Nel convegno svoltosi recentemente sul “ritorno di Archimede” si è parlato di solare termodinamico a concentrazione. Questa l’idea su cui punta il premio Nobel Rubbia che è convinto che questa è la via del futuro: l’energia solare. Il futuro è la sostituzione del petrolio con l’energia dal Sole. Ma la vera novità presentata al convegno è che il Ministero dell’Ambiente promuove uno sviluppo compatibile nel nostro Paese. Seguendo questa strada, l’Italia deve avviare la costruzione di centrali solari, come già sta facendo la Spagna. Su questa strada, il primo a mettersi è il Presidente della Regione Calabria. Si passa da Archimede a Pitagora, perché una delle possibili zone identificate per la localizzazione della centrale è Crotone, dove potrebbe essere costruita al posto di Europaradiso – una operazione di cementificazione dissennata – in una delle aree compatibili come “zona di interesse comunitario”. Già nell’attuale Conto Energia ci sono gli incentivi per la costruzione di impianti fino a 100 Mw, già utilizzabili anche per il solare termodinamico, ma l’obiettivo finale è dotarci di una serie di centrali con questa tecnologia. Per questo il Ministro dell’Ambiente lavora insieme al ministero per lo Sviluppo Economico per dotarsi di uno strumento legislativo – identico a quello spagnolo – che consenta alle nostre imprese di investire anche in Italia sul solare termodinamico, sapendo che godono delle medesime possibilità che hanno in Spagna. Ecco cosa ha detto Rubbia: “Ho fatto vedere che effettivamente Archimede aveva ragione, queste navi romane se avesse voluto le avrebbe bruciate, e questo è il primo passo di uno sviluppo tecnologico che ha più di 2000 anni. In realtà questa storia di utilizzare il sole per concentrare la luce è un esercizio che già i ragazzini fanno, quando prendono una lente e cercano di accendere con questa una fiamma. E’ una evidenza assolutamente ovvia che si conosce da migliaia di anni. Si tratta di sfruttare questa caratteristica in un progetto concreto. Un progetto economicamente valido, che abbia le dimensioni necessarie alla grande industria. Il solare termodinamico oggi costa 10/11 centesimi al Kwh e si prevede che entro il 2020 si riduca a 6 centesimi al Kwh. Questo non lo dico io, lo dicono la World Bank, il Department of Energy americano e la IEA (International Energy Agency): gruppi estremamente seri, che fanno degli studi di mercato, concludono che effettivamente stiamo avvicinandoci ad una situazione dove il costo del solare termodinamico sarà, senza sussidi, uguale o confrontabile a quello dei fossili. L’Italia è in una posizione particolarmente difficile per quanto riguarda l’approvvigionamento di energia, compriamo dall’estero il petrolio, il gas naturale e tutto quello che ci serve. Mentre l’energia dal sole è una produzione totalmente indigena, quindi non utilizzando il sole buttiamo via una delle risorse naturali del nostro Paese. La quantità di energia solare disponibile è circa 10.000 volte superiore a quella di cui il Pianeta avrebbe bisogno se marciasse sul principio dell’energia solare a concentrazione. Quindi abbiamo una dote naturale straordinaria, che spesso non abbiamo utilizzato, che mettono l’Italia, la Spagna ed i paesi del Mediterraneo assolutamente in primo piano. Sarebbe un errore grave dimenticare le differenze che fanno sì che i paesi del sud dell’Europa possono diventare una vera e propria sorgente di energia. Il solare termodinamico ha l’accumulo, come l’idroelettrico. Nell’idroelettrico c’è la diga, nel termodinamico c’è il liquido caldo ed ambedue hanno la stessa funzione, quella di separare il momento in cui esiste la pioggia (nel caso dell’idroelettrico) o la luce solare (nel caso del termodinamico) con il momento in cui c’è il bisogno di consumo da parte dell’utilizzatore. Noi siamo abituati a premere l’interruttori anche alle 4 del mattino e c’è la corrente, questo lo si può fare soltanto con un accumulo. Il solare termodinamico quindi è in una situazione analoga a quella dell’idroelettrico. Nell’idroelettrico c’è la diga, l’acqua e la turbina, nel caso nostro c’è lo specchio, il liquido e la turbina. Prendiamo un esempio tipico: l’Arabia Saudita. E’ un luogo dove il solare marcia bene. Però è anche un luogo dove c’è molto combustibile, c’è un sacco di petrolio e gas naturale. Ebbene la quantità di energia che l’Arabia Saudita riceve sotto forma di sole è mille volte la quantità di energia che lo stesso paese produce oggi con combustibili fossili. Un millesimo della superfice dell’Arabia Saudita con specchi, permetterebbe di produrre, indefinitivamente, la stessa energia primaria totale che oggi si realizza nel paese che ha la più grande produttività mondiale di petrolio e gas naturale. Parliamoci chiaro, se non ci fossero alternative ai fossili, il futuro della nostra umanità sarebbe in grave pericolo. Cosa faremo all’ultima goccia di petrolio, se non ci fosse un’alternativa coerente? Noi, come scienziati, oggi stiamo lavorando per prepararci a questo nuovo passo che è fondamentale: non ci sarà pace, non ci sarà felicità, non ci saranno soluzioni possibili se non ci sarà energia abbondante ed a basso costo. Noi abbiamo un orologio che ogni giorno sta contando il count down; i fossili prodotti naturalmente dalla natura in un milione di anni oggi si bruciano in un anno.”
Fonte: http://www.agoramagazine.it