Tecnicamente la Russia è pronta a disattivare l'Internet mondiale, ma questo processo non sarà indolore, ha dichiarato il consigliere del presidente per lo sviluppo di internet Herman Klimenko.

"Tecnicamente siamo pronti a qualsiasi azione, i guasti si verificano sempre quando si passa da una tecnologia all'altra. Esiste una buona omologazione, ogni sistema si caratterizza non per errori e disfunzioni, ma per la reazione ai bug e guasti" è stata la dichiarazione di Klimenko al programma televisivo NTV Posdnjakov.

Il consigliere del presidente ha detto che la disattivazione dall'internet mondiale non sarà indolore, perché "si scoprirà che qualcuno ha conservato i propri dati all'estero, anche se c'è un decreto per memorizzarli qui". Ha ricordato, inoltre, che esiste già un segmento russo di Internet, istituito con decreto del presidente Vladimir Putin appositamente per i funzionari.

Klimenko ha detto anche che la disattivazione della Russia dal mondo di Internet, come è successo per l' "isolamento della Crimea", può accadere in qualsiasi momento. Ha fatto l'esempio dei ripetitori, che se disattivati sono capace di rendere "il paese emarginato". Ha ricordato che nel 2010 il governo ha emanato un decreto secondo il quale le autorità russe dovevano passare al gestore nazionale programmato in cinque anni, tuttavia, questo l'ha fatto solo il servizio federale giudiziario.

"Non voglio usare la parola sabotaggio. Ma ci hanno mostrato chiaramente che bisogna prendersi cura della casa e la serratura deve stare sulla porta. E dovrebbe essere la nostra. Questo è vero" ha detto Klimenko.

Ricordiamo che nel mese di gennaio, quasi il 60% dei russi ha appoggiato la proposta del Consiglio di sicurezza della Russia per un internet indipendente all'interno dei paesi membri del BRICS.

 

Fonte: https://it.sputniknews.com

 

 

Il test di disconnessione pianificato consisterebbe nel garantire che la trasmissione dati tra cittadini e organizzazioni russi si mantenga nel Paese anziché essere indirizzata all’estero. È stato progettato dalle autorità e dai principali fornitori di servizi Internet russi. I vari attori accetterebbero di disconnettere brevemente il Paese da Internet per raccogliere informazioni e fornire commenti e emendamenti a un progetto di legge presentato al parlamento russo nel dicembre 2018, secondo quanto riferito dall’agenzia RosBiznesKonsalting (RBK). L’anno scorso, il Parlamento russo approvò una legge che impone ai fornitori di servizi Internet russi di garantire l’indipendenza dello spazio Internet russo (Runet), in modo che possa disconnettere il Paese dal resto di Internet in caso di aggressione straniera. Nell’ambito di questi importanti cambiamenti tecnici, le società di telecomunicazioni russe dovrebbero anche avviare “mezzi tecnici” per reindirizzare il traffico Internet russo verso punti di scambio approvati o gestiti da Roskomnazor, l’ente delle telecomunicazioni russe, la cui responsabilità è ispezionare il traffico al fine di bloccare contenuti vietati e garantire che il traffico tra gli utenti russi rimanga nel Paese e non sia diretto verso i server esteri, dove verrebbe intercettato. Nel dicembre 2018, i senatori Andrej Klishas e Ljudmila Bokova, nonché il deputato Andrej Lugovoj, presentavano alla Duma di Stato della Federazione russa, un disegno di legge per creare misure di protezione Internet in Russia. La Russia, come Iran e Corea democratica, sono accusati degli attacchi hacker e la NATO ha ripetutamente annunciato una risposta grave agli attacchi informatici, cui la Russia è costantemente accusata di indulgere. La Russia è accusata da anni di attacchi informatici contro Stati e organizzazioni. Mosca è stata accusata di aver disturbato le elezioni presidenziali USA del 2016 . Il cyberattacco che colpì il National Democratic Committee (DNC) degli Stati Uniti nel giugno 2016, sarebbe stato orchestrato dal gruppo hacker noto come “Fancy Bear” o APT 28, che sarebbe affiliato al GRU, l’intelligence militare russe, secondo lo spionaggio statunitense. La Russia è anche accusata di un attacco informatico al quartier generale del Comitato internazionale per il controllo delle armi chimiche, interrotto dall’intelligence militare olandese con l’aiuto inglese. Nel gennaio 2018, il ministro della Difesa inglese Gavin Williamson, con un discorso allarmista, accusava la Russia di spiare infrastrutture critiche del suo Paese nell’ambito di un piano per creare “caos totale” che “causi migliaia e migliaia di morti”. Molto prima, nel dicembre 2017, The Guardian riferì che navi russe venivano regolarmente avvistate vicino a cavi sottomarini dell’Atlantico per le comunicazioni tra Europa e Stati Uniti, ed altre parti del mondo. Sulla base di tali informazioni, Stuart Peach, capo dello Stato Maggiore della difesa inglese, membro del Comitato militare della NATO, denunciò le azioni della Russia rappresentare una grave minaccia al Regno Unito, Nazioni Unite e NATO. Stuart Peach, all’epoca, esortò la NATO a tenere conto di queste azioni ed adottare le misure necessarie per affrontare la modernizzazione della flotta russa, che credeva continuasse a “perfezionare il suo arsenale per la guerra non convenzionale”. Il test di disconnessione fa parte di un accordo raggiunto in una sessione del gruppo di lavoro, a fine gennaio, sulla sicurezza delle informazioni, del progetto di legge denominato Programma nazionale di economia digitale. Il gruppo di lavoro, che comprende importanti società di telecomunicazioni russe come MegaFon, Beeline, MTS, RosTelecom e altri, è presieduto da Natalja Kasperskij, direttrice della società di sicurezza informatica russa InfoWatch e cofondatrice di Kasperskij Lab. NATO ed alleati minacciavano di punire la Russia per gli attacchi informatici e altre interferenze online cui viene regolarmente accusata. La disconnessione pianificata fornirebbe agli ISP i dati su come reagirebbero le reti in caso di possibili attacchi contro Internet russa. Secondo RBK, tutti i provider di servizi Internet concordavano cogli obiettivi della legge, ma non erano d’accordo sull’implementazione tecnica, che a loro avviso causerebbe gravi interruzioni del traffico Internet russo. Anche i servizi Internet locali Mail.ru e Yandex.ru sarebbero favorevoli al test di disconnessione.

