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Costruire una lampada ad olio fai da te con tanto di stoppino? Ecco come fare.

Innanzitutto, prima di capire come fare uno stoppino è necessario procurarsi il materiale necessario per costruire ogni singola parte di una lampada ad olio. Continua a leggere la guida per capire bene come fare per ottenere un ottimo risultato. Procurati un pezzo di sughero, può andare bene anche il tappo di una bottiglia o acquistarne uno apposito in un negozio d’arte. Procedi tagliando il tappo in maniera tale da risultare piano. Servendoti di un ago perfora il tappo da parte a parte. Infila nella cruna dell’ago un filo in cotone, uno abbastabza spesso che possa fungere da stoppino. Cospargilo con la cera affinchè aderisca bene. Ora riempi con dell’acqua una ciotola oppure un bicchiere fino 2/3. Fatto questo versa al suo interno l’olio da cucina, sino ad ottenere uno strato che copra tutta la superficie. Appoggia in tappo in acqua ed attendi qualche secondo, ne saranno sufficienti 10/15 al massimo, per far si che lo stoppino si impregni d’acqua e di olio, prima di accenderlo servendoti di un accendino oppure un fiammifero.

Consigli utili.
Per fare in modo che il filo sembri proprio uno stoppino, ti consigliamo di intrecciarlo su se stesso. Prima di accendere la fiamma assicuranti che quest’ultimo sia a contatto con l’olio.

Fonte: http://www.espertoincasa.it




Una lampada ad olio d'epoca.



Lampada ad olio.
La lampada ad olio è una lampada che sfrutta un combustibile a base di olio di qualsiasi origine. È stata inventata migliaia di anni fa e largamente utilizzata, insieme alle candele, finché non è stata sostituita quasi ovunque dalla lampada a cherosene intorno agli anni 1850. Oggi viene adoperata in pochi contesti, ad esempio se c'è bisogno di creare un'atmosfera particolare. Storicamente veniva fabbricata in terracotta o in metallo, con una forma che ricorda vagamente una teiera: bassa, con il manico e il beccuccio. Come stoppino si usava uno spezzone di corda di fibre naturali oppure una striscia di cotone, della carta morbida o dell'ovatta. La grande diffusione di questa lampada era dovuta all'estrema semplicità con cui essa si può costruire, con materiali di uso quotidiano o di recupero. Qualunque olio, infatti, è adatto a bruciare, anche le miscele, anche quello già impiegato per la frittura. Lo svantaggio principale è la difficoltà del trasporto, dato che il liquido si può versare facilmente, pertanto non va mai portata in tenda.

Con un barattolo o un bicchiere.
Una lampada ad olio si può ottenere a partire da qualsiasi contenitore, anche di vetro o di plastica, poiché la fiamma arde solo sulla superficie ed il calore va sempre verso l'alto. Se però il contenitore è molto grande e di conseguenza la fiammella rischierebbe di andare troppo a fondo, è possibile metterci dentro dell'acqua, visto che essa non si mescola con l'olio, rimane sul fondo e fa da base di appoggio. Se si utilizza un barattolo col coperchio, è facile far mantenere dritto lo stoppino: basta fare un forellino con un punteruolo e farlo passare dentro. Se invece si usa un bicchiere o qualcos'altro di aperto, è necessario realizzare un qualche sistema artigianale che consenta all'estremità dello stoppino di restare fuori dal pelo del combustibile, ad esempio del filo di ferro, della stagnola o un disco di sughero galleggiante.

Con una scatoletta di tonno.
Si apre la scatoletta facendo attenzione a non staccare completamente il coperchio, quindi si spreme per bene il tonno prima di mangiarlo o di metterlo da parte. Si lascia l'olio nella lattina, vi si immerge dentro un pezzetto di spago di canapa e si richiude il coperchio, ripiegandolo con cautela per non farlo staccare e per non tagliarsi le dita con i bordi affilati. Un secondo metodo consiste nel lasciare la scatoletta intera, col tonno dentro, fare un buchino nel coperchio con il coltello ed infilarci direttamente lo stoppino, aiutandosi con la punta della lama. Prima di accendere è bene aspettare almeno un quarto d'ora, in modo che l'olio venga assorbito per bene dallo spago.

