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In questa pagina web potete consultare informazioni su come costruire un efficace ed ecologico frigorifero che funziona senza corrente elettrica. Infatti sfrutta l'evaporazione dell'acqua per ridurre la temperatura all'interno del nostro vaso. I vasi zeer si usano anche nei paesi caldi, ma forse non ne avete mai sentito parlare, ecco come costruirne uno.

 

 

 

 

 

Lo Zeer.
Zeer non è un nome commerciale, anche se per brevità e assonanza con l’inglese freeze – congelare – potrebbe sembrarlo. Il termine è arabo e identifica la tecnica del “vaso nel vaso” per conservare gli alimenti.

Ma in cosa consiste lo zeer?
Sono appunto due vasi di terracotta posti uno dentro l’altro con l’intercapedine fra i due riempita di sabbia o di argilla adeguatamente bagnata. Il principio fisico del funzionamento è l’evaporazione, questa per avvenire sottrae calore all’ambiente, non sfugge a nessuno che l’acqua per evaporare abbia bisogno di essere “scaldata”, qui il calore è ceduto dal vaso interno contenente i cibi. La porosità del vaso esterno favorisce l’evaporazione consentendo lo scambio esterno interno. La sabbia funge sia da isolante sia da “serbatoio” di acqua.



Come realizzare lo zeer a casa.
Occorrono due vasi di diverse dimensioni, o almeno un vaso, quello che sarà all’esterno e una vecchia pentola, sabbia e un asciugamano un po’ pesante. Per prima cosa si deve aver cura di sigillare il foro di drenaggio posto sul fondo del vaso, si può usare del nastro isolante o del normale stucco per piccole riparazioni murali. A questo punto va messa sul fondo del vaso più grande una quantità di sabbia tale da permettere una volta posizionato il secondo contenitore che i bordi dei due siano allo stesso livello. Si sarà creata un’intercapedine fra i due contenitori, non dovrà essere piccolissima, ma almeno un paio di centimetri o più, questa si deve riempire di sabbia avendo cura di compattarla il più possibile e che non restino degli spazi vuoti. Bisogna bagnare la sabbia fino a che un velo d’acqua sia apprezzabile sulla superficie. Ripulite il contenitore interno da sabbia e acqua cadute accidentalmente. Potete mettere un coperchio sul vaso più interno, o sulla vecchia pentola se avete optato per il recupero, ma non è obbligatorio. Lo zeer andrà posto all’ombra e se possibile in luogo ventilato coperto da un telo pesante bagnato, ma non grondante, diciamo che un vecchio asciugamano da spiaggia sarà perfetto. La sabbia deve restare sempre bagnata. Se vi state domandando a cosa potrebbe mai servire a noi gente dotata di frigo uno zeer provate a pensare a quanta verdura in estate non trova posto nel frigo strapieno di bibite, oppure a quanto servirebbe ai pic-nic, senza contare l’effetto eco-chic con annessa piccola lezione di fisica!

Fonte: https://www.ehabitat.it



Vasi di terracotta per ridurre lo spreco di cibo.
Le perdite di cibo post-raccolta si verificano soprattutto nei paesi in via di sviluppo, sono attribuibili a strutture senza stoccaggio, reti di distribuzione inadeguate e scarsi investimenti nella produzione alimentare. Il miglioramento delle condizioni di conservazione potrebbe drasticamente ridurre lo spreco di cibo, ma le tecnologie devono essere accessibili e realistiche per essere sostenibili in queste regioni.

Secondo la Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite, in Guinea e in Zambia, dove fino all'80% dei cittadini dipende economicamente dall'agricoltura, circa il 20% delle coltivazioni si perde dopo essere state raccolte. Queste perdite riducono il profitto per gli agricoltori e di conseguenza innalza i prezzi per i consumatori. Pertanto l'economia risente in modo significativo di tale facile deperibilità alimentare.
 
In quei paesi i contenitori sono comunemente costruiti con rami, paletti o sacchetti di plastica: non essendo refrigerati il cibo viene in breve tempo contaminato da parassiti, roditori e funghi. Ad esempio, alimenti come bacche e pomodori in genere non durano più di due giorni senza la necessaria temperatura, quindi i contadini vedono i loro raccolti maturi soccombere alle infestazioni e alle muffe. Servirebbe pertanto un modo semplice per ritardare la scadenza naturale dei prodotti locali.
 
