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Senza dare nell'occhio, la tecnologia predittiva sta prendendo piede. Le operazioni di elaborazione e schedatura dei dati personali effettuate dal governo, insieme alla nuova grande industria del brokeraggio dei dati, non solo minacciano le più basilari norme a tutela della privacy, ma stanno fornendo al potere alcuni strumenti di gestione della vita dei cittadini, un tempo inimmaginabili.

Fino ad oggi è stato un tema dai connotati molto tecnicistici e noiosi, tuttavia la notizia virale secondo cui Facebook starebbe usando alcuni algoritmi di proprietà per andare oltre la sorveglianza e manipolare le emozioni dei propri utenti in una sorta di grande esperimento psicologico, ha introdotto il tema nella cultura main-stream. Di certo un simile esperimento condotto senza il consenso dei soggetti coinvolti costituisce una enorme violazione della privacy e dell'etica. Tuttavia quando si tratta di 'polizia' e 'sanità' ogni diritto individuale passa in secondo piano, e il mondo odierno galoppa verso una società orwelliana in cui i 'crimini' saranno prevenibili attraverso la tecnologia predittiva.

L'instaurazione di un apparato di polizia e sanità predittiva è supportata da massicce campagne di marketing finalizzate a convincere l'opinione pubblica che simili strumenti contribuiranno a rendere la vita delle persone più sicura. La nozione di predizione del crimine in stile Minority Report sta diventando una realtà in Illinois e in California. Nel frattempo la sanità si prepara a gestire la diffusione sul mercato consumer di una serie di gadget indossabili dotati di milioni di sensori per il monitoraggio in tempo reale di ogni parametro biologico dell'utilizzatore (v. correlati). Attratta dalla promessa di una maggiore aspettativa di vita la gente sta abbracciando questa tecnologia con grande entusiasmo.

Tuttavia, se credete che il tutto si risolverà in una semplice raccolta di dati biometrici ad esclusivo uso e consumo dell'utente, siete fuori strada. Basta dare un'occhiata ad un articolo uscito su Bloomberg, dal titolo: "Il Tuo Medico Sa Che Fai una Vita Insalubre: Lo Hanno Informato i Broker di Dati" . Il pezzo spiega come siano sufficienti i dati sui vostri acquisti per tracciare un profilo dettagliato del grado di salubrità del vostro stile di vita.

"Presto potrebbe accadere che riceviate una chiamata dal vostro medico (o dal vostro assicuratore - n.d.t.) nel caso in cui smetteste di frequentare la palestra, o assumeste l'abitudine di comprare barrette di cioccolato al market o iniziaste a fare shopping nei negozi di alimenti specializzati in confezioni giganti. Tutto ciò perché alcuni ospedali hanno iniziato a elaborare i dati dei consumatori per tracciare dettagliati profili sui pazienti già in cura e per identificare le persone con maggiori probabilità di ammalarsi in futuro, così che la struttura sia in grado di intervenire prima che ciò accada. Le informazioni raccolte dai broker sui registri pubblici e sulle transazioni elettroniche riveleranno quali negozi frequenti un soggetto, quali alimenti acquisti abitualmente, e se sia un fumatore. La più grande catena di ospedali della Carolina ha già elaborato i dati di 2 milioni di persone mediante alcuni algoritmi progettati per identificare soggetti a rischio, e in Pennsylvania sono usati i dati demografici."

Ora provate a immaginare cosa accadrà quando avranno a disposizione i vostri dati biologici in tempo reale. Come illustrato da un articolo di Jon Rappoport , questo tipo di dati esercita una enorme attrattiva sulle forze corrotte che mirano al controllo totale. Nell'inquietante verbosità della legge Affordable Care Act (aka Obamacare) si cela la volontà di imporre istituzionalmente l'uso dei gadget indossabili. Rappoport cita due stralci di un articolo pubblicato su Managed Care, dal titolo "Il Trattamento dei Dati nel Settore Sanitario Consentirà la Tracciatura di Modelli di Predizione Avanzata" .

