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Nel medioevo, per esortare i cristiani a vivere secondo le regole dei comandamenti divini, si intimava sovente l’espressione “Dio ti vede”! Sette secoli più tardi, dopo esserci liberati dallo sguardo severo di un dio guardone, ci sono altri osservatori interessati a vedere ciò che facciamo quotidianamente. In realtà, secondo alcuni pensatori, già siamo osservati costantemente. Costoro dicono che le tecnologia digitali, come Internet e gli smartphone, già ci hanno introdotto in uno stato di sorveglianza continua.

 

 

Che lo ammettiamo o meno, che ci piaccia o no, ogni volta che navighiamo, telefoniamo o acquistiamo qualcosa con al carte di credito siamo facilmente tracciabili. Tuttavia, con le tecnologia digitale si ha almeno una scelta: è possibile spegnere il computer, il telefono o l’Ipad. Una volta disconnesso, non sei più tracciabile.

Ma nella distrazione generale della massa, sono in pochi a prendere atto che lo stato di sorveglianza è in rapido sviluppo e che le cose potrebbero improvvisamente peggiorare. Manco a dirlo, lo stato di sorveglianza è uno dei punti qualificanti dei moderni governi ‘democratici’.

Come è possibile convincere la popolazione che la sorveglianza di massa è un progetto fondamentale da abbracciare con decisione? E’ facile! Devi dire che questi nuovi strumenti aiuteranno i governi (democratici) a combattere il terrorismo, ad evitare i disordini sociali, a proteggere la sicurezza nazionale e (magia) a ridurre i crimini.

A fare le pulci ai progetti in corso per la realizzazione dello stato di sorveglianza è nientedimeno che il Washington Post, che in un approfondito articolo comparso sul suo sito web, descrive l’introduzione di una nuova tecnologia che ha lo scopo (ri-magia) di eliminare il crimine: http://www.washingtonpost.com

La Persistent Surveillance Systems ( http://www.persistentsurveillance.com ) è l’organizzazione che ha sviluppato la tecnologia. L’azienda, con sede a Dayton, Ohio, ha spiegato al Washington Post come funziona il nuovo miracolo che risolverà la questione della criminalità.

Il sistema prevede un occhio nel cielo: un piccolo aereo Cessna che vole per un raggio di circa 4 chilometri, ad un altezza tra gli 8 mila e i 10 mila piedi per diverse ore. L’aereo è dotato di 12 telecamere ad alta risoluzione in grado di scattare una foto ogni secondo, così da poter seguire il movimento dell’obiettivo nel tempo.

Ross McNutt, ufficiale dell’Air Force in pensione che ha contribuito a progettare un sistema simile per i cieli di Fallujah, la città campo di battaglia in Iraq, e presidente della Persistent Surveillance Systems, ha spiegato al Washington Post che vuole utilizzare i suoi sistemi di tutto il paese, poiché, secondo lui, hanno già aiutato a risolvere numerosi crimini nella città di Dayton, dove il sistema è già operativo.

Per convincere gli americani ad accettare il suo prodotto, McNutt non magnifica solo gli effetti benefici della tecno-magia per la polizia. Egli immagina che la riduzione drastica della criminalità (!) avrà effetti collaterali rilevanti, tra cui l’aumento del valore delle proprietà, scuole migliori, maggiore sviluppo e la riduzione della popolazione carceraria.

Ma non tutti condividono l’entusiasmo di McNutt per la nuova tecnologia di sorveglianza. “Ci sono un numero infinito di tecnologie di sorveglianza che potrebbero aiutare a risolvere i crimini, ma ci sono un altrettanto numero infinito di ragioni per cui non facciamo queste cose, o non dovremmo farle”, dice Joel Pruce, esperto in diritti umani della University of Dayton e grande oppositore del progetto.

Richard Biehl, capo della polizia di Dayton e fervente sostenitore di McNutt, ha proposto ai cittadini di visitare la centrale operativa per avere un assaggio della tecnologia in azione. “Voglio che siano preoccupati perché li stiamo osservando”