La Practical Action, un'organizzazione non governativa internazionale che lavora con gli agricoltori in Africa del Sud, America Latina e Asia meridionale, incoraggia l'uso di frigoriferi naturali di terracotta, chiamati vasi Zeer, per aiutare a prevenire lo spreco alimentare, che sfruttano il principio del raffreddamento per evaporazione. Questi vasi possono estendere la vita utile dei prodotti raccolti fino a 20 giorni riducendo la temperatura di conservazione. Si tratta di una sorta di grande pentola esterna contenente un recipiente più piccolo, entrambi composti di argilla localmente disponibile. Poi viene aggiunta della sabbia bagnata nell'intercapedine per creare la giusta umidità: a quel punto l'evaporazione del liquido nella sabbia sottrae calore al recipiente interno, dove quindi il cibo può essere conservato.
 
Secondo il magazine Science in Africa, diversi esperimenti hanno dimostrato che i pomodori e la guava possono essere conservati per 20 giorni all'interno di un vaso Zeer, invece che durare solo due giorni. I vasi vengono posti lontano dalla terra, limitando così anche l'accesso di parassiti e roditori, oltre che mantenere la giusta ventilazione e freschezza. In tal modo si limita la diffusione di un grosso problema di salute per queste zone del mondo, la dissenteria.
 
I vasi Zeer sono in grado di fornire flessibilità agli agricoltori locali, consentendo loro di salvare le colture e vendere in funzione della domanda di mercato, ossia migliorare le loro entrate. Si tratta perciò di un sistema poco costoso, low-tech ma di alta efficienza, in grado di aiutare gli agricoltori e le famiglie a basso reddito a risparmiare ed evitare sprechi di cibo.

Fonte: http://www.alternativasostenibile.it



Costruire un “frigorifero” fai da te in terracotta in sole 4 mosse.

Un’idea per mantenere la temperatura degli alimenti? Eccola qui: il frigo in terracotta, che fa risparmiare sulla bolletta e azzera l’impatto ambientale.

Ma come si presenta questo sorta di frigo alternativo? È in realtà un grande vaso all’interno del quale viene inserito un vaso più piccolo – un po’ come il gioco delle matrioske – ed è stato battezzato Zeer dal professor Mohammed Bah Abba.

Lo ha realizzato, ispirandosi probabilmente ai vecchi contenitori utilizzati nell’antico Egitto, per refrigerare cibi e liquidi, e usato ancora oggi nei Paesi in via di sviluppo, dove non c’è elettricità.



Potete realizzarlo anche voi: vi occorrerà soltanto:
- dell’acqua,
- due vasi da fiori di terracotta, (uno più grande e l’altro piccolo, in modo che possano andare uno dentro l’altro),
- un po’ di sabbia,
- un asciugamano grande o un panno molto grande e appena 10 minuti di tempo!

1) Prima di tutto, stendete e sistemate 3-4 centimetri di sabbia sul fondo del vaso grande; non preoccupatevi dei buchini che ci sono alla base, se stendete e pressate con forza la sabbia, aiutandovi con un pochino d’acqua, si formerà una base dura e resistente in grado di creare una barriera salda e compatta. Accertatevi quindi che la sabbia sia ben pressata, poi inseriteci all’interno l’altro vaso.



2) In seconda battuta, dovete riempire il vaso di sabbia: in sostanza, una volta inserito il vaso piccolo all’interno di quello grande, dovete continuare ad aggiungere sabbia e riempire tutto lo spazio che resta tra il perimetro esterno del vaso piccolo e quello interno del vaso grande: bisogna quindi colmare con la sabbia tutta l’intercapedine, in modo che il vaso più piccolo resti in piedi e sia ben stabile all’interno di quello grande.

3) A questo punto, bagnate con abbondante acqua la sabbia che si trova tra i due vasi e ripetete l’operazione ad intervalli, mano a mano che l’acqua verrà assorbita dalla sabbia. La prima volta che farete questa operazione l’acqua dovrà coprire tutta la sabbia e ad un certo punto vi sembrerà di aver esagerato con la quantità di acqua, perché la sabbia tenderà quasi a sprofondare; in realtà questa è una fase chiave per la buona riuscita dell’effetto “frigorifero”, perché il liquido che resterà in superficie sarà quello che poi evaporerà con il vento e con il sole, mentre l’acqua che è scesa in profondità garantirà il fresco alle vostre bibite.

4) Coprite adesso con un asciugamano o un panno molto grande tutta la struttura e dopo circa un’ora troverete bevande refrigerate pronte da bere!