Misure nell’ambito del programma nazionale sull’economia digitale.
Tuttavia, il governo russo ha accettato di coprire il costo della modifica dell’infrastruttura ISP e dell’installazione di nuovi server per reindirizzare il traffico verso i punti di scambio approvato da Roskomnazor. Inizialmente, il budget del progetto di sicurezza delle informazioni era stimato a 27,9 miliardi di rubli. Secondo una fonte vicina al processo di stesura del disegno di legge, sono necessari 20 miliardi di rubli. In effetti, il progetto che risponde alle minacce della NATO alla Russia e su cui il governo lavora da anni, è pienamente approvato dal Presidente Putin e dovrebbe essere adottato. Sono in corso discussioni per trovare i metodi tecnici appropriati per disconnettere la Russia da Internet con tempi di inattività minimi per utenti e agenzie governative. Tra le misure previste dalla legge, la Russia costruisce la propria versione del sistema di indirizzi di rete, noto come DNS, per funzionare se i collegamenti ai server situati all’estero venissero interrotti. Nel 2017, le autorità russe dichiararono di rendere il 95% del traffico Internet locale entro il 2020. Perciò, le autorità persino costruirono un backup locale del sistema dei dominio, testato per la prima volta nel 2014 e poi nel 2018, e che sarà componente importante della Runet quando gli ISP disconnetteranno il Paese dal resto del mondo. Questo progetto fa parte degli sforzi della Russia per raggiungere l’autonomia su Internet, mentre attualmente delle 12 organizzazioni che sovrintendono ai root server DNS, alcuna è in Russia, secondo BBC News. Questo progetto, che richiede la trasmissione di tutte le comunicazioni di cittadini e organizzazioni nei punti approvati dal governo, sembra essere finalizzato all’istituzione di un sistema di censura simile a quello osservato in Cina, dove si cerca di eliminare il traffico proibito. Come promemoria, il governo cinese controlla Internet cinese ed impone la censura ad agenti come il browser personalizzato che Google si era impegnato a lanciare in Cina, prima di abbandonare temporaneamente il progetto. La data del test non veniva ancora rilasciata, ma dovrebbe aver luogo prima del 1 aprile, scadenza per presentare emendamenti alla legge, nota come Programma Nazionale Sull’Economia Digitale.

Traduzione di Alessandro Lattanzio.

Fonte: http://aurorasito.altervista.org

 

 

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