l’esercito continua la sua marcia, distruggendo ogni specie nemica che incontra: almeno 30 milioni di formiche vengono uccise in questa guerra senza quartiere. Al momento, nel mondo c’è almeno un triliardo di Linepithema humili. E, se niente cambia, ce ne saranno sempre di più.

Fonte: http://www.linkiesta.it

 


 

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