Verdiana Amorosi

Fonte: https://www.greenme.it


Lo zeer pot: il frigorifero del deserto che funziona solo stando al sole.
Il pot in pot o zeer pot è un frigorifero davvero strano, inventato dal professor Abba, in pratica mantiene in fresco il cibo senza corrente elettrica e stando semplicemente al sole… Però questa invenzione non è una semplice curiosità, ma è stata un’importante soluzione per il progresso sociale in alcune aree dell’Africa. Nel 2000, il noto marchio di orologi Rolex consegnò uno dei premi di 75.000 dollari che venivano assegnati in riconoscimento ai progetti imprenditoriali creativi e alle invenzioni pionieristiche che promuovono cambiamenti significativi al professor Mohammed Bah Abba. Il suo lavoro nello sviluppo del frigorifero chiamato pot in pot, o anche zeer pot, è stato evidenziato, attraverso l’applicazione di una tecnologia apparentemente semplice, ma che, per gli abitanti di alcune città africane è stato fondamentale per il loro sviluppo. Questi premi rappresentano un riconoscimento di attività lodevoli eseguite, nella maggior parte dei casi, con risorse materiali estremamente limitate. Raramente questo prestigioso premio è stato così meritato.



L’acqua che fa funzionare lo Zeer Pot (o pot in pot).
La fisica e la chimica ci insegnano che l’acqua è una sostanza molto particolare, perché ha caratteristiche che la distinguono dalla maggior parte dei liquidi. Basti dire che, come apprendiamo da piccoli, il ghiaccio (acqua solida) è uno dei pochi solidi meno denso del suo liquido corrispondente, per questo galleggia in esso. Chi, anche se assorto dai propri pensieri, non ha fatto comunque caso che, nonostante stessimo spingendo in basso il cubetto di ghiaccio di un nostro drink questo tornava a galleggiare di nuovo? La tensione superficiale (proprietà che conferisce alla superficie dei liquidi un comportamento simile a quello di una membrana) è così elevata nel caso di acqua che consente di muoversi sopra a certi insetti. Va detto infine che essendo l’unico composto la cui formula è la più conosciuta, le sue proprietà non sono ancora del tutto perfettamente conosciute.

L’acqua e la temperatura.
Un’altra proprietà peculiare dell’acqua è il suo elevato calore specifico, cioè energia necessaria per un grammo di sostanza per aumentare la sua temperatura di un grado centigrado. Questo fa si che piccole quantità di acqua sono in grado di prendere o rilasciare una grande quantità di calore (ed energia), con piccole variazioni di temperatura. Ma l’acqua ha anche un’altra proprietà termodinamica importante per l’invenzione del professor Abba: possiede un alto calore di vaporizzazione (energia necessaria perché una sostanza passi da liquido a vapore). L’evaporazione di piccole quantità di acqua causa un effetto importante di assorbimento di calore, producendo un apprezzabile raffreddamento nel liquido rimanente.

Facciamo alcuni esempi.
Quando usciamo dalla piscina o dal mare dopo una nuotata proviamo una sensazione di freschezza: è l’acqua che sta evaporando sulla nostra pelle. D’altro canto il nostro corpo funziona proprio così! Le ghiandole sudoripare ci fanno espellere, come componente principale del sudore, proprio l’acqua.

Il pot in pot o zeer pot, il frigorifero del deserto: la storia.
Partiamo con alcuni cenni storici. Il pot in pot o zeer pot sfrutta la tecnica del raffreddamento tramite evaporazione conosciuta da 4500 – 5000 anni e usata già nell’Antico Regno in Egitto. Sono state trovate, a testimonianza dell’uso, alcuni affreschi che rappresentavano degli schiavi mentre muovevano dei ventagli vicino a vasi pieni d’acqua. L’evaporazione funziona meglio se c’è un ricircolo d’aria e questo l’avevano capito già gli antichi Egizi. Anche fra dei reperti ritrovati nella valle dell’Indo datati approssimativamente al 3.000 a.C. sono strati trovati vasi di terracotta che potevano essere usati a tale scopo.

