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Le centrali nucleari sono pericolose, lo testimoniano i continui incidenti che avvengono nel mondo, alcuni dei quali minimizzati quando sono evidenti, altri invece, probabilmente omessi e di cui nulla trapela, per non parlare dello smaltimento delle scorie nucleari che interessa anche le centrali nucleari al momento dismesse, rifiuti che rimangono radioattivi per un lungo periodo di tempo, dovendo essere isolati dalle persone per migliaia di anni per poterne ridurre la loro pericolosità.

 

 

In Italia deve essere ancora deciso quale area, entro il 2025, dovrà custodire 90mila metri cubi di rifiuti radioattivi, argomento scottante che non ha trovato ancora una soluzione, e che deputati e senatori preferiscono tenere alla larga, ricordando l’episodio del 2003, quando il governo Berlusconi fu costretto dalle rivolte a cancellare il deposito di Scanzano Jonico, in Basilicata.

La questione non può essere rimandata, perché tra il 2019 e il 2025, i rifiuti a più alta intensità, quelli più delicati, che sono stati mandati in Francia e in Gran Bretagna per essere riprocessati, subendo la separazione del combustibile nucleare nelle sue principali componenti, dovranno tornare in Italia. Infatti l’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Iaea) ci chiede un deposito a bassa e media intensità, mentre gli accordi con la Francia del 2006 prevedono anche la costruzione di un sito per l’alta intensità.

La conferma della pericolosità del nucleare viene confermata da una notizia apparsa sul quotidiano inglese Telegraph, dove si spiega che, a distanza di 28 anni dal disastro nucleare di Chernobyl, avvenuto nell’aprile del 1986 in Ucraina, un terzo dei cinghiali tedeschi della Sassonia, conservano nella loro carne memoria dell’esplosione della centrale nucleare, essendo a loro volta radioattivi. Considerando 750 animali cacciati in un anno, è risultato che 297 hanno superato il livello di 600 becquerel per chilogrammo, soglia limite per il consumo umano.

La Sassonia si trova a più di 1.000 chilometri da Chernobyl, ma vento e pioggia, hanno spostato verso ovest la nube radioattiva, contaminando la fauna e la flora delle foreste tedesche. I cinghiali sono particolarmente colpiti perché si nutrono di funghi, i quali risultano ancora irradiati. Questo problema non è comunque di facile soluzione, perché gli esperti, tenuto conto dei livelli di contaminazione osservata, prevedono che il ritorno alla normalità non avverrà prima di 50 anni.

A questo punto non saranno radioattivi solo i funghi, ma anche tutto il resto e non solo in Germania, compresi gli esseri umani. La pericolosità del nucleare è sotto gli occhi di tutti, ma credo che sia un fardello del quale non ci libereremo tanto presto, considerando anche la smania con la quale alcuni Paesi si stanno adoperando per dotarsi di armi sempre più potenti che includono il nucleare.

L’uomo non può non imparare dagli effetti, solo in questo modo potrà giungere alle cause, egli è un apprendista stregone incapace di controllare ciò che mette in moto, ma così è la vita, un processo di discriminazione continuo, attraverso il quale comprendere come divenire innocui… E ahimè siamo ancora lontani da questo conseguimento.

Fonte: http://www.primapaginadiyvs.it

 


 

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