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La profezia che si autoavvera, nota anche come effetto Pigmalione, è uno degli effetti psicologici più importanti da tenere in considerazione nel rapporto con i bambini. L’effetto Pigmalione si potrebbe riassumere così: se un insegnante pensa che uno studente sia meno dotato e meno capace, inconsapevolmente lo tratterà in modo diverso da come farà con uno studente che ritiene brillante e meritevole. A causa di queste differenze di comportamento, spesso molto difficili da percepire, lo studente considerato “inferiore” si convincerà di essere tale e i suoi risultati peggioreranno. Al contrario, lo studente considerato “migliore” otterrà risultati più brillanti. Se ti interessa approfondire la storia e gli aspetti scientifici di questo fenomeno, puoi leggere la nostra guida all’effetto Pigmalione. Tutte le nostre azioni generano delle conseguenze, specialmente se quelle azioni agiscono su chi ci sta vicino. Così, se uno studente ben motivato può ottenere risultati sorprendenti, dovremmo prestare una particolare attenzione a non scoraggiare e a non sottovalutare nessuno. Una tecnica valida è quella del “non ancora”: si sostituiscono le affermazioni denigratorie con uno spostamento temporale. “Non sei capace” diventerà “Non sei ancora riuscito”. In questo modo, il bambino impara a ragionare in termini incrementali e non unitari; impara ad allenarsi per raggiungere un traguardo futuro piuttosto che abbattersi per il fallimento attuale. Ne abbiamo parlato in modo approfondito nella guida sul potere del “non ancora”. L’effetto Pigmalione ci permette di dire a cuor sereno che nessuno studente è perduto se ha un insegnante che crede in lui.

Fonte: https://portalebambini.it





L’effetto Pigmalione, detto anche effetto Rosenthal è il nome che si da all’effetto psicologico della “profezia che si autoavvera”. Se siamo convinti che una persona valga di più, inconsciamente la tratteremo in modo da stimolarne il potenziale di sviluppo. Questo vale anche al contrario: se siamo convinti che un bambino abbia un potenziale inferiore, finiremo (altrettanto inconsciamente) per inibirlo e fargli conseguire risultati inferiori.

LA SCOPERTA DELL’EFFETTO PIGMALIONE.
Nel 1972, lo psicologo Theodor Rosenthal decise di fare un esperimento presso l’Oak School, in California. All’inizio dell’anno scolastico, un’equipe di psicologi indicò agli insegnanti i bambini più intelligenti delle loro classi; gli psicologi motivarono il fatto sulla base dei risultati in veri test d’intelligenza. Gli psicologi, in realtà, avevano estratto a caso i nomi dei ragazzi; dunque, la loro intelligenza era solo una credenza, di cui gli insegnanti erano stati persuasi. Al termine dell’anno scolastico, però, questi ragazzi mostrarono di aver ottenuto risultati più elevati della media e perfino un incremento del QI. Rosenthal spiegò questo effetto chiamando in causa le aspettative degli insegnanti, che, convinti (erroneamente) dell’elevato potenziale dei ragazzi li avevano stimolati di più rispetto al resto della classe.

E IL MECCANISMO DELLA “PROFEZIA CHE SI AUTOAVVERA”.
L’esperimento ha dimostrato l’esistenza di una “profezia che si autoavvera”: le credenze di una persona condizionano il suo comportamento e le sue aspettative, finendo per realizzarsi. Il lato oscuro dell’effetto Pigmalione è che funziona anche in senso negativo: se ci persuadiamo che un ragazzo sia stupido, svogliato o che non possa raggiungere risultati elevati finiremo per investire meno energie su di lui, accontentandoci di traguardi mediocri e senza motivarlo adeguatamente. E’ quello che, purtroppo, succede a volte nelle nostre scuole. In seguito al celebre esperimento di Rosenthal, numerosi altri psicologi hanno indagato l’effetto Pigmalione, anche dal punto di vista del soggetto (in questo caso erano gli insegnanti ad influenzare i risultati dei loro allievi); attraverso questi esperimenti si è definito con precisione sempre maggiore il meccanismo della “profezia che si autoavvera”, dimostrando quanto l’autostima di ciascuno di noi e le credenze personali siano fondamentali per raggiungere i nostri obiettivi.

NON FACCIAMOCI CONDIZIONARE!
L’effetto Pigmalione ci insegna una lezione molto importante: non siamo quello che siamo, ma quello che crediamo di essere. E quello che il mondo crede di noi. Vale specialmente per gli insegnanti, che con il loro lavoro quotidiano possono fare moltissimo, a patto di investire su tutti i loro studenti, con l’obiettivo di portarli all’eccellenza. Spesso è difficile, ma si tratta di un dono che facciamo ai ragazzi. D’altra parte, tutti noi, viviamo l’effetto Pigmalione giorno dopo giorno: giudizi, credenze e aspettative condizionano ogni momento della nostra vita, dal risveglio fino a quando andiamo a dormire. Conoscere il meccanismo della “profezia che si autoavvera” (e ripassarlo ogni mese!) può aiutarci a dare il meglio di noi e a tirar fuori il meglio da chi ci circonda.

BIBLIOGRAFIA:
Baldacci M. (2012), Trattato di pedagogia generale, Carocci.
Rosenthal R., Jacobson L. (1992), Pygmalion in the classroom, Irvington (una versione ridotta del testo, in lingua inglese, è disponibile gratuitamente sul sito dell’Università di Muenster, a questo link).

Fonte: https://portalebambini.it


 

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