 



Il botijo: il “parente” spagnolo del pot in pot (o zeer pot).
Questa tecnica di mantenere fresco un alimento, particolarmente l’acqua, è applicata in Spagna in una giara particolare conosciuta come botijo. È un oggetto tipico, tanto da essere stato rappresentato anche in quadri come quello di Joaquín Sorolla, usato soprattutto in Castiglia, Aragona, Estremadura, La Mancha, Levante e Andalusia. Un botijo è un vaso di ceramica, poroso, con base rotonda e “pancia” gonfia per aumentargli superficie e capacità. Di solito ha una maniglia e due fori nella parte superiore, uno per bere e l’altro per il riempimento. Serviva per raffreddare l’acqua e mantenerla fresca. È costruito ancora oggi da artigiani e ecologisti e ambientalisti consigliano di usarlo. In effetti l’acqua del botijo offre diversi vantaggi rispetto a quella del frigorifero. Prima di tutto non esce fredda, ma fresca e questo riduce il contrasto con la temperatura corporea quando fa molto caldo. Naturalmente c’è il risparmio per la refrigerazione dell’acqua nel frigorifero perchè il botijo è in grado di raffreddare l’acqua senza spendere energia. E, un vantaggio meno intuitivo, il botijo non è ermetico e pertanto facilita l’evaporazione del cloro e la scomparsa di cattivi odori che possono essere presenti nell’acqua del rubinetto: in pratica migliora le proprietà dell’acqua.



Coolgardie: un frigorifero ad acqua in Australia.
Intorno al 1890 i cercatori d’oro in Australia svilupparono il “Coolgardie safe”, basato sullo stesso principio. La Coolgardie è un frigorifero per la conservazione alimentare che potremmo definire low tech, cioè a basso contenuto tecnologico, come il pot in pot. Prende il nome dal luogo in cui è stata inventata: la piccola città mineraria di Coolgardie, nell’Australia occidentale, vicino a Kalgoorlie-Boulder. Applica il principio base del trasferimento di calore che si verifica durante l’evaporazione dell’acqua. La Coolgardie era fatta di rete metallica, tela di iuta, aveva una struttura di legno e un vassoio di ferro zincato a caldo sulla parte superiore. Il vassoio di ferro zincato era pieno d’acqua. La borsa di tela era appesa sul lato con una delle estremità del vassoio per assorbire l’acqua. A poco a poco la borsa di tela, che fungeva da stoppino, attirava l’acqua dal vassoio attraverso il processo di azione capillare. Quando arrivava una brezza di vento questa passando attraverso la borsa bagnata faceva evaporava l’acqua. L’evaporazione, abbiamo visto, raffredda l’aria all’interno della cassaforte e, a sua volta, raffredda il cibo immagazzinato nella cassaforte. La Coolgardie era un oggetto domestico comune in Australia fino alla metà del XX secolo e di solito venivano posizionate sulla veranda. Venivano acquistate già pronte o erano facilmente ricostruibili a casa, a volte erano molto decorate.



Il funzionamento del pot in pot o zeer pot: il frigorifero del deserto senza corrente elettrica.
Il professor Mohamed Bah Abba (1964-2010), citato prima e sfortunatamente morto a soli 46 anni, ha inventato un frigorifero, fatto con ceramiche, che non necessita di elettricità, ma si avvale, appunto, di alcune proprietà dell’acqua che sono state indicate. Il pot in pot in italiano suonerebbe come “vaso in vaso” e in arabo come “zeer“, o frigorifero del deserto, richiede la preparazione di due contenitori in ceramica porosa. I due contenitori di diverse dimensioni sono disposti l’uno dentro l’altro e nello spazio fra essi viene introdotta della sabbia che sarà inumidita. È essenziale per il suo corretto funzionamento che la sabbia sia costantemente bagnata. Il cibo, posizionato all’interno del recipiente interno, deve restare coperto con un panno umido. Il cibo così starà sempre a temperature più basse rispetto all’ambiente esterno, grazie all’evaporazione dell’acqua, secondo l’effetto termodinamico già citato. Nel frigorifero in ceramica interno, si produce una caduta di temperatura fino a circa venti gradi centigradi. I frigoriferi convenzionali che usiamo possono raggiungere temperature più basse e più controllabili, ma devono essere collegati alla rete elettrica per funzionare… Oltre alle caratteristiche dell’acqua, anche la ceramica con cui è fabbricato il frigorifero svolge un ruolo importante. È un materiale termoisolante (conduce male il calore) e quindi protegge l’interno con il cibo dal calore dell’ambiente. Anche la sua porosità è un fattore rilevante perché consente all’acqua che accompagna la sabbia bagnata, situata tra i due contenitori, di evaporare. Se la ceramica non fosse porosa, non ci sarebbe evaporazione dell’acqua e, quindi, non ci sarebbe raffreddamento e, inoltre, la porosità aumenta la capacità come isolante termico del materiale ceramico. Perché il pot in pot (o zeer pot) funzioni il clima è importante, in un ambiente molto umido, l’acqua non avrebbe la tendenza ad evaporare e il processo non si attiverebbe.

