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Correva l’anno 1942. Il conflitto mondiale aveva coinvolto anche l’Unione Sovietica e il Paese in quegli anni stava lottando contro l’esercito tedesco. Tornando da una missione di ricognizione tra i cieli di Kalinin (oggi Tver, a circa 180 km da Mosca), il pilota sovietico T. Kuznetsov si ritrovò accerchiato da una schiera di aerei nemici. Dopo una serie di manovre, Kuznetsov si vide costretto ad affrontare un violento atterraggio di emergenza. Il pilota sopravvisse all’atterraggio e, per evitare di essere ucciso o di finire prigionerio, uscì in fretta e furia dalla cabina di pilotaggio e corse a nascondersi in una macchia di alberi poco lontana.

Ciò che accadde in seguito – narrato nei libri “Aircraft Profile 88 - Ilyushin Il-2” di Witold Liss e “RCAF War Prize Flights, German and Japanese Warbird Survivors” di Harold Skaarup - sembra uscito da un film di Tarantino.

Con gran sorpresa di Kuznetsov, un aereo nemico si stava avvicinando sempre di più al punto in cui lui era atterrato. Il velivolo iniziò a perdere quota, diminuendo la propria velocità, fino ad atterrare non lontano dal luogo dell’impatto. Non era prassi molto comune, ma le cronache di guerra riportano episodi di soldati che decidono di avvicinarsi al nemico sconfitto per racimolare qualche trofeo di guerra: un pezzo di aereo distrutto, l’arma del nemico, una medaglia... È molto probabile infatti che il soldato tedesco volesse portare con sé una prova della distruzione del nemico, un trofeo da mostrare ai propri colleghi e superiori.

Kuznetsov però non si trovava nella cabina di pilotaggio: nonostante le ferite, era riuscito a sgattaiolare via e a mettersi in salvo.

Non appena il tedesco atterrò e uscì dal proprio aereo per avvicinarsi al velivolo abbattuto, il pilota sovietico si lanciò verso il caccia nemico e si mise ai comandi. Tutto ciò davanti alla perplessità del pilota tedesco che da lontano guardava, paralizzato, la scena.

Kuznetsov accese allora il motore, prese velocità e decollò verso il cielo, mentre il tedesco correva invano verso l’aeromobile che, alzandosi in volo, si faceva sempre più piccolo in lontananza. 

 

Missione: tornare a casa.

Quando prese quota, Kuznetsov si rese conto però di una cosa davvero preoccupante: l’artiglieria sovietica mai si sarebbe immaginata che a bordo di un aereo tedesco si sarebbe potuto trovare un tovarishch! Dopo essere scampato alla morte, faccia a faccia con il nemico, ora Kuznetsov rischiava di essere abbattuto da qualche connazionale.

Secondo le fonti a nostra disposizione, il destino aiutò Kuznetsov a sopravvivere a questa incredibile avventura e venne insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.

Nel 1944 però, durante un volo di perlustrazione tra i cieli della Polonia, il suo aereo finì sotti i colpi dell’artiglieria nemica. Nonostante i colpi subiti, riuscì ad atterrare. Ma le tracce di questo eroe della guerra poi si perdono nella storia...

Fonte: https://it.rbth.com

 


 

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