Con un'arancia.
Si prende un'arancia con la buccia spessa e la si incide lungo tutta la circonferenza con il coltello. Si stacca quindi delicatamente la buccia dal frutto e precisamente la metà dove esso era attaccato all'albero, che è più resistente. In questa fase bisogna stare attenti a non far spezzare i filamenti bianchi che si trovano in mezzo agli spicchi, poiché saranno proprio questi che fungeranno da stoppino. Ora non resta che riempire per metà (o poco più) la semisfera di olio, bagnando abbondamente i filamenti.

Fonte: https://it.scoutwiki.org







Le lampade ad olio sono state per millenni la fonte di luce più economica e pratica per un uso quotidiano: erano semplici da produrre (anche se molte hanno forme e decorazioni complesse) e utilizzavano combustibili facilmente ottenibili in grandi quantità dalla lavorazione di svariati specie di animali o piante. Le candele fecero la loro comparsa circa 5.000 anni fa ma, contrariamente a quelle create in epoche più recenti, venivano realizzate con grasso animale, perché la cera d’api era relativamente rara e incapace di soddisfare il fabbisogno di illuminazione dei nostri antenati. Nell’ Europa preromana la principale fonte di luce erano lampade alimentate da olio d’oliva o sego e le candele di grasso animale o cera d’api erano considerate soltanto oggetti votivi da utilizzare nei Saturnali. Anche dopo lo sviluppo di metodologie per la produzione candele di sego in grandi quantità, la lampada ad olio continuò a rappresentare la fonte di luce più economica per la maggior parte della popolazione e fu solo con le interruzioni cicliche del commercio dell’olio d’oliva, avvenute dopo il collasso dell’Impero Romano, che le candele iniziarono lentamente a sostituire le lampade ad olio.




Conchiglia trasformata in lampada ad olio alimentata da grasso animale.



Lampade ad olio preistoriche.
Le prime lampade ad olio fecero la loro apparizione prima del Mesolitico: si trattava probabilmente di contenitori facilmente reperibili in natura come noci di cocco, conchiglie, gusci di uova o pietre di fiume dotate di concavità naturali; come stoppino veniva utilizzata qualunque fibra vegetale capace di assorbire una quantità sufficiente d’olio da mantenere una fiamma per lunghi periodi. Le lampade ad olio ricavate dalla lavorazione di blocchi di pietra sembrano invece fare la loro apparizione intorno a 12.000 anni fa, ma occorre aspettare ancora qualche millennio per le prime lampade dall’aspetto molto simile a quelle che verranno utilizzate in Europa e in altre regioni del mondo ben oltre l’epoca medievale.



Le lampade ad olio preistoriche possono essere racchiuse in tre categorie:
- Circuito aperto: le lampade ad olio a circuito aperto sono semplicemente pezzi di roccia dotate di cavità naturali per il combustibile e fratture naturali capaci di canalizzare ed espellere il grasso fuso;
- Circuito chiuso: la lampada a circuito chiuso è composta da una semplice concavità nella roccia, naturale o ricavata dall’uomo, utilizzata per accogliere l’olio combustibile;
- Con manico: le lampade con manico sono forme evolute e rifinite di lampade a circuito chiuso create per facilitare il trasporto dell’utensile.

La lampada di Lascaux, rinvenuta negli anni 40 del 1900, è un tipico esempio di lampada ad olio con manico del periodo Magdaleniano (18-17.000 – 11-10.000 anni fa): si tratta di una lampada a forma di cucchiaio che, al momento della sua scoperta, conteneva ancora residui di combustione e ciò che restava dello stoppino, un filamento ottenuto da fibre di ginepro. La lampada di Lascaux era probabilmente alimentata da grasso di animali ottenuti tramite la caccia. E’ stata ricavata da un pezzo di arenaria rossa lavorato e levigato fino ad ottenere una superficie liscia e uniforme su cui sono stati successivamente incisi alcuni simboli geometrici decorativi.




Lampada a olio di Lascaux.