Lo zeer o pot pot in pot disegno del funzionamento.

L’importanza del pot in pot del professor Abba in Nigeria.
Il calo di temperatura che si verifica nel recipiente interno dello zeer pot causa un rallentamento dei processi biochimici di degradazione del cibo immagazzinato, aumentandone la durata. Questa è la base, a grandi linee, della refrigerazione degli alimenti per la loro conservazione più duratura: più sono freddi, più durano, poiché il loro tasso di degradazione è inferiore. La vita dei batteri che degradano il cibo si basa sulle reazioni chimiche che avvengono all’interno delle cellule e, a bassa temperatura, diventano più lente. Nel nord della Nigeria, dove viveva il professor Abba, c’è un clima semi-desertico e non c’è praticamente elettricità nelle aree rurali. D’altra parte, l’arte della ceramica lì è ben conosciuta da secoli, quindi la preparazione di contenitori di questo tipo non è una tecnica sconosciuta agli abitanti. L’economia dell’area dipendente quasi esclusivamente dalla vendita dei prodotti agricoli cosa cui molte ragazze del territorio dedicano la maggior parte del loro tempo. Devono riuscire a vendere rapidamente quanto raccolgono perché in quel clima caldo durano solo pochi giorni. Il professor Abba, sviluppando la sua idea fece varie prove pratiche per costatarne il funzionamento. che ha funzionato. Così, ad esempio, osservò: le melanzane che, con il clima di quella zona, durano al massimo tre giorni, potevano essere conservate in condizioni idonee al consumo per quasi un mese nel suo frigorifero del deserto. E poi i pomodori e i peperoni che durano in modo ottimale per più di tre settimane. Un’altra coltura ad alto consumo nella zona, gli spinaci, che smettono di essere commestibili nella stagione calda in soli due giorni, nello zeer pot possono durare circa due settimane.



Il professor Abba e la diffusione del pot in pot.
Una volta verificata la tecnologia, il professor Abba dovette svolgere un ulteriore lavoro, non meno complicato: far conoscere i benefici della sua invenzione e convincere i suoi compatrioti. Nel territorio c’è un elevato tasso di analfabetismo e quindi per diffonderlo fece un filmato che proiettava nei villaggi. Sostenuto anche dall’aiuto dei parenti distribuì centinaia di vasi per dimostrarne l’utilità. Abba non era un insegnante di scienze, né aveva una profonda conoscenza al riguardo. Aveva studiato gestione e amministrazione presso l’Università Ahmadu Bello, nella città di Zaria. Quando poi Mohamed Bah Abba divenne professore insegnò per un po’ di tempo al Politecnico pubblico di Jigawa a Dutse, sempre in Nigeria. Però aveva creatività e un’intelligenza molto pratica. Le sue preoccupazioni sociali lo portarono anche ad essere un consulente, nel tempo libero, dei programmi di sviluppo delle Nazioni Unite a Kiyawa, dove organizzò varie attività per la comunità. Mohamed Bah Abba con il suo progetto contrastò la vasta disoccupazione locale assumendo molti operai per produrre i primi 5.000 pot in pot. Il premio Rolex Award for Enterprise di $ 75.000 che ricevette nel 2000 gli permise di diffondere la sua invenzione in tutta la Nigeria.

Il professor Abba con il suo frigorifero del deserto, ormai noto in Nigeria come zeer pot, portò avanti una produzione sostenibile per il territorio e a portata delle famiglie che li potevano acquistare a 40 centesimi di dollaro al paio.



I benefici sociali del zeer pot (pot in pot) del professor Abba.
Il professor Abba considerò sempre la sua invenzione un bene della comunità e i benefici sono stati molteplici. Il più immediato è stato dal punto di vista economico: la produzione questi contenitori aumentò la richiesta di lavoro dell’industria della ceramica della zona. Ma per il professor Abba ci fu anche un altro motivo che gli diede particolare soddisfazione e che espresse più volte. Grazie alla sua invenzione, molte ragazze che passavano quasi tutto il giorno nella vendita ambulante di prodotti vegetali troppo rapidamente deperibili, poterono disporre di tempo per frequentare la scuola. Lo zeer pot, pot in pot o frigorifero del deserto, (a seconda di come preferiamo chiamarlo) è una speranza per alcune aree africane. Forse non è molto importante a livello globale (ed è per questo che probabilmente se ne è poco parlato nei media occidentali), ma a livello locale sembra che consenta di migliorare la vita di migliaia di persone, e questo non è poco.

