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“Lo Stato mi ignora”: a 65 anni vive su una panchina con una pensione di 140 euro. Eccola l’Italia in ripresa. Adriano ha problemi di cuore ed è costretto a prendere 8 farmaci al giorno. Il grido d’aiuto: La gente mi guarda con disprezzo e le istituzioni mi ignorano”.

 

 

Adriano Gambini, 65 anni, nato a Reggio Emilia, dal 2007 “sopravvive” ad Empoli come senzatetto. «Sono arrivato qui per amore, perché circa 8 anni fa avevo conosciuto una donna di Spicchio ed eravamo innamorati – racconta Adriano – come lei mi aveva chiesto, lasciai Reggio e il mio lavoro come trasportatore di sedie a rotelle e arrivai in Toscana per vivere con lei. Poi le cose andarono in altro modo e mi ritrovai senza un lavoro e costretto a vivere per strada». Da qui inizia il calvario di un uomo che non si è trovato più niente tra le mani e che ha dovuto vivere un anno in stazione ad Empoli, poi 3 anni in canonica a Lamporecchio e poi di nuovo in un’altra canonica: adesso, però, è da due anni che non ha un tetto sopra la testa.

 

 

«Ora sono tre mesi che vivo su di una panchina in Piazza Ristori, e sono davvero amareggiato dal comportamento delle istituzioni che non hanno voglia di aiutare un cittadino italiano con residenza ad Empoli che ha bisogno». Adriano infatti ha la residenza presso una casa comunale di accoglienza e grazie a questa ha potuto due anni fa, fare richiesta per una casa popolare senza mai ottenere risposte, costringendolo così a dover dormire per strada o in alloggi di fortuna per poche notti. Come se non bastasse Gambini è un soggetto cardiopatico con all’attivo 2 bypass cardiaci, ed è stato sottoposto varie volte a interventi di angioplastica. Adriano deve dunque prendere otto pasticche al giorno per le sue patologie cardiache, e da un po’ di tempo a questa parte «quando vado in farmacia a comprare i farmaci mi fanno pagare un ticket di 4 euro a medicinale, quando prima erano gratuiti. E, come se non bastasse, quando sono andato al pronto soccorso per fare un’ecografia a causa di calcoli renali, mi hanno fatto pagare dieci euro».

 

 

Nelle parole del senzatetto ci sono frustrazione e l’amarezza nei confronti della società: con una pensione di invalidità che porta a quest’uomo come unico introito 140 euro mensili, non è possibile mangiare e comprare i medicinali ogni mese, figuriamoci pagare l’affitto di una casa. Per questo Adriano si trova tutt’ora sulla panchina di piazza Ristori, aiutato da qualche commerciante della zona e da pochi altri, ed avvolto da sguardi «pieni di disprezzo» di persone che non lo conoscono. «Durante la giornata mi organizzo come posso, spesso mi capita di non mangiare, ma cerco sempre di arrangiarmi. Quello che seriamente vorrei è un minimo di interessamento da parte delle istituzioni perché costringono un cittadino a vivere per la strada senza dargli una mano. Vorrei solamente un tetto sopra la testa per essere felice e non sentirmi rigettato dalla società». Un aiuto, dunque, basterebbe a quest’uomo affinché possa condurre una vita libera ed autonoma: un bagno, una cucina ed un letto per avere quella serenità e tranquillità che fino ad oggi gli è stata negata. «Povero sì, ma con dignità» sottolinea Adriano rivolgendosi a una società che di umanità e cuore forse ne hanno sempre meno.

Fonte: http://www.italianosveglia.com

 


 

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