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Ippocrate di Coo o Kos (Coo, 460 a.C. circa – Larissa, 377 a.C. terminus ante quem) è stato un medico, geografo e aforista greco antico, considerato il "padre" della medicina. Egli rivoluzionò il concetto di medicina distinguendola da altri campi, tradizionalmente associata con la teurgia e la filosofia, stabilendo così la medicina come professione. In particolare, egli ebbe il merito di far avanzare notevolmente lo studio sistematico della medicina clinica, riassumendo le conoscenze mediche delle scuole precedenti e di descrivere le pratiche per i medici attraverso il Corpus Hippocraticum e altre opere.

 

 

Biografia.
Figlio di Eraclide e di Fenarete, Ippocrate proveniva da una famiglia aristocratica con interessi medici, i cui membri erano già appartenuti alla corporazione degli Asclepiadi. Il padre, egli stesso medico, affermava di essere un discendente diretto di Asclepio, dio della medicina. Fu proprio il padre, insieme ad Erodico, ad introdurre il giovane Ippocrate all'arte medica. Egli lavorò a Kos, viaggiò molto in Grecia e fu anche ad Atene. Ma esercitò specialmente nelle regioni della Grecia settentrionale, in Tracia e a Taso. Ippocrate viaggiò moltissimo, visitò tutta la Grecia ed arrivò persino in Egitto e in Libia. Alla sua epoca l'Egitto era il paese ritenuto più avanzato nella cultura scientifica e tecnologica, nonché nell'aritmetica e nella geometria. Quasi tutti i medici laici viaggiavano molto per curare i malati e studiare le metodologie di cura. Acquisì grande fama in vita, contribuendo a debellare la grande peste di Atene del 429 a.C., ma anche, e forse soprattutto, per la sua attività di maestro. Egli infatti fondò una vera e propria scuola medica e scrisse diverse opere, una settantina, che sono raccolte nel Corpus Hippocraticum.

Incendio del tempio di Asclepio.
L'unico episodio controverso nella vita di Ippocrate fu il presunto incendio del Tempio di Asclepio. In occasione di questa sciagura - narra la leggenda - alcune persone testimoniarono di aver visto il medico uscire dal tempio con le tavolette delle divinità. Quelli che osteggiavano le sue teorie l'accusavano di aver trafugato gli scritti compromettenti. La maggior parte dei suoi concittadini però interpretarono diversamente la vicenda: sostennero che Ippocrate, incarnazione del dio, salvò le tavole sacre.

Pensiero.
Ippocrate introdusse il concetto innovativo secondo il quale la malattia e la salute di una persona dipendono da specifiche circostanze umane della persona stessa e non da superiori interventi divini; egli fu anche il primo a studiare l'anatomia e la patologia (per farlo applicò la dissezione sui cadaveri). Ippocrate inventò la cartella clinica, teorizzò la necessità di osservare razionalmente i pazienti prendendone in considerazione l'aspetto ed i sintomi e introdusse, per la prima volta, i concetti di diagnosi e prognosi. Egli credeva infatti che solo la considerazione dell'intero stile di vita del malato permetteva di comprendere e sconfiggere la malattia da cui questo era affetto. Se tale prospettiva è rimasta ancora oggi come tipica della pratica medica, la ricchezza degli elementi che Ippocrate chiama in causa (dietetici, atmosferici, psicologici, perfino sociali) suggerisce un'ampiezza di vedute che raramente sarà in seguito praticata. Ma la necessità di una considerazione globale valeva anche in senso inverso: ogni elemento nella natura umana aveva, infatti, ripercussioni sull'intera esistenza. Tale innovazione appare chiara soprattutto a partire dalle osservazioni che Ippocrate rivolge all'indirizzo della scuola di Cnido. Questa, sotto l'influenza delle prime osservazioni scientifiche compiute in area ionica (Talete, Anassimandro) aveva rafforzato lo spirito di osservazione tipico dei primi medici itineranti greci, nominati nei poemi omerici. Da una parte Ippocrate ha grande stima di tale approccio sperimentale, ritenendo che grazie ad esso l'intera verità potrà gradualmente essere scoperta; dall'altra parte egli ne critica il fatto che le osservazioni empiriche non siano congiunte in un quadro scientifico complessivo, che metta ordine nell'infinita varietà dei fenomeni con i quali il medico si deve confrontare. Solo questa conoscenza di tipo universale rende infatti il medico veramente tale. Ippocrate valorizza il dialogo tra medico e paziente. "Se ti udrà un medico di schiavi, ti rimprovererà: - ma così tu rendi medico il tuo paziente! - proprio così dovrà dirti, se sei un bravo medico" Il concetto è chiaro. La citazione è fatta a memoria, tratta da Paideia di Werner Jaeger (traduzione La Nuova Italia).

Teoria degli umori.
Ippocrate sostenne la "teoria umorale", secondo la quale il nostro corpo sarebbe governato da quattro umori diversi (sangue, bile gialla, bile nera, flegma), che combinandosi in differenti maniere condurrebbero alla salute (crasi) nel caso in cui questi siano in proporzioni ed equilibrio o, contrariamente, alla malattia. La teoria è espressa nel De Natura hominis del suo discepolo Probo. A lui si deve l'importanza del concetto di dieta e alimentazione all'interno della dottrina degli umori e la coniugazione di medicina e chirurgia (ad esempio attraverso purghe e salassi). Ancora oggi alcune malattie portano il suo nome. Ricordiamo le dita ippocratiche (o a bacchetta di tamburo) e la faccia ippocratica, tipica delle condizioni di grave sofferenza e indebolimento, ad esempio, nel caso di peritonite.

Etica del medico.
Se da una parte la mancanza di qualsiasi vincolo legislativo aveva reso possibile lo sviluppo rapido della ricerca medica, d'altra parte essa spostava la riflessione anche sui doveri morali del medico. In diversi passi delle opere di Ippocrate egli insiste sull'esigenza che il medico conduca una vita regolare e riservata, non speculi sulle malattie dei pazienti ma anzi li curi gratuitamente se bisognosi, stabilisca un legame di sincerità con i malati. Il testo più celebre che codifica l'etica medica è però il giuramento (ancor oggi in uso), in cui vengono enumerati i princìpi fondamentali che deve seguire chi esercita questa professione: diffusione responsabile del sapere, impegno a favore della vita, senso del proprio limite, rettitudine e segreto professionale.

Fonte: http://it.wikipedia.org

 


 

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