Fonte: https://caffebook.it


Un esempio di Coolgardie safe esposto al Western Australian Museum.


Un frigorifero di terracotta (in inglese: clay pot cooler oppure pot-in-pot refrigerator), conosciuto anche con il nome di zeer (in arabo: زير‎) o frigorifero del deserto o canari frigo, è un dispositivo di raffreddamento che sfrutta l'evaporazione e non ha bisogno di elettricità per funzionare.

Funzionamento.
Il dispositivo utilizza un vaso di terracotta esterno grezzo, poroso, non smaltato e riempito di sabbia umida, che contiene al centro un altro vaso interno più piccolo (che può essere invetriato per prevenire la penetrazione del liquido), in cui viene posto il cibo. L'evaporazione dell'acqua che inumidisce la sabbia contenuta nell'intercapedine tra i due vasi produce il raffreddamento, portando il calore del vaso interno verso l'esterno. Dopo avere messo il cibo da raffreddare all'interno del vaso interno, questo vaso viene ricoperto da un telo bagnato, mentre la sabbia viene mantenuta umida versandovi acqua due volte al giorno. L'effettivo raffreddamento evaporativo dipende dalla temperatura, dall'umidità e dalla velocità dell'aria (ventilazione). Mantenendo un flusso d'aria fresca costante, la temperatura del vaso interno può scendere fino a 4,4 °C, temperatura alla quale i batteri mesofilici dannosi per l'alimentazione rallentano significativamente la loro crescita. Nei primi tentativi, Mohammed Bah Abba riuscì a conservare delle melanzane per 27 giorni, contro una media di soli 3 giorni in caso di mancanza di refrigerazione, mentre pomodori e peperoni sono durati per tre settimane o più. Gli spinaci, che di solito si rovinano dopo una sola giornata, sono rimasti commestibili dopo 12 giorni.

Storia.
Vi sono tracce che mostrano che la tecnica del raffreddamento tramite evaporazione fosse usata già nell'Antico Regno in Egitto nel 2.500 a.C.: alcuni affreschi raffigurano schiavi che muovono ventagli vicino a vasi pieni d'acqua per aumentare il flusso d'aria ed accelerare l'evaporazione ed il conseguente raffreddamento. Tali vasi esistono tutt'oggi e sono chiamati "zeer", da cui il nome dell'odierno dispositivo. Molti vasi di terracotta furono scoperti tra i reperti della civiltà della valle dell'Indo risalenti al 3.000 a.C., i quali erano probabilmente utilizzati per conservare e raffreddare l'acqua, come gli attuali "gharha" o "matki" usati in India e Pakistan. Nonostante fosse già in uso nel Nordafrica, tale tecnologia sembra essere stata dimenticata con l'avvento dei moderni frigoriferi elettrici, anche se nel subcontinente indiano sono ancora utilizzati diversi tipi di manufatti in terracotta (ghara, matka e surahi) per rinfrescare l'acqua. In Spagna il botijo è un popolare contenitore di terracotta usato per trasportare e raffreddare l'acqua, in uso da centinaia di anni ed ancora diffuso relativamente grazie al clima mediterraneo; localmente tale refrigerazione è conosciuta come "effetto botijo". Negli anni 1890 i cercatori d'oro in Australia svilupparono il "Coolgardie safe", basato sullo stesso principio. Negli anni 1990, nelle aree rurali della Nigeria settentrionale, Mohamed Bah Abba (1964-2010), docente di studi commerciali presso il Politecnico dello Stato di Jigawa a Dutse, sviluppò il sistema di raffreddamento dei vasi di terracotta, consistente in un piccolo vaso di terracotta collocato all'interno di un altro vaso di terracotta più grande, con lo spazio vuoto tra i due vasi che veniva riempito di sabbia. Il piccolo vaso interno era così pronto per essere riempito con frutta, verdura o bevande e poi coperto con un telo bagnato. Mohamed Bah Abba, che proveniva da una famiglia di produttori di vasi, dopo due anni di perfezionamento (1995-1997) sfruttò la vasta disoccupazione locale per assumere - a proprie spese - molti operai per produrre i primi 5.000 "frigoriferi di terracotta", che distribuì in 5 villaggi nello stato nigeriano di Jigawa. Nel 1999 distribuì altri 7.000 frigoriferi in 12 villaggi. Nel 2000 ricevette il premio Rolex Award for Enterprise di $ 75.000 che gli permise di diffondere la sua invenzione in tutta la Nigeria e nel 2001 il premio Shell per lo sviluppo sostenibile. Abba ideò una campagna educativa su misura per la vita del paese e per la popolazione analfabeta, realizzando una rappresentazione teatrale con attori locali per promuovere i vantaggi del frigorifero nel deserto. I vasi venivano venduti per una cifra equivalente a 40 centesimi di dollaro al paio. Dopo il 2000, numerose ONG internazionali hanno iniziato a lavorare sulla diffusione di questa tecnologia in diversi paesi africani, tra cui in Sudan, in Gambia ed in Burkina Faso. Nel 2002 il dipartimento di sviluppo tecnologico dell'Università di Al-Fashir in Darfur (Sudan) effettuò diversi esperimenti che certificarono la validità del progetto e la funzionalità del dispositivo, che portò alla costituzione dell'Associazione delle donne per la manifattura della terracotta in Darfur per l'autocostruzione del dispositivo, che venne chiamato con il nome arabo "Zeer". Dopo la morte di Abba nel 2010, l'evoluzione del frigorifero di terracotta è stata distribuita in più di 100.000 esemplari nelle zone semi-aride della Nigeria settentrionale e dintorni.