"La modellazione predittiva (PM) si è sviluppata fino a diventare uno dei pilastri del Sistema Sanitario. I piani di salute, i sistemi integrati e le altre organizzazioni sanitarie (HCOs) indirizzano sempre più spesso i pazienti verso interventi basati in parte su ciò che deducono dai modelli predittivi tracciati dai loro database. In questo contesto la legge Affordable Care Act (ACA) è probabile che eserciti un effetto profondo. Un numero crescente di esperti sanitari, tra cui la Continuum Care Alliance, reputa la modellazione predittiva un'opportunità per prevenire le complicazioni in ambito medico, monitorare i ricoveri, formulare diagnosi e trattamenti più precisi, predire il rischio, e controllare i costi per una più ampia gamma di segmenti di popolazione rispetto al passato."

La sanità mentale, naturalmente, non è da escludere dal programma. E' qui che l'intero complesso formato dalla integrazione di sorveglianza-sicurezza-salute inizia a svelarsi per ciò che è. Rappoport prevede il seguente scenario:

"Oh, certo, nel settore A-2ab della popolazione degli Stati Uniti siamo in grado di visualizzare le cartelle cliniche elettroniche di 10.000 individui single, di età inferiore ai 30 anni, che vivono con i genitori, non seguono la consulenza medica, manifestano sintomi di ADHD, sono laureati con una media inferiore a 3,0 ed hanno fatto richiesta di una prescrizione di antidolorifici negli ultimi 5 anni. Ebbene, secondo le statistiche questo gruppo ha il 65% di possibilità in più rispetto alla media di sviluppare depressione entro i prossimi 6,23 anni. Pertanto bisogna prescrivere loro immediatamente degli antidepressivi per risparmiare sui trattamenti più dispendiosi che si renderebbero necessari in futuro. Applicando il nostro algoritmo ai codici 4aQ1/7B2Ex siamo in grado di individuare quali pazienti in questo gruppo necessitino di un immediato trattamento sanitario ..."

Secondo un reportage mandato in onda dalla NBC, la polizia dell'Arizona ha iniziato ad avvalersi di una Squadra di Supporto per la Salute Mentale, la quale è autorizzata ad arrestare preventivamente gli individui giudicati potenzialmente capaci di commettere atti di violenza. Tali unità di polizia della salute mentale analizzano qualsiasi cosa, dalla documentazione medica agli acquisti, ai messaggi on-line.

Dopo il brokeraggio dei dati, gli algoritmi intelligenti, i database sanitari integrati a quelli di polizia, e la manifesta volontà politica di sfruttare simili 'risorse', veniamo alle ultime notizie: "Una App per Smartphone Potrebbe Rivoluzionare il Trattamento dei Disturbi Mentali" . L'applicazione è stata sviluppata in Israele, presso l'università di Tel Aviv. Ci si crede soltanto leggendo il comunicato stampa completo, da cui si evince chiaramente dove voglia andare a parare il discorso.

"Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il 90% dei suicidi segnalati sono causati da una patologia mentale; patologie mentali che costituiscono il più pesante fardello sanitario gravante sulle infrastrutture economiche e sociali mondiali. Abbiamo un disperato bisogno di servizi di supporto che siano in grado di coadiuvare i medici nella valutazione e trattamento delle malattie mentali. La nuova tecnologia sviluppata dai ricercatori dell'Università di Tel Aviv trasformerà i protocolli di monitoraggio e trattamento dei pazienti affetti da malattie mentali. Il dottor. Uri Nevo, il ricercatore ed ingegnere Keren Sela e altri scienziati della Facoltà Tau di Ingegneria presso la Sagol School of Neuroscience hanno sviluppato un sistema basato sulla tecnologia degli smartphone, in grado di rilevare mutazioni nei modelli comportamentali dei pazienti, e poi trasmetterli in tempo reale gli operatori sanitari (e/o alla polizia? - n.d.r.). Essa ha il potenziale per migliorare sensibilmente l'efficienza e l'efficacia dei trattamenti psichiatri clinici. Per facilitare l'osservazione del paziente mediante smartphone la tecnologia consente ai pazienti (quindi ai loro famigliari) di vivere più indipendentemente da medici ed ospedali. Il rapporto sulla ricerca è stato presentato a marzo presso la conferenza della Israel Society for Biological Psychiatry. Il progetto ha ottenuto un finanziamento dal ministero dell'Economia israeliano ed è stato inserito tra le 4 iniziative di start-up finaliste allo Israel's leading Entrepreneurship and Innovation 8200 Accelerator Program. La squadra è attualmente in trattativa con ulteriori centri medici in Israele e all'estero per espandere le sperimentazioni cliniche."



