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Angela Romano, 9 anni, fucilata dai bersaglieri con l’accusa di brigantaggio. La sua unica colpa fu quella di piangere dopo aver assistito a delle esecuzioni.



Il nuovo stato Italiano impose la leva obbligatoria peri i nati in Sicilia  nel 1840. I siciliani non la presero bene e cominciarono i tumulti. Nel 1862 presso Castellammare ci fu uno scontro violento per due giorni, anche se i rivoltosi erano di gran lunga di più dei pochi militi e carabinieri stanziati in loco. Si contarono morti da entrambe le parti, tra i quali lo stesso Borruso, sua moglie e alcuni soldati. Tra gli assalitori c’erano renitenti alla leva, ma anche delinquenti comuni, insieme ad anarchici e Repubblicani e insoddisfatti sociali. La risposta del Governo piemontese fu immediata e decisa, ma soprattutto feroce: da Palermo e Trapani arrivarono i battaglioni dei Bersaglieri, appoggiati da navi da guerra appositamente approdate in città: le pirocannoniere Ardita, proveniente da Trapani, e il vapore Monzambano, partito da Palermo con i soldati. “Per rappresaglia, nella campagna di contrada Fraginesi, il giorno successivo, 3 di gennaio, vengono fucilati dal plotone di esecuzione, dopo un processo sommario con l’accusa di avere legami di parentela con gli indipendentisti o, semplicemente, di familiarizzare con essi, sette inermi cittadini." I loro nomi, desunti da "Castellammare del Golfo, 1° gennaio 1862" di Francesco Bianco (Editrice UNI Service, 2008), sono:
Maria Crociata, una ragazza non vedente di 30 anni; Marco Randisi, bracciante analfabeta di 45 anni; Benedetto Palermo, sacerdote che, rimasto a terra agonizzante per quasi un’ora, è finito da un bersagliere mosso da pietà che gli infila la baionetta nella gola; Angela Catalano, vedova di 50 anni; Angela Calamia, una disabile di 70 anni ; Antonino Corona, anch’egli disabile di 70 anni.

 



A essi va aggiunta, e questo rende l’eccidio ancor più ripugnante, una bambina, Angela Romano, di soli 9 anni, fucilata dai bersaglieri con l’accusa di brigantaggio. Forse era parente di qualcuno dei condannati, o semplicemente in loro compagnia. O forse aveva semplicemente assistito agli spari ed aveva cominciato a piangere. E per fare tacere il suo pianto venne messa al muro e giustiziata accanto agli altri. Cosa abbia portato a considerare una bambina di 9 anni fiancheggiatrice dei briganti non potremo mai saperlo. Però Angelina è morta, uccisa da soldati di cui non comprendeva neanche la lingua e per una ragione che neanche sapeva che esistesse.

 

Fonte: https://napolipiu.com

 

 

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