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Il Dipartimento della Difesa è profondamente interessato al binomio uomo-macchina, ma quando si tratta di uccidere la decisione sarà presa sempre dalla componente umana. È quanto ha affermato il generale dell’Air Force Paul Selva, vice presidente del Joint Chiefs of Staff durante un incontro al Center for Strategic and International Studies, a Washington. Le sue dichiarazioni hanno fatto il giro del mondo.

 

 

Sebbene non ci sia nulla di classificato (la tempistica comunicata sarebbe inferiore a quella realmente raggiunta dai militari), Selva ha comunque attirato su di se l’attenzione per l’approccio teorico ed etico del Dipartimento della Difesa sullo sviluppo delle autonomous weapon.

“Gli scienziati stimano che entro i prossimi dieci anni saremo in grado di sviluppare un’arma autonoma, in grado di decidere chi o cosa distruggere. Gli Stati Uniti hanno già deciso che non combatteranno mai in quel modo e che l’uomo, quando si tratta di Warfighting, farà sempre parte dell'equazione. Le insidie che si nascondono dietro la tecnologia autonoma e l’Intelligenza Artificiale sono molte, così come le implicazioni giuridiche ed etiche. Siamo militari ed in guerra siamo costretti ad uccidere il nemico. Non mi nascondo, è quello che facciamo. I metodi che utilizziamo, all’interno di quel contesto, sono sempre regolati dalla legge e convenzione. Ci confrontiamo costantemente per determinare l’impatto degli strumenti che stiamo sviluppando, ma l'uomo dovrà essere sempre determinante nella decisione finale nei sistemi automatizzati. E’ una linea che non attraverseremo”.

Selva, però, è consapevole che la linea potrebbe essere superata da altri paesi. “Abbiamo bisogno di regole per governare la guerra gestita dalle IA, ma sono consapevole che non tutte le potenze mondiali le rispetteranno. Prima ancora di costruire un Terminator, dovremmo scrivere leggi che dovranno vincolari tutti i paesi nel mondo. Nessuno dovrà costruire delle macchine totalmente auto-coscienti, ma sono sicuro che ciò non avverrà. Dobbiamo capire quale è il limite, prima di creare qualcosa come un Terminator fisico o informatico. L’uomo dovrà sempre essere inserito nel ciclo decisionale”. Eppure poche ore fa, in uno studio del prestigioso Defense Science Board, le conclusioni espresse sono quasi antipodali a quelle del generale Selva. “Il Dipartimento della Difesa deve accelerare lo sviluppo di sistemi automatizzati, sia per il loro valore militare che per mantenere il vantaggio tecnologico sugli avversari. Macchine e computer in grado di elaborare molti più dati rispetto a quanto possano fare gli umani, permetteranno agli Stati Uniti di scardinare l’asset di un avversario. Questo è il motivo per cui è vitale per gli Stati Uniti mantenere un vantaggio militare”. E se “Skynet” diventasse autocosciente? “Prima o poi qualcosa andrà storto. Dobbiamo essere in grado di consentire ai team umani e non di intervenire, correggere o interrompere le azioni in modo tempestivo e appropriato. La macchina deve essere verificabile ed in grado di conservare e comunicare un immutabile e comprensibile ragionamento dietro le sue decisioni, a sostegno delle azioni compiute”.

Nello studio della Defense Science Board, si consiglia al Dipartimento della Difesa, di “effettuare una serie di esperimenti sui prototipi che potrebbero dimostrare un chiaro valore operativo”.

I progressi dell'Air Force Research Laboratory Si chiama ALPHA ed è un’intelligenza artificiale realizzata dalla Psibernetix, società fondata dall’University of Cincinnati in collaborazione con l'Air Force Research Laboratory. Secondo quanto emerge dai report pubblicati dal Journal of Defense Management, ALPHA è uno dei migliori piloti da caccia del pianeta. Nelle simulazioni dogfight con alcuni ex istruttori dell’Air Force con migliaia di ore di volo alle spalle, ALPHA non sarebbe mai stato abbattuto. Anzi, sarebbe passato al contrattacco della sua controparte umana. ALPHA è attualmente definita come “l’A.I. più aggressiva, reattiva, dinamica e credibile mai creata”.

Durante i primi test, ALPHA ha combattuto con diversi simulatori, gli stessi attualmente utilizzati dal Pentagono per addestrare i propri piloti. Specificatamente progettato per il dogfight, il suo archivio raccoglie tutte le manovre dei suoi avversari digitali ed umani: statistiche, modelli decisionali semplici e complessi, manovre reali e simulate. Ciò che contraddistingue ALPHA è che il passaggio dalle azioni elusive difensive a quelle offensive, avviene istantaneamente. ALPHA si basa su un sistema decisionale chiamato “genetic fuzzy tree”, algoritmo della logica fuzzy. Il suo approccio prevede la suddivisione di un problema complesso X in sotto-attività. Queste ultime comprendono tutte le tattiche adottate dall’uomo. Rapportandosi con le variabili, l’intelligenza artificiale prende decisioni complesse con estrema velocità.

ALPHA, secondo i dati, calcola la migliore manovra in un ambiante complesso e dinamico, 250 volte più veloce rispetto al suo avversario umano. L’aspetto che più affascina i ricercatori è la capacità reattiva. L’A.I. adattiva reagisce istantaneamente calcolando le possibili intenzioni del pilota avversario. ALPHA sembra essere stato progettato per un profilo di volo ciclico per azioni difensive ed offensive costanti. Nella logica fuzzy, il sistema calcola sostanzialmente un'immensa ragnatela di previsioni per una possibile azione/reazione. La priorità è fornita dall’analisi del contesto.

Nel Journal of Defense Management si precisa che “l’attuale obiettivo primario di Alpha è quello di servire come forza ostile intelligente per l’addestramento dei piloti nell'ambito dell’Advanced Framework for SIMulation”. L'Air Force Research Laboratory prevede la sua implementazione in una cellula reale entro il 2025. Nel frattempo si stanno valutando nuovi modelli aerodinamici per la piattaforma fisica. L’A.I., intanto, continuerà a espandere le proprie capacità, servendo da tester per i prototipi dell’Air Force Research Laboratory. Il primo step operativo entro i prossimi cinque anni quando ALPHA servirà da gregario in un equipaggio misto, così da apprendere le decisione tattiche in contesti reali.

Considerando che tra lo sviluppo e la sperimentazione dei militari e quello che è mostrato all’opinione pubblica c’è un divario di circa 20/25 anni, ALPHA potrebbe già volare da tempo ed in segreto in una sua versione fisica ancora più performante.

Fonte: http://www.difesaonline.it

 


 

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