Utilizzo pratico.
"La diagnosi di qualsiasi malattia mentale si basa esclusivamente su modelli di comportamento" (correlati) dice il dr. Nevo. "In alcuni casi il paziente dimesso dall'ospedale viene abbandonato a se stesso, senza alcuna idea di come monitorare il suo nuovo stato d'animo. Dato che la maggior parte delle persone oggi possiede uno smartphone, abbiamo pensato di sfruttare questo serbatoio di attività quotidiane per monitorare i modelli di comportamento. Il disturbo bipolare - ad esempio - ha inizio con un episodio maniacale", prosegue Nevo. "Un paziente che normalmente effettua cinque o dieci telefonate al giorno potrebbe improvvisamente iniziare a fare decine di telefonate al giorno. Quanto a lungo un soggetto parli al telefono, quanto scrive, quanti posti visita, a che ora va a letto e per quanto tempo; quelli appena elencati sono tutti indicatori della salute mentale di un individuo, e forniscono ai medici spunti importanti per agire su un disturbo mentale prima che si manifesti pienamente."

I ricercatori hanno condotto due studi clinici in collaborazione con i migliori psichiatri del Geha Mental Health Center e del Be'er Ya'acov Mental Health Center. Negli studi l'applicazione è stata installata sugli smartphone di 20 pazienti affetti da disturbi bipolari, unipolari/depressivi, schizo-affettivi, e sui telefoni di 20 partecipanti sani. Nei successivi sei mesi l'applicazione ha acquisito dati dagli smartphone dei pazienti e poi le ha inviate a server remoti attrezzati di algoritmi analitici avanzati per rilevare cambiamenti nel sonno dei pazienti, nella loro comunicazione, nella mobilità e nei modelli vocali. I ricercatori hanno sviluppato inoltre un sistema che organizza i dati raccolti ad uso degli psichiatri, fornendo loro una istantanea delle tendenze comportamentali dei loro pazienti.



Preservare la privacy del paziente.
Secondo Nevo, l'uso dell'applicazione lascia al paziente pieno controllo su chi debba avere accesso ai modelli comportamentali registrati e analizzati. "Dedichiamo molta attenzione alla protezione della privacy del paziente", ha assicurato. "Il contenuto delle telefonate e dei messaggi di testo viene completamente ignorato e mai acquisito o registrato, e tutti i parametri del paziente e dei suoi contatti sono irreversibilmente criptati e ovviamente non utilizzati." I ricercatori hanno riferito di essere rimasti positivamente impressionati da questo sistema, che offre loro una utile 'finestra' obiettiva sulla routine dei pazienti. Un paziente coinvolto nella sperimentazione clinica per un breve periodo è stato recentemente ospedalizzato. "Se il paziente avesse conservato l'applicazione sul proprio cellulare si sarebbe subito notato l'insolito numero di telefonate che stava facendo, ed il ricovero sarebbe potuto essere evitato", ha dichiarato il suo psichiatra. "Un giorno questo sistema sarà adottato dalla comunità psichiatrica", ha detto il dottor Nevo. "Psichiatri e politici federali statunitensi concordano sul fatto che questi strumenti siano necessari per migliorare la medicina psichiatrica."

Le dichiarazioni circa la privacy del paziente sono un cumulo di falsità, dato che già oggi sappiamo come i dati digitali siano accessibili per chiunque lo desideri. I gadget di comunicazione che compriamo spensieratamente hanno già aperto una falla nella nostra privacy. Tuttavia gli ingegneri sociali sanno che per realizzare i loro disegni di controllo totale dovranno ottenere il pieno accesso alle nostre menti.

Dopo che questi nuovi strumenti invaderanno il mercato si comprenderà la vera portata dei loro ambiti applicativi.