Applicazioni e vantaggi.
Il dispositivo può essere utilizzato per conservare e raffreddare sostanze liquide o solide (tra cui cibi e medicinali) e necessita per il suo funzionamento unicamente di un ambiente relativamente asciutto ed una fonte di acqua. L'evaporazione dell'acqua avviene più velocemente nei climi caldi e asciutti, dove quindi questo dispositivo risulta più efficiente. Per favorire l'evaporazione, il frigorifero di terracotta deve inoltre essere posizionato in uno spazio asciutto e ventilato. I refrigeratori evaporativi risultano dunque meno efficienti in ambienti con elevata umidità. Se vi è uno strato di separazione impermeabile fra il cibo e il vaso poroso, può essere utilizzata anche acqua non potabile (ad esempio acqua di mare) per innescare il processo evaporativo senza contaminare il cibo. Ciò può essere utile nelle zone aride vicino all'oceano, dove l'acqua potabile è scarsa. L'impermeabilizzazione può essere realizzata usando un vaso invetriato o ricoperto di cemento dal lato interno, dove il cibo è conservato. Oltre a permettere al cibo di conservarsi più a lungo e a ridurre le malattie collegate alla cattiva conservazione dei cibi, tale sistema di refrigerazione ha garantito diversi vantaggi economici alle popolazioni che ne fanno uso, fra cui l'aumento dei ricavi delle vendite di cibo (gli agricoltori possono infatti, grazie alla refrigerazione, adeguare meglio il quantitativo venduto a seconda della domanda e chiedere prezzi più elevati senza dover rispettare determinate scadenze), permettendo così a esse di autosostenersi grazie all'aumento dei profitti, e le donne hanno la possibilità di vendere il cibo direttamente da casa e/o portare le pietanze conservate al mercato solo una volta a settimana invece di tutti i giorni. Nel 2011, il costo di produzione di uno zeer era di circa 150 naira (equivalenti a circa 1 dollaro statunitense) in Nigeria, così che il prezzo finale di vendita variava tra 180-200 naira (1,20-1,30 $).

Fonte: https://it.wikipedia.org



Venditrici di verdura con frigorifero di terracotta nel mercato di Ouahigouya (Burkina Faso).



Conservare del cibo per un lungo periodo può essere molto difficile quando non si ha a disposizione la corrente elettrica. Tuttavia, la soluzione può essere più semplice di quanto tu possa immaginare. Utilizzando due vasi uno dentro l'altro è infatti possibile costruire un frigo, utilizzando comuni vasi, sabbia e acqua. Un'idea niente affatto nuova, ma che è stata riportata in auge da Muhammed Ben Abba; questo sistema di refrigerazione viene utilizzato infatti da molti contadini che vivono in climi caldi per conservare il cibo per lunghi periodi e tenere alla larga gli insetti. È sufficiente mantenere sempre umida la sabbia per far sì che l'evaporazione rinfreschi il contenuto del vaso più interno. In in questo modo si possono conservare ad esempio le verdure fresche, che in climi caldi invece deperirebbero molto rapidamente. Si tratta di una soluzione ottima anche per mantenere al fresco cibi o bevande durante un picnic o un pranzo all'aperto, in un luogo in cui non c'è elettricità. In questo articolo viene illustrato come fare a realizzarlo.

