Da tempo cercavamo una definizione per il Presidente russo Vladimir Putin, e forse oggi l’abbiamo trovata. Il presidente Putin secondo noi potrebbe, anzi, dovrebbe essere definito “Il Calcolatore Imprudente”. Questo termine non va assolutamente letto in maniera offensiva, Putin è un attento stratega, un ottimo analista, un conoscitore del Diritto Internazionale e della Strategia Militare. Tuttavia per il suo modo di agire, di pensare, di mettere in pratica le proprie decisioni, siano esse legate a passioni personali o alla sorte della nazione, egli deve essere definito imprudente.
L’imprudenza non necessariamente porta alla sconfitta, anzi a volte consente di stupire l’avversario, così come spesso ha fatto il presidente Putin trasformando in realtà la sua lucida e visionaria progettualità. Ma l’imprudenza allo stesso modo porta a pianificare e, a volte, a mettere in pratica atti che possono andare oltre gli stessi obiettivi che l’ideatore si era dato.
Questo può essere il caso dell’intervento russo in Crimea è successivamente nel Donbass.
L’intervento in Crimea, a nostro avviso, era stato preparato meticolosamente da mesi, se non da anni, dal Cremlino. L’intervento aveva chiaramente un suo piano operativo e le necessarie varianti allo stesso. Le modalità con le quali sono intervenute le forze speciali, il loro aumento numerico rapido e nei punti cruciali della penisola, l’affondamento strategico di due rottami galleggianti all’imboccatura della rada, destinata alle unità ucraine, nel porto di Sebastopoli lo evidenzia chiaramente.
Al contrario le incertezze nella gestione del conflitto nel Donbass, il non aver creato una catena di comando riconoscibile e stabile, l’aver affidato armi sofisticate a personale poco addestrato, non aver risposto tempestivamente alle emergenze umanitarie dei civili ci pone davanti alla concreta possibilità che quello che sta accadendo in Ucraina orientale non sia una catena di eventi organizzata metodicamente da Mosca, ma un calcolo imprudente della sua dirigenza.
Ora risulta impossibile gestire la situazione con un piano organizzato ed articolato in stile russo senza mettere in conto una perdita.
Secondo la nostra ipotesi il presidente russo continuerà a giocare le proprie carte, assistito da un ristretto numero di consiglieri, e cercherà di aumentare il consenso interno nel paese, includendo il partito comunista e i nazionalisti nel governo per poi cercare di attendere le elezioni amministrative di metà settembre.
Non è detto però che i filorussi riescano a resistere fino a quella data e che il presidente russo sia chiamato a fare la sua scelta riguardo alla gestione della guerra in Ucraina già nella prossima settimana.
Vedremo se “Il Calcolatore Imprudente” sorprenderà ancora tutti con le proprie scelte e se ancora una volte riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi che ad oggi in tutta onestà non ci sono ancora del tutto chiari.
Abbiamo, nel nostro gruppo, due certezze. Primo Putin vuole a tutti i costi evitare un allargamento della NATO verso est. Secondo egli cercherà di coalizzare intorno alla “Madre Russia” tutte le comunità russofone o russe che vivono e abitano ad ovest dei confini attuali della Federazione. La prima tappa di questo processo è l’Ucraina e la seconda con tutta probabilità l’area balcanica. La terza tappa sarà probabilmente ad ovest di San Pietroburgo, ma questa è un’altra storia che meriterà un’altro post, che riguarderà la politica russa nei confronti della regione baltica.
Addendum.
Cosa può spingere un calcolatore ad essere imprudente?
1) una circostanza di estremo pericolo, tale da giustificare un estremo rischio;
2) il disprezzo eccessivo per un avversario che in precedenza ha dato prove poco brillanti quanto non disastrose;
3) la sottovalutazione dei comportamento irrazionale degli altri attori. I calcolatori tendono a ritenere che gli altri soggetti avranno comportamenti razionali facendo scelte conformi ai loro interessi, cosa che a volte non succede.
Fonte: http://www.geopoliticalcenter.com