N. West

Articolo in lingua inglese, pubblicato sul sito Activist Post: http://www.activistpost.com

Traduzione a cura di Anticorpi: http://www.anticorpi.info

 

 

Il “secolo dei dati” sarà un secolo caratterizzato da un livello di sorveglianza senza precedenti. Il sogno di tutti i tiranni della storia è sempre stato il totale controllo, la supervisione e la gestione delle masse, e per raggiungere questo obiettivo quale mezzo è più efficiente della capacità di prevedere i comportamenti di popolazioni intere? Per millenni ciò è stato per lo più possibile solo in una sfera immaginaria; tuttavia, con l’ampio salto tecnologico degli ultimi decenni quest’idea non è più relegata ai film distopici di fantascienza, ma è sempre più la norma per i regimi totalitari che dispongono di alta tecnologia.

 

Molti lettori ormai saranno a conoscenza delle pratiche di sorveglianza predatorie di agenzie come NSA e GCHQ, che l’informatore William Binney che fu nelle alte sfere dell’NSA descrive come di natura “totalitaria”, aggiungendo che l’obiettivo dell’NSA è “predisporre le modalità e i mezzi per controllare la popolazione”. Eppure in tanti forse non sanno quale sarà la prossima fase della rete di sorveglianza del XXI secolo: la smart city. Mentre qualcuno la promuove come un mezzo economico ed efficiente per gestire le dinamiche di una città, altri ritengono che le implicazioni di sorveglianza di un’iniziativa simile mettano i brividi, a dir poco. Una definizione generica di “smart city” è un insieme di aree urbane intensamente informatizzate, piene di sensori, monitor e contatori che raccolgono dati su ogni aspetto della città, dal consumo energetico ai modelli di trasporto. Questi dati vengono poi analizzati e utilizzati dagli urbanisti per “migliorare i processi decisionali”. Oggi, più di metà della popolazione mondiale vive in aree urbane: una tendenza destinata ad accelerare in futuro. Ciò significa che il concetto di smart city riguarderà la vita di miliardi di persone nel mondo. L’India è in prima linea in questo progetto, dato che intende costruire 100 smart city negli anni a venire, e Singapore probabilmente diventerà la prima smart nation. Tuttavia, questi modelli di città non si limitano all’Asia: anche Glasgow, Rio de Janeiro, New Orleans e Città del Capo sono fra le città coinvolte nella “smarter cities challenge” [la sfida delle città più intelligenti] promossa da IBM.

 

Smart city e privacy.
Il passaggio globale verso un pianeta “smart” è una prospettiva allarmante per tante persone che si preoccupano della crescente invasione della privacy nel mondo moderno. La privacy può esistere in una “città intelligente” dove ogni angolo dell’ambiente urbano è pieno di sensori digitali che raccolgono dati su ogni singolo movimento della città, 24 ore su 24?
Oltretutto, molti dei fautori e sostenitori delle iniziative “smart” sono aziende multinazionali e famigerate fondazioni, come IBM, Siemens, Cisco e la Rockefeller Foundation. La nozione che siano i colossi corporativi a gestire un pianeta “smart” pone ancor più problemi se consideriamo la storia di aziende come IBM, che hanno svolto un ruolo centrale nell’Olocausto e hanno lavorato a stretto contatto con la Germania nazista. Ricordando il lato oscuro della storia di IBM, facciamo bene ad affidarle il potere di disciplinare e gestire tante città del mondo? In un articolo per AlterNet intitolato “Le terrificanti ‘smart city’ del futuro”, Allegra Kirkland ha descritto alcuni degli aspetti più inquietanti di un pianeta sempre più “smart”.

“Il livello di sorveglianza che implicano questi progetti civici che generano dati in massa è a dir poco spaventoso. L’urbanista e autore Adam Greenfield ha scritto nel suo blog Speedbird che questo modello di controllo centralizzato ‘si conforma in modo inquietante all’esercizio dell’autoritarismo’. A complicare ulteriormente le cose c’è il fatto che le tecnologie per le smart city sono progettate soprattutto da colossi dell’informatica come IBM e Siemens. In luoghi come Songdo, una città nata da un’idea di Cisco Systems, sono le aziende a diventare responsabili della progettazione e manutenzione delle funzioni basilari della vita urbana... I loro sostenitori... Ignorano il fatto che sono le società private a misurare e controllare queste montagne di dati, e che queste non hanno verso il pubblico le stesse responsabilità che ha un governo.”



