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Si chiama festa del “Toro Jubilo”, nota anche come “Toro di fuoco”, l’evento cruento che si compie ogni anno verso la metà di novembre; teatro della barbarie è la cattolicissima Spagna: siamo a Medinaceli, nella provincia di Soria. La festa, se così può esser chiamata, affonda le sue radici nel paganesimo e, al pari della corrida, mostra tutta l’illogica efferatezza dell’essere umano che si scaglia verso un povero toro indifeso. Il rituale, violento e aberrante al contempo, prevede l’immobilizzazione del toro, alle cui corna viene applicato un palchetto di legno dove vengono messe delle palle di pece alle quali viene dato fuoco. Il toro, con le corna in fiamme, viene lasciato libero di correre per la piazza transennata ma, a causa dell’atroce dolore provocato dal fuoco e dalla pece bollente che colando gli ustiona occhi e muso, si muove disorientato e terrorizzato, andando a sbattere contro ogni ostacolo che gli si para davanti. Il macabro spettacolo continua fino a quando la vittima, ustionata e impazzita a causa del dolore lancinante, non stramazza al suolo esanime. A questo punto, prende avvio un rituale orripilante: le carni del povero toro vengono spartite tra i partecipanti della festa affinché vi possano banchettare allegramente, poiché vi è l’assurda credenza che la carne di un animale torturato possa aumentare la fertilità, rendendo loro invincibili. Quello di Medinaceli non è un caso isolato in quanto sono molte le località spagnole dove viene portata avanti ogni anno questa tradizione incivile. Altri paesi della regione iberica, più lungimiranti e compassionevoli, hanno sostituito al toro in carne e ossa un toro meccanico, alle cui corna vengono attaccati petardi e fuochi d’artificio che richiamano l’ardere del fuoco. Nonostante i numerosissimi tentativi di sabotaggio da parte degli animalisti spagnoli questa truce tradizione purtroppo permane in molte località della Spagna. Gli amanti degli animali si sono anche mobilitati scrivendo lettere di protesta da inviare via mail all’ente del turismo di Soria e al sindaco di Medinaceli, in modo da poter esprimere la propria disapprovazione nei confronti di uno spettacolo così riprovevole. Altri consigliano di boicottare i luoghi in cui ancora permane questa triste tradizione, cercando in tal modo di far leva sul lato economico. La Spagna, con la sua cultura mediterranea e il mare cristallino, è davvero un paese meraviglioso: accogliente e ricco di storia, cultura e tradizioni, e proprio per queste sue enormi qualità e potenzialità non è giusto che, a causa di manifestazioni retrogradi come il “Toro di Fuoco”, un paese tanto ospitale e caloroso, venga guardato sempre più di frequente con assoluto diniego e biasimo “facendo così di tutta l’erba un fascio”. Basterebbe solo vietare che, in qualsiasi festa folcloristica – spagnola e non – possa essere inflitto dolore ad altri esseri senzienti o, cosa ancora più grave, venga tolta loro la vita. Le tradizioni sono meravigliose, ma non può esserci divertimento laddove c’è morte e dolore. A questo punto è più che legittimo, se non doveroso, chiedersi quando, anche gli abitanti e le autorità dei suddetti paesi, riusciranno a sviluppare sentimenti di empatia e amore verso gli animali, così da metter fine a una terribile sofferenza senza senso come quella provocata dalla festa del “Toro Jubilo”.

Fonte: https://www.tropismi.it





Si svolge ogni anno nella piazza di Medinaceli, in quel di Soria, Spagna, ma anche in altri paesi della regione iberica, nel weekend più vicino al 13 novembre, e si chiama festa del “Toro Jubilo”. Dal nome potrebbe sembrare un’allegra sagra paesana, invece è un’orribile, terrificante manifestazione, di origine pagana e di una ferocia inaudita. “Toro Jubilo”, significa “Toro di fuoco” e molte località spagnole, dopo aver acquisito la consapevolezza della crudeltà inflitta ai tori durante questa festa, hanno sostituito i tori veri con tori meccanici alle cui corna vengono attaccati petardi e fuochi d’artificio. Nel comune di Medinaceli invece, le tradizioni vengono rigorosamente rispettate e la festa si svolge come da copione, con l’ausilio di tori vivi. Il rituale consiste prima di tutto nell’immobilizzare il toro. Alle sue corna viene legato un palchetto di legno sul quale vengono sistemate palle di pece e materiale infiammabile a cui viene appiccato il fuoco. Il toro viene quindi fatto scorrazzare nella piazza del paese transennata e le palle di fuoco attaccate alle corna bruciano per ore. All’inizio il toro è disorientato ma poi, quando inizia a bruciare la parte interna delle sue corna, il dolore diventa lancinante. Le gocce di pece finiscono nei suoi occhi, accecandolo. Il muso e gli occhi bruciano facendolo impazzire di dolore. Il toro terrorizzato, con il corpo bruciato, accecato e folle, va a sbattere contro le pareti e contro le recinzioni fin quando, agonizzante, muore. Spesso i tori tentano di uccidersi lanciandosi proprio contro i muri per porre fine al dolore insopportabile. A fine festa, se festa vogliamo chiamarla, le carcasse dei tori vengono divise tra i partecipanti per il gustoso banchetto, perchè c’è la credenza che la carne di un animale torturato possa accrescere la loro fertilità e renderli invincibili. Adesso, si può immaginare qualcosa di più sadico e cruento? Gli animalisti spagnoli tenteranno, come hanno fatto già altre volte, di bloccare la manifestazione. Ma le istituzioni hanno predisposto un imponente servizio di polizia che bloccherà i manifestanti. Come è già accaduto, a Medinaceli difenderanno l’indifendibile. In queste ore gli esseri umani di tutto il mondo stanno esprimendo il proprio dissenso, esortando i funzionari di Soria a vietare la festa del “Toro di fuoco”, indirizzando loro e-mail in cui si sottolinea che i viaggi per Soria saranno totalmente boicottati finché non si decideranno a far finire questa manifestazione arcaica, pagana, sadica e inconcepibile. A Medinaceli quindi, tra poche ore – ossia domani alle 23 – il disgraziato toro prescelto, verrà bruciato vivo in nome di una barbara tradizione da medioevo. Quello che segue è il testo spagnolo da inviare con la massima urgenza all’ente del turismo di Soria e al sindaco di Medinaceli:
“Pedimos la ABOLICION de la fiesta tradicional del “Toro Jubilo” que se celebrará en Medinaceli el próximo 10 de Noviembre. Esta fiesta del “toro de fuego” es en realidad una terrible tortura que se cumple en un animal inocente. La tortura NO es cultura, NO es tradiciòn, NO es fiesta, NO es patrimonio para tutelar sino una enorme e insoportable vergüenza de una sociedad que se define civilizada! No iremos a visitar vuestro pueblo, vuestra ciudad mientras se mancharà de estas intolerables barbaries“.
Apponendo poi in calce la propria firma. Questi gli indirizzi mail a cui inviare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Fonte: https://www.alganews.it


 

 

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