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Chiacchierate segrete al telefono: la versione sovietica di Clubhouse, diffusa in URSS negli anni ‘80.

Ben prima che la celebre app diventasse di moda nel 2021, in URSS esisteva un sistema analogo che consentiva agli utenti telefonici di accedere a “stanze” dove potevano chiacchierare di qualsiasi cosa in forma libera e anonima. Molto prima del successo di Clubhouse (il nuovo social network nato dalla mente di Paul Davison e Rohan Seth, ex Google), i giovani sovietici avevano scoperto che un errore tecnico nelle stazioni telefoniche automatiche permetteva loro di accedere a “stanze conferenza” dove si poteva parlare, fare nuove amicizie e persino trovare un'avventura di una notte.





Numeri segreti.
È impossibile dire con certezza chi abbia scoperto l’esistenza dei cosiddetti эфиры, (efìri, “broadcast”, “trasmissioni”) nel sistema di rete fissa sovietico; ma un paio di cose sono certe: i broadcast apparvero negli anni ‘80 e furono il risultato di un malfunzionamento tecnico. Il principio alla base di queste trasmissioni era simile alla moderna app di Clubhouse: gli utenti telefonici componevano determinati numeri - che non erano collegati a nessun utente in particolare - e, anziché ritrovarsi con la chiamata interrotta, venivano reindirizzati a una “stanza” dove erano presenti altre persone che avevano composto lo stesso numero. Lì, perfetti sconosciuti potevano discutere di ciò che volevano: di politica e letteratura, di sesso e rivendita illegale di prodotti stranieri in URSS. Quei numeri di telefono segreti che davano accesso alle “stanze” cambiavano ogni qualvolta il personale tecnico della rete telefonica sovietica scopriva e chiudeva l’ennesimo errore di linea. Ma in poco tempo trapelavano segretamente nuovi numeri - spesso messi in circolazione dagli stessi impiegati della compagnia -, che venivano diffusi tra gli utenti interessati a unirsi a nuovi broadcast. “Per noi fu un vero guaio, ma per altri si rivelò un fenomeno davvero piacevole. - disse più tardi Leonid Tufrin, direttore regionale della società North West Telecom che fornisce il servizio di telecomunicazioni nel nord-ovest della Russia -.ì Quei guasti tecnici misero in comunicazione un gran numero di persone”. Per i russi, e soprattutto per gli abitanti di San Pietroburgo, dove il fenomeno fu particolarmente conosciuto, si rivelò un'occasione d'oro per scambiare idee e fare nuovi incontri.

 




Cultura, sesso e contrabbando.
Si dice che il “Clubhouse sovietico” fosse stato scoperto dai “fartsovshchiki”, i rivenditori illegali di merci occidentali in URSS: usavano questi broadcast per comunicare e discutere segretamente dei loro affari, ben sapendo che sarebbe stato impossibile rintracciare la loro esatta posizione, poiché il numero composto non era collegato a nessun utente reale. Successivamente, questa tecnica iniziò a passare di bocca in bocca e divenne molto popolare anche fra gli utenti comuni che avevano semplicemente voglia di compagnia. Proprio come accade oggi su Clubhouse, anche allora i broadcast erano il più delle volte (ma non sempre) dedicati a un argomento specifico. “I numeri di telefono degli speculatori venivano diffusi dagli studenti dell’Istituto di Commercio sovietico e dai cadetti della scuola della Flotta mercantile; gli studenti delle università politecniche e di medicina invece mettevano in circolazione i numeri di telefono a tema ‘tempo libero’, mentre i numeri che portavano a ‘stanze intellettuali’ trapelavano il più delle volte dagli studenti dell'Università Statale di San Pietroburgo e dell'Università Pedagogica Statale Herzen”, ha raccontato un ex-broadcaster, Aleksandr Kuzmin, in un'intervista a TJournal. A volte le chiacchierate telefoniche sfociavano in incontri reali e appuntamenti romantici, come nel caso di Georgij Bogachev, assiduo frequentatore delle “stanze”: al termine della chiacchierata, lui e il suo amico diedero appuntamento alle due giovani donne che si trovavano dall'altra parte della linea. “Una delle due ragazze si chiamava Maria, la sua amica Dasha. Quando ci conoscemmo di persona, ci rendemmo conto che a entrambi ci piaceva Maria. Il mio amico era un uomo alto e bello, e così fra di loro scoppiò la scintilla. Dopo qualche tempo, Maria rimase incinta e si sposarono”, ha raccontato Bogachev. A volte, la gente si univa ai broadcast per pura noia. “Quando uscivo per fare una passeggiata, anch’io componevo il numero ed entravo nella ‘stanza’. Mi riparavo dal vento e dalla pioggia in una cabina telefonica, ammazzando il tempo così, perché non c’era molto altro da fare”, ha detto un’utente, ricordando le sue esperienze al telefono.

 




La fine di un’epoca.
Ovviamente le autorità sovietiche non erano per niente contente di queste trasmissioni segrete. E così i tecnici della compagnia telefonica si misero al lavoro per eliminare il meccanismo che consentiva agli utenti di collegarsi. “[...] La gente del comitato del Partito ci ha parlato di queste comunità. Dovevamo individuarle e segnalarle per questioni ideologiche”, ha detto Irina Grigorkina, che nel 1980 lavorava come professore universitario. E mentre i giovani facevano pressioni per tenere in vita questi collegamenti, la compagnia telefonica fece di tutto per eliminarli, evidentemente con la tacita approvazione delle alte autorità sovietiche. C’è chi ritiene che i broadcast sovietici non siano stati un fenomeno così diffuso e massiccio come a volte viene ritratto, sia perché ebbe vita breve, sia perché la sua popolarità era limitata ad alcune zone. Un po’ alla volta, i broadcast persero notorietà e svanirono del tutto, vuoi per l’aggiornamento tecnico delle linee telefoniche, che eliminò fisicamente la possibilità di accedere alle “stanze”, vuoi per una graduale perdita di interesse da parte degli utenti. Ma la storia sembra ripetersi, con la moderna app Clubhouse che nel 2021 ha ottenuto un grande slancio in Russia.

Fonte: https://it.rbth.com

 

 

 

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