I dati e le politiche predittive,
La quantità di dati generata negli ultimi anni è salita alle stelle: la CEO di IBM Ginni Rometty notava in un discorso del 2013 che “il 90% di tutti i dati prodotti da quando se ne ha nozione sono stati creati negli ultimi due anni”. Questa tendenza non potrà che proseguire in futuro, e oggi la sfida è sviluppare sistemi in grado di prevedere con precisione il comportamento di intere popolazioni attraverso l’analisi di enormi volumi di dati su modelli comportamentali.
La Commissione penale australiana attualmente usa grossi sistemi di elaborazione di dati per studiare i modelli di comportamento con l’obiettivo di prevedere le attività criminali prima che si verifichino. Il Dipartimento di polizia di Los Angeles ha una propria divisione di “analisi in tempo reale e intervento critico” che utilizza modernissimi sistemi algoritmici e analitici nel tentativo di prevedere i crimini futuri. Da due anni, la polizia inglese del Kent usa un software per prevenire i crimini chiamato Predpol, che analizza i reati in base a data, luogo e categoria per aiutare la polizia a decidere i percorsi per i pattugliamenti. Le questioni etiche e morali del passaggio a una politica predittiva sono evidenti, e molti temono una potenziale “tirannia dell’algoritmo” in futuro. Se già i dati vengono usati dalle forze dell’ordine per sorvegliare e possibilmente prevedere i comportamenti criminali, non c’è dubbio che i servizi segreti e le grandi aziende useranno i dati delle futuristiche smart city per monitorare e prevedere i comportamenti delle popolazioni urbane.

 

 

Una sfera di cristallo informatica.
Già nel 2010, avevamo intuito le intenzioni della CIA e di Google quando avevano fondato una start-up chiamata Recorded Future, un’organizzazione che sosteneva di avere la tecnologia per prevedere il futuro attraverso la raccolta di dati da Internet. Recorded Future tenta di analizzare l’intera rete su scala globale alla ricerca di modelli ricorrenti: il CEO dell’azienda, Christopher Ahlberg rivela che il software analizza ogni settimana “8 miliardi di dati provenienti da 600.000 fonti”. Man mano che “l’Internet delle cose” (Internet of Things, IoT) continuerà a espandersi per grandezza e applicazioni, producendo sempre più dati, continuerà ad aumentare la domanda di servizi come quelli di Recorded Future da parte di agenzie di intelligence e grandi aziende.

Techopedia definisce l’IoT come un:
“concetto informatico che descrive un futuro in cui gli oggetti fisici quotidiani saranno connessi a Internet e in grado di identificarsi ad altri dispositivi”.

Il numero di dispositivi connessi a Internet è esploso negli ultimi anni: una tendenza che Cisco ha descritto in un rapporto del 2011:
“Nel 2003 sul pianeta vivevano circa 6,3 miliardi di persone, e c’erano 500 milioni di dispositivi connessi a Internet... La crescita esplosiva di smartphone e tablet ha fatto salire il numero di dispositivi connessi a Internet a 12,5 miliardi nel 2010... Cisco IBSG prevede che ci saranno 25 miliardi di dispositivi connessi a Internet entro il 2015 e 50 miliardi entro il 2020.”

Molti hanno espresso preoccupazione per la privacy all’idea che Internet venga incorporato dappertutto, considerando il fatto che le agenzie governative e le aziende raccolgono illegalmente da anni enormi quantità di informazioni personali da Internet. Come ha scritto Michael Snyder in un articolo recente:
“Un Internet delle cose potrebbe creare un incubo distopico in cui tutto e tutti saranno costantemente monitorati e seguiti dal governo?”

Stiamo davvero per entrare in un huxleyano “Mondo nuovo” in cui la fantascienza sta per diventare realtà. Ma quale contributo daranno i popoli del mondo alla creazione di questo Mondo nuovo, e che ruolo giocheranno invece i rappresentanti dei governi?

L’autore:
Steven MacMillan è uno scrittore, ricercatore e analista geopolitico indipendente, che collabora principalmente con la testata online New Eastern Outlook. È redattore di The Analyst Report.

Fonte in lingua originale: NEO, Journal-NEO.org, 15 giugno 2015 .

Traduzione tratta da Nexus New Times n. 117, Agosto - Settembre 2015.

Fonte: http://www.nexusedizioni.it

 

 

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