Le lampade greche e romane.
Con la scoperta e l’impiego di nuovi materiali come l’argilla o il bronzo le lampade ad olio diventano oggetti sempre più elaborati e radicati nella vita quotidiana di moltissimi popoli antichi. I Greci e i Romani furono probabilmente i primi ad introdurre lampade d’argilla “a ruota” prima del III secolo a.C.: queste lampade erano generalmente semplici contenitori a scodella dotati di una piccola protuberanza a becco su cui poggiava un segmento di corda di lino, tessuto o altre fibre vegetali che fungevano da stoppino. L’argilla si dimostrò ben presto un materiale ideale per la produzione di lampade ad olio: è possibile plasmarla secondo la forma desiderata, è facilmente estraibile da letti fluviali e disponibile in abbondanza. Intorno al I secolo a.C. inizia la creazione di lampade d’argilla su scala relativamente vasta grazie all’invenzione di stampi su cui l’argilla, sotto forma di foglio dallo spessore più o meno uniforme, veniva modellata a pressione. La cottura dell’argilla permetteva di stabilizzare la forma e rendere l’oggetto resistente e indeformabile dal calore della combustione. L’uso della terracotta (o del bronzo, metallo facilmente lavorabile) rese possibile la realizzazione di lampade ad olio sempre più sofisticate e decorate: iniziarono ad apparire lampade a scodella chiusa dotate di una o più uscite tubolari per gli stoppini e di un’ apertura superiore tramite la quale riempire l’oggetto di combustibile. Questo design limitava la possibilità di fuoriuscita dell’olio o del sego durante il trasporto della lampada e consentiva di regolare e fissare la lunghezza dello stoppino per variare l’efficacia della combustione.




Lampada ad olio greca in terracotta risalente al III-II secolo a.C.. Fonte: Ancient Resources.



Il combustibile delle lampade.
Il combustibile delle lampade ad olio fu probabilmente l’elemento che garantì il successo di questa sorgente di luce almeno fino al 1600. Qualunque sostanza grassa in grado di sostenere una fiamma era considerata un valido combustibile: olio vegetale o grasso animale (oppure olio di balena) lavorato erano combustibili di prima scelta, mentre la cera d’api era di solito impiegata per alimentare lampade ad uso cerimoniale o per illuminare le case delle famiglie più benestanti. Per ottenere il sego, il materiale di partenza è il grasso animale, specialmente quello che ricopre cuore e reni dei bovini. Dopo la bollitura a bassa temperatura e l’eliminazione delle scorie solide in sospensione, si ottiene un liquido biancastro che tenderà ad assumere una forma solida con l’abbassarsi della temperatura. Il sego si mantiene allo stato solido a temperatura ambiente e può essere conservato a lungo a patto di immagazzinarlo in contenitori a tenuta stagna, per evitare che l’aria dia origine a processi di ossidazione capaci di compromettere la composizione del grasso. Uno degli inconvenienti tipici della combustione del sego è l’odore: il sego di bassa qualità contiene impurità che possono produrre odori sgradevoli; il sego non particolarmente raffinato produce inoltre molto fumo e si scioglie molto rapidamente in prossimità di una fiamma o durante l’esposizione al sole estivo.

Fonte: https://www.vitantica.net




Lampada ad olio romana in bronzo del I-II secolo d.C.. Fonte: Hixenbaugh.net .



Utilizzare una lampada ad olio in piena sicurezza: 5 consigli.

L’utilizzo delle lampade ad olio è molto antico. Risale alla civiltà Greca, ed è documentato nel bacino del Mediterraneo anche presso i Fenici o i Romani, già molti secoli prima della nascita di Cristo. Anticamente le lampade a olio erano semplici recipienti piatti privi di coperchio e dotati di un beccuccio sul bordo, che conteneva lo stoppino. Il rischio di ustione o incendio era notevole, per la mancanza di protezioni. Le lampade ad olio moderne sono state modificate in questo senso, ma vista la natura altamente combustibile dell’olio, ancora oggi è meglio attenersi ad alcune precauzioni.

1) Il primo accorgimento è quello di non lasciare mai incustodita la lampada accesa, il che significa che è consigliabile spegnerla se si esce di casa o se si va a dormire, onde evitare cadute accidentali o qualsiasi altro incidente. Per le stesse ragioni, e per garantire alla lampada migliori condizioni, è sempre meglio non riporla con l’olio nel serbatoio.

2) La lampada ad olio dovrà essere posta al di fuori della portata di bambini e animali, che potrebbero urtarla accidentalmente e farla cadere.

3) Meglio usare il petrolio bianco raffinato (petrolio lampante), piuttosto che quelli colorati e profumati. Questi ultimi rovinano lo stoppino.

4) Prima dell’accensione, occorre inumidire lo stoppino nel petrolio. Gli stoppini migliori sono quelli di una volta, tagliati e leggermente arrotondati. Il cotone di cui sono composti assorbe l’olio per capillarità, facendolo risalire tra le fibre molto lentamente e dandogli il tempo di scaldarsi.

