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Il “body hacking movement” propone a gran voce l’applicazione di impianti tecnologici al corpo umano, come chip RFID, videocamere e luci al LED. Bypassando ogni questione etica associata al transumanesimo, questo “body hacking movement” propone nuove e inquietanti situazioni.

 

Justin Worst, Marlo Webber e Jes Waldrip fanno vedere un impianto LED. La Grindhouse Wetware lo chiama il Northstar.



Come indicato nei miei precedenti articoli sul tema, il transumanesimo è stato fortemente promosso nei mass media negli ultimi anni, attraverso film, video musicali, videogiochi e documentari. La parola “transumanesimo” e` ancora poco conosciuta dal pubblico. Il vero significato della parola ci viene abilmente nascosto, mostrandoci, invece, come un miglioramento robotico del corpo umano ci renda piu` cool, vendendo facilmente l’idea alla fascia di pubblico piu` fragile – i giovani.

Un sottoprodotto di questa tendenza è il “body hacking”, un movimento che rinuncia alle questioni etiche e filosofiche associate al transumanismo innestando direttamente parti robotiche nel corpo umano. Mentre molti di noi temono il giorno in cui gli impianti microchip saranno un requisito fondamentale in una società distopica, alcune persone gia` pagano per avere questo “privilegio”.

Ecco un articolo interessante sul movimento da parte di NPR.

Una folla curiosa indugiava intorno ad Amal Graafstra mentre spacchettava con attenzione un paio di guanti, una piccola coperta sterile e un ago enorme. Una lunga fila di persone facevano la fila per ottenere minuscoli chip impiantati nelle loro mani.

Graafstra ha aperto un negozio nel mezzo di una sala espositiva all’Austin Convention Center in Texas, dove il mese scorso si e` incontrato con diverse centinaia di altre persone che si definiscono “hacker del corpo” – individui che spingono i confini della tecnologia impiantabile per migliorare il corpo umano.

Il movimento evoca reazioni viscerali, sembra concentrarsi sulla sicurezza e sulle preoccupazioni etiche per poi rapidamente virare su domande fantascientifiche circa il confine tra umano e cyborg.

Graafstra è un pioniere del settore. Utilizzando il proprio corpo come cavia, ha progettato magneti sicuri dal punto di vista biologico e pure il microchip impiantato nella mano di A.J. Butt.

 

A.J. Butt ha un microchip RFID impiantato nella mano destra.



I chip RFID impiantabili possiedono informazioni cifrate e i loro numeri ID univoci possono essere utilizzati per aprire porte o sbloccare lo smartphone del proprietario, ovvero cio` che voleva fare Butt.
Butt fece un respiro profondo. L’ago immerso nella pelle alla base del pollice, e un chip più grande di un chicco di riso che si faceva strada appena sotto la superficie.

Dall’altra parte, Sasha Rose, che gestiva uno stand sulla meditazione alla convention, osservava la fila di persone che aspettava di essere “chippata”.
Scosse la testa: era la cosa piu` folle che avesse mai visto. Si chiese quali fossero le credenziali di Graafstra. Si trattava comunque di una procedura medica, siamo sicuri che il suddetto fosse un medico? I suoi clienti conoscono le potenziali conseguenze di trasportare informazioni personali su un dispositivo all’interno della loro pelle?

“La cosa piu` folle, in realtà, è che sono le persone a volerlo. Ecco perché è pazzesco per me“, ha detto Rose.
Di notte, molti dei congressisti si ritrovano in un club sulla Sixth Street ad Austin.

Graafstra era in compagnia di Ryan O’Shea, la cui compagnia Grindhouse Wetware, fece contorcere il popolo di internet quando all’inizio di quest’anno, pubblico` un video in cui vediamo l’operazione di innesto di uno dei suoi impianti chiamato Northstar. In esso, un uomo riceve una piccola incisione nella mano, la pelle viene poi sollevata con uno strumento metallico per produrre una cavità in cui è collocato un impianto sottocutaneo rotondo con cinque luci LED.

Il risultato appare distopico – l’incisione è cucita con filo nero, e le luci a LED fanno si che la pelle che ricopre il LED sia illuminata di rosso.

Gli hacker del corpo, tuttavia, vedono il mondo in modo diverso. Essi credono che la tecnologia abbia raggiunto un punto in cui puo` essere utilizzata per migliorare il corpo invece che semplicemente sistemarlo.

 

Un’opera in mostra alla festa del BodyHacking in Austin.



“Un paziente, un giorno, potrebbe chiedere al proprio medico: I miei occhi funzionano bene, ma voglio un occhio che possa vedere a infrarossi. E voglio un occhio con lo zoom.” ha detto Graafstra.