1) Procurati due grandi vasi di terracotta o di argilla, uno più piccolo dell'altro. Quello più piccolo deve entrare nell'altro e tra i due dev'esserci uno spazio vuoto di almeno 1 cm, massimo 3.



2)  Se i vasi presentano dei buchi nella parte inferiore, occorre sigillarli utilizzando un tappo di sughero, dell'argilla, dei ciottoli o un qualche tipo di impasto. L'importante è che l'acqua non possa uscire dal vaso più grande o entrare in quello più piccolo, altrimenti il frigo non potrà funzionare. Anche lo stucco o del nastro adesivo robusto possono servire allo scopo.



3) Riempi il fondo del vaso più grande con della sabbia dalla grana non troppo fine. Realizza uno strato alto circa 2,5 cm, o comunque fino ad allineare il vaso più piccolo all'imboccatura di quello più grande.



4) Posiziona il vaso più piccolo dentro quello più grande e mettilo dritto sullo strato di sabbia.



5) Riempi completamente lo spazio attorno al vaso più piccolo di sabbia, lasciando solo un piccolo dislivello in cima.



6) Versa l'acqua fredda sulla sabbia. L'acqua deve completamente impregnare la sabbia, fino a quando questa non sarà più in grado di assorbirne altra. È importante versare poco alla volta per permettere all'acqua di essere assorbita.



7)  Prendi uno straccio o un asciugamano e immergilo nell'acqua. Posizionalo sopra l'imboccatura del vaso più interno in modo che la copra completamente. Un pezzo di iuta bagnato o un tessuto simile può andare bene comunque.



8) Lascia che il vaso più interno si raffreddi. Se hai un termometro puoi utilizzarlo per controllare la temperatura, altrimenti puoi farlo con le mani.



9) Tieni il frigo fatto con i vasi in un luogo asciutto e ventilato, in modo che l'acqua che impregna la sabbia possa evaporare in maniera efficace verso l'esterno.



10)  Metti i cibi che vuoi conservare all'interno del vaso più piccolo per mantenerli freschi. Dovrai controllare regolarmente che la sabbia sia sempre umida, e bagnarla quando si asciuga. Di solito basta farlo due volte al giorno. Puoi utilizzare questo frigo di terracotta anche per tenere in fresco i cibi e le bibite per un picnic. Nel caso ci siano molte cose da conservare, è meglio prepararne due, uno per le bibite e uno per i cibi.

Consigli.
- Questo sistema di refrigerazione viene chiamato anche con il suo termine arabo, cioè vaso 'Zeer'.
- Prova diversi tipi di frutta e verdura per vedere quanto durano nei vasi refrigerati. Natural Innovation afferma: "il progetto di Abba ha portato grossi cambiamenti per molti Nigeriani: le melanzane possono durare per 27 giorni invece di tre, gli spinaci africani possono essere conservati per 12 giorni invece di appassire dopo uno solo, mentre i pomodori e i peperoni rimangono freschi anche per tre settimane. In questo modo l'igiene dei cibi e la salute in generale migliorano."
- In questo modo è anche possibile conservare il sorgo e il miglio, che nei vasi refrigerati sono protetti dall'umidità e dallo sviluppo di muffe.
- Con questo sistema la carne può essere conservata fino a due settimane, mentre nei climi caldi solitamente comincia a deperire dopo poche ore.
- L'acqua e altri liquidi possono essere tenuti a una temperatura di 15°C.
- Nel caso tu voglia vendere i prodotti conservati nei vasi, basterà posizionare un po' della merce sopra il tessuto bagnato che si trova sull'apertura del vaso. In questo modo anche la merce esposta si manterrà un po' più in fresco e i clienti potranno comunque sapere cosa vendi.

Avvertenze.
- Non utilizzare terracotta smaltata o ceramica, ma solo terracotta o argilla non smaltate.
- Il raffreddamento per mezzo dell'evaporazione funziona in modo più efficace se il caldo è asciutto, e vale la stessa regola per questo frigo. Se l'umidità è alta, questa soluzione non è altrettanto efficace per la conservazione del cibo.

Cose che ti serviranno:
- Due vasi di terracotta, non smaltati, uno più grande dell'altro.
- Sabbia.
- Acqua.
- Un pezzo di tessuto per coprire l'imboccatura dei vasi.
- Argilla, sughero o altro materiale per tappare eventuali buchi nei vasi.

Fonte: https://www.wikihow.it

 

 

 

 

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