Al “Centro di esperienze per l’educazione allo sviluppo sostenibile Panta Rei” abbiamo incontrato Vittorio Curcio. Esperto di erbe spontanee e della loro applicazione nella cucina vegana e vegetariana, Vittorio ci racconta: “Le erbe spontanee hanno da sempre rappresentato un patrimonio gratuito ed illimitato per l’umanità. Ri-conoscerle aiuta a ri-connetterci col territorio in cui viviamo, sia dal punto di vista della flora sia da quello delle tradizioni. Infatti gli utilizzi delle erbe sono infiniti: alimentari, aromatici, terapeutici, cosmetici, veterinari, ludici, tintori, sacri, pratici, ecc… Il termine “erbe” indica la pianta a 360º, in tutte le sue parti utilizzabili: radici o bulbi o tuberi, fusto, foglie, fiori, infiorescenze, frutti, semi.” L’intento è di trasferire questa conoscenza a chiunque sia interessato all’argomento, attraverso un’esperienza diretta nel riconoscimento delle erbe spontanee, durante passeggiate a scopo didattico. Ecco cosa ci dice in proposito: “Il nostro progetto “Veg Autoproduzioni” si occupa, tra le altre cose, dell’organizzazione di passeggiate finalizzate al riconoscimento delle erbe a scopo alimentare e aromatico, con particolare attenzione alle erbe tossiche o velenose per l’uomo, anch’esse presenti in notevole quantitá in natura e a volte confondibili con le erbe commestibili. É molto importante, infatti, utilizzare un'erba raccolta soltanto se l’abbiamo identificata con sicurezza, altrimenti é meglio rinunciarvi.”
“L’identificazione corretta di una pianta avviene con due termini latini, uno che indica il genere e uno la specie; es: Cichorium intybus, Brassica oleracea, Plantago lanceolata, Urtica dioica ecc… Partendo dalla denominazione latina di una pianta possiamo comprendere alcune caratteristiche di essa: ad esempio il crespigno, pianta comunissima e ottima da mangiare, ha come nome scientifico Sonchus asper, dove “Sonchus” sta per “cavo” e indica appunto la cavitá del fusto, e “asper” sta per “aspro” e indica l’asperità morfologica delle foglie. Il territorio italiano é particolarmente ricco di biodiversitá e le erbe commestibili sono disponibili in quantitá notevole dalle Alpi alla Sicilia. Possiamo ritenerci fortunati!” Il video che proponiamo di seguito è stato girato durante una passeggiata didattica:
Al termine e a completamento di questa esperienza sul campo di studio delle erbe spontanee commestibili ed aromatiche, ci si dedica all’impiego culinario di quanto è stato raccolto: “Durante i nostri laboratori dedichiamo uno spazio anche alla raccolta e alla trasformazione delle erbe in gustosi piatti, dolci o salati, dove giochiamo con i vari sapori, consistenze e colori che le erbe riescono a dare. Come sosteneva Apicio, storico e gastronomo romano, un vero cuoco é colui che sa abbinare bene erbe piú e meno amare. La conoscenza delle erbe ci porta al rispetto della Natura e, conseguentemente, di noi stessi.”
Ringraziamo Vittorio Curcio per la divulgazione del suo sapere e per il tempo che ci ha dedicato. Rivalutare quanto la Natura ci offre spontaneamente, è un doveroso gesto di gratitudine verso tanta abbondanza, ed è al contempo un vicendevole atto di amore, per la salute nostra e del pianeta Terra.
Fonte: http://www.altrogiornale.org