Quel tipo di futuro – in cui il corpo umano è migliorato grazie all’uso di tecnologia – è l’obiettivo di molti di questi esperimenti.

O’Shea ha detto che la Grindhouse Wetware sta usando il suo dispositivo a LED per verificare quanto tempo un dispositivo del genere possa rimanere attivo all’interno di un corpo.

Graafstra sostiene che il suo chip RFID è un piccolo tentativo di fondere l’identità digitale con l’identità fisica.

All’interno del club, un drone si librava sopra la pista da ballo. L’acciaio lucido e la musica dance elettronica hanno dato un tocco futuristico.

In piedi vicino al bar era Tony Salvador, che studia i valori sociali e come influenzano la tecnologia alla Intel. Era li per capire quando e se il “body hacking” sarebbe stato accettato pubblicamente.

A volte, ha detto, la tecnologia si muove troppo velocemente e supera di gran lunga i confini sociali accettati – per non parlare delle leggi. Ha sostenuto inoltre che cio` e` parte del motivo per cui i primi utilizzatori dei Google Glass vennero chiamati “glassholes.”

“Ha creato un equivoco sociale”, ha detto Salvador. “Non sapevano cosa stava succedendo.”

I filosofi, ci hanno lasciato a noi stessi.

Alva Noë, un filosofo presso l’Università della California, Berkeley e un collaboratore del blog "NPR 13,7: Cosmos and Culture", ha scritto molto su quello che lui chiama “naturalità cyborghiana”. Non è d’accordo che i filosofi moderni non si interessino all’argomento, dicendo che e` necessario porsi 2 domande:

- E ‘ OK fare a pezzi il corpo per questo tipo di esperiemnti?
- Quanta tolleranza la società deve avere per migliorare artificialmente il corpo?


Alla prima domanda, Noë ha affermato di considerare il “body hacking” come “eticamente preoccupante”.

La seconda domanda è più complicata.

“Noi non condanniamo le persone che utilizzano gli occhiali per vedere meglio,” ha detto. “Ma pensiamo sia discutibile assumere speed per lavorare in maniera piu` efficiente.”

Poiché questo tipo di giudizi sono una questione etica, tracciare una linea di tolleranza può non sempre essere facile, ha detto.

“Possiamo raggiungere consensi e poi perderli”, ha detto Noë. “Proprio come una volta c’era un consenso dove era accettato fumare per essere piu` produttivi ed efficaci, ora si tende a considerarla una pratica dannosa.”

Se c’è una rock star nel movimento del body-hacking, è Neil Harbisson, un artista daltonico di Barcellona che ha convinto un medico ad impiantargli una fotocamera nella parte posteriore della sua testa. L’antenna, come la chiama lui, sostanzialmente, permette a Harbisson di ascoltare i colori, rilevando il colore dominante di fronte a lui per poi tradurlo in note musicali.

 

Neil Harbisson, un artista di Barcellona, ​​ha una fotocamera impiantata nella parte posteriore della sua testa, che, dice, gli permette di ascoltare i colori.



Secondo la sua versione, un comitato di etica medica in Europa avrebbe rifiutato di autorizzare l’operazione, ma un medico accetto` di eseguire l’intervento chirurgico in forma anonima. Harbisson si ritrovo` con una telecamera collegata ad un dispositivo sulla parte posteriore del cranio..

Mentre camminava per le strade di Austin, descrisse come percepiva il mondo: il semaforo rosso suonava come una A; l’erba verde sembrava un F.

Nel suo discorso alla conferenza, Harbisson disse che la prima volta che senti` quei colori nel sonno, si senti` veramente un cyborg. Ora, non è più identificato come umano, ma come “organismo cibernetico”.

“Se ci definiamo come organismi, improvvisamente il nostro gruppo è più ampio”, ha detto. “Siamo allo stesso livello di un insetto, o di un gatto, o di una pianta.”

Harbisson è ben consapevole di come il mondo lo percepisce. Si è trasferito da Barcellona a New York in cerca di “pace” con un altra amica del movimento transumanista, Moon Ribas. La Ribas ha un dispositivo elettronico nel braccio che vibrerebbe quando c’e` un terremoto nel mondo.

In più di una occasione, le persone hanno cercato di strappargli l’antenna, ha detto Harbisson. E`, in parte, anche per questo, che e` co-fondatore della Fondazione Cyborg a sostegno dei “diritti cyborg”.

Quando gli è stato chiesto se avesse mai pensato di togliersi l’antenna, Harbisson obiettò.

“Per me, è molto più forte, il desiderio di percepire ciò che è intorno a me, piuttosto che dare retta a certe persone” aggiungendo che forse, in futuro, anche lui sara` considerato normale.

Fonte estera: http://vigilantcitizen.com

Fonte: https://neovitruvian.wordpress.com

 


 

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