5) Si toglie il coperchio alla lampada, si toglie il bruciatore, nel quale inseriremo lo stoppino, e si inserisce l’olio, che non dovrà riempire troppo la lampada per evitare fuoriuscite. Lo stoppino deve assicurare 1 o 2 cm di distanza tra la fiamma e l’olio. Infatti se la fiamma arrivasse a contatto diretto con l’olio nel serbatoio si incendierebbe tutto. Nello stesso tempo, però, una distanza eccessiva impedirebbe all’olio di risalire lungo lo stoppino per garantire la fiamma.

Fonte: https://www.holyart.it







10 candele a olio fai-da-te.

Con un pizzico di creatività potrete realizzare in modo facile e in poco tempo delle candele a olio che potranno esservi utili da tenere a portata di mano in caso di emergenza o per decorare la casa e la tavola. Uno degli esempi più semplici e suggestivi sono le candele a olio ottenute a partire dalle arance, ma potrete crearne di vari tipi e riciclare così vecchi bicchieri, bottiglie di vetro, barattoli, e tanto altro ancora. Quando usate le candele a olio ricordate di fare attenzione, come nel caso delle normali candele. Non posizionatele accanto a oggetti infiammabili e fate in modo che non si rovescino.







Arancia.

1 arancia
1 coltello affilato
Olio vegetale da cucina

Un arancia da tagliare a metà, un coltello affilato e qualsiasi tipo di olio vegetale da cucina. Non serve altro per ottenere una candela a olio in pochi minuti. Con una sola arancia potrete realizzare due candele, oppure una candela con paralume. Riusciranno a fare luce per molte ore. Il procedimento da seguire per creare la vostra candela all’arancia è semplicissimo. Provate e postate le vostre foto nei commenti.







Barattolo di vetro.

1 barattolo di vetro
1 stoppino
1 coperchio
Olio da cucina

Vi serviranno un barattolo di vetro, uno stoppino abbastanza lungo, un gancetto o una pinzetta per mantenere lo stoppino in posizione e del comune olio d’oliva. Dovrete posizionare lo stoppino in modo che risulti al centro del barattolo. Poi non farete altro che colmarlo d’olio e accendere la vostra candela. Potrete anche rivestire l’esterno dei barattoli, per renderli ancora più decorativi. L’effetto sarà molto suggestivo. Se forerete il coperchio al centro, sarà molto più semplice fissare lo stoppino. Qui il tutorial completo.





Scatoletta di tonno.

1 scatoletta di tonno
1 stoppino
1 apriscatole
1 coltello
Olio da cucina

Realizzate una candela ad olio con una scatoletta di tonno vuota o con un altro contenitore simile. Aprite la scatoletta con l’apriscatole per non rovinare il coperchio. Lavatela e versate al suo interno dell’olio. Forate il coperchio al centro con un coltello o un oggetto appuntito, in modo da poter posizionare lo stoppino. Coprite la candela e accendete la parte dello stoppino rimasta all’esterno. Ed ecco fatto. Qui il tutorial completo.





Bicchieri.

1 bicchiere di vetro
1 stoppino con supporto
Olio vegetale

Vi basterà avere a disposizione un bicchiere di vetro, magari recuperato proprio da una vecchia candela di cera, per ottenere una nuova candela ad olio. Consiglio di ricoprire lo stoppino di cera, o di utilizzare uno stoppino già cerato, in modo da fissarlo al centro del bicchiere. Per riempire la candela userete del comune olio d’oliva. Vanno bene anche l’olio di mais o di soia.





Tazza.

1 tazza
1 stoppino con supporto
Olio vegetale
Cera da sciogliere

Potrete creare una candela ad olio anche recuperando una vecchia tazza o una scodella non più utilizzata. In questo caso il suggerimento è di ricoprire lo stoppino con della cera, in modo da posizionarlo al meglio. Sciogliete la cera a bagnomaria, immergete lo stoppino e lasciatelo raffreddare in frigorifero. Fate cadere un po’ di cera sul fondo del bicchiere per fissare lo stoppino e il suo supporto. Versate l’olio e accendete la vostra candela.





Bottiglia d’olio.

1 bottiglia d’olio piena
1 stoppino

Tra i numerosi usi alternativi dell’olio d’oliva troviamo la possibilità di utilizzarlo per creare una candela d’emergenza. Oltre all’olio, vi serviranno una bottiglia o bottiglietta di vetro con tappo in metallo, come quelle dei succhi di frutta o dell’olio, e uno stoppino. Dovrete riempire la bottiglietta con l’olio e forare al centro il tappo, così da poter inserire lo stoppino. Accendete la candela soltanto quando lo stoppino si sarà imbevuto d’olio molto bene. Una bottiglia d’olio ancora piena potrà essere trasformata facilmente in una candela o torcia d’emergenza.





