Lo sviluppo di un territorio è l’opportunità per una comunità locale di migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti e dell’ambiente naturale. Qualsiasi opera o infrastruttura non può dimenticare questa regola ferrea, pena l’autodistruzione: preservare l’equilibrio che l’uomo e la natura hanno costruito nel corso dei millenni.
A Castelvetro Piacentino, paese rurale in riva al Po dove passa l’autostrada Brescia-Piacenza, mi segnalano che si sta pensando di costruire un altro pezzo di autostrada (km.9), che taglierà la campagna e attraverserà il Grande fiume con un nuovo ponte verso Cremona. Molti (anche a livello istituzionale) credono che quest’opera non risolva i problemi di traffico ma li genera, che è sovradimensionata rispetto alle necessità e che creerà una ferita enorme all’ambiente naturale. Insomma, che non ne vale la pena. Anche Nonna Quercia ne farà le spese: è un bellissimo esemplare secolare, sano, con 4 metri di circonferenza del tronco, 20 metri di altezza e almeno 35 metri di diametro della chioma… Molti vanno a visitarla e a onorarla quando passano di lì. Una meraviglia della natura, come sostiene anche la Guardia forestale. Il fatto è che, nel progetto del raccordo autostradale, Nonna Quercia non solo non è citata, ma una grande riga nera (la strada) ci passa sopra. Da lì abbiamo capito che non c’è speranza per lei e che un pezzo di storia della zona se ne andrà con lei, per sempre. Ora, con tutta la buona volontà e la comprensione per l’ingegno umano, ritengo che la mancanza di rispetto verso Nonna Quercia, e per tutti gli altri Saggi di un territorio, sia un chiaro atto di stupidità, soprattutto un atto inutile, rispetto a infrastrutture che non servono. Un atto di masochismo puro, verso la nostra identità di esseri umani che vivono in un luogo.
Licia Colo'
Fonte: http://www.animalieanimali.it
Il sito del comitato per salvare questo storico albero: http://www.salviamononnaquercia.com