Un’affermazione rilasciata diversi giorni fa da Andrew Yang, filantropo e politico statunitense da sempre attento all’ambiente, ha fatto molto discutere. Secondo Yang, gli americani che vivono lungo le coste dovrebbero già cominciare a ritirarsi nell’entroterra o in aree più elevate in vista dell’innalzamento del livello del mare in corso causato dal riscaldamento globale, ed in particolare dallo scioglimento dei ghiacci artici. Secondo Young è infatti già troppo tardi per fermare i cambiamenti climatici ed è giunto il momento che gli americani comincino a stabilirsi nei pressi delle colline fintanto che c’è tempo per fare le cose ordinatamente. Yang Non è uno scienziato ma l’idea è stata supportata da un intervento sul sito della CNN di Josh Willis, oceanografo della NASA, il quale afferma chiaramente che per la fine di questo secolo e per il prossimo verranno persi molti metri di entroterra vicino alle coste: “Dovremmo ritirarci già dalla costa se guardiamo ai molti metri [persi] nel prossimo secolo o due”. A scatenare maggiormente l’innalzamento sarà soprattutto lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia: “C’è abbastanza ghiaccio in Groenlandia per innalzare il livello del mare di 7,5 metri”, afferma il ricercatore lasciando intendere che l’enorme volume di ghiaccio, anche se si scioglierà in parte, causerà danni devastanti per le coste di tutto il pianeta. Insieme al suo team di ricerca, Willis Ha infatti raccolto dati allarmanti riguardanti la Groenlandia, in particolare negli ultimi mesi quando varie ondate di calore si sono abbattute nelle zone più settentrionali delle Americhe, degli Stati Uniti e dell’Asia. La temperatura superficiale della Groenlandia si sta riscaldando e ciò sta trasformando questo pezzo di terra, una volta interamente ricoperto dal ghiaccio, in una “pasticcio pieno di fanghiglia”. La massiccia calotta glaciale di questo enorme pezzo di terra si sta indebolendo e ciò significa problemi per tutto il mondo, non solo per gli americani. Molto preoccupanti sono anche le temperature marine che gli scienziati hanno misurato, in particolare nei pressi del ghiacciaio Helheim, ghiacciaio situato sulla costa orientale della Groenlandia che presenta acqua insolitamente calda per tutta la sua profondità, fino a 2.000 metri sotto la superficie, cosa che sta sopra alimentando lo stesso scioglimento dei ghiacci.
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