Vecchie lampadine.

1 vecchia lampadina
1 stoppino cerato
Olio d’oliva

C’è anche chi ha pensato di trasformare in candele ad olio le vecchie lampadine a bulbo. Sarà necessario eliminare tutto ciò che si trova all’interno della lampadina, per utilizzare soltanto il bulbo di vetro e la chiusura in metallo. Se necessario, praticate un foro per posizionare lo stoppino. Quindi riempite la lampadina con dell’olio e richiudetela, in modo che lo stoppino risulti completamente immerso, tranne la parte da accendere.





Lattine.

1 lattina
1 stoppino
Olio d’oliva

Ecco un’idea molto semplice d realizzare. È sufficiente avere a disposizione una lattina vuota. Non dovrete rimuovere la linguetta, perché vi servirà per mantenere lo stoppino nella giusta posizione. Non dovrete fare altro che riempire la lattina d’olio, inserire lo stoppino e attendere che sia ben immerso nel’olio prima di accendere.





Bottiglia di birra.

1 bottiglia di birra
1 stoppino o della stoffa
Olio d’oliva o altro olio vegetale

Ecco una delle tante idee alternative per riutilizzare le bottiglie di birra. Quando avrete una bottiglia di birra vuota, non dovrete far altro che riempirla con dell’olio. Conservate il tappo così da poterlo forare al centro per inserire lo stoppino, che può essere anche piuttosto spesso, ricavato da un pezzo di stoffa. Qui il tutorial .





Terracotta.

1 ciotolina o sottovaso di terracotta
Olio vegetale
Stoppini

Ricordano le vecchie lampade a olio in terracotta, ma sono molto più semplici da realizzare. Queste candele ad olio sono state ottenute a partire da semplici ciotoline in terracotta. Potrete anche usare dei sottovasi. Non dovrete far altro che riempirle d’olio e tagliare degli stoppini della misura adatta, così da poterli accendere senza problemi.

Fonte e link ad altre fonti: https://www.greenme.it







Come costruire una lampada ad olio.

Una lampada ad olio è sostanzialmente una candela senza cera. Anch’essa prevede uno stoppino ed una fiamma rovente.





Trova un pezzo di sughero. Il tappo di una bottiglia di vino è perfetto, o puoi acquistarne un foglio in un negozio di belle arti.





Taglia il sughero così che risulti piatto sul fondo. (Potresti tagliare il tappo di una bottiglia di vino a metà nel senso della lunghezza, per esempio, o tagliarlo due volte, così da avere uno spessore di 1/4)





Utilizza un ago od uno spillo per bucare il tappo. Potresti fare il buco prima di tagliarlo, poiché intero è più compatto. Ed anche utilizzare il foro già prodotto dal cavatappi, possibilmente allargandolo un po’.





Inserisci un filo di cotone in modo che sembri uno stoppino. Cospargi con della cera perchè aderisca bene.





Riempi d’acqua un bicchiere o una ciotola da 2/3 a 3/4.





Versa molto lentamente dell’olio da cucina (l’olio d’oliva è inodore) per ottenerne uno strato sull’acqua.





Appoggia il tappo sull’olio.





Attendi 15 minuti per permettere allo stoppino di impregnarsi prima di accendere.



Consigli.

- Intreccia il filo per dargli un aspetto più grazioso.

- Per creare un effetto incantevole, versa del colorante alimentare nell’acqua.

- Puoi fabbricare facilmente una lampada ad olio da una bottiglia facendo passare lo stoppino attraverso un foro praticato sul tappo, ma la bottiglia dovrà essere piena fino all’orlo o lateralmente, per il motivo summenzionato.

- Assicurati che lo stoppino sia a contatto con l’olio. Per esempio, se dovessi mettere un coperchio sull’olio, lo stoppino non dovrà essere fissato su questo.

- Tieni un estintore nelle vicinanze quando accendi…Per ogni eventualità.



Avvertenze.

- Rovesciarla potrebbe causare un incendio da combustibile.

- Fai attenzione quando l’accendi!



Cose che ti serviranno.

- Filo.

- Tappo di sughero.

- Un bicchiere o una ciotola.

- Colorante alimentare a piacere.

- Acqua.

- Accendino o scatola di fiammiferi.

- Spillo o ago per infilare lo stoppino nel tappo di sughero.



Fonte: https://www.wikihow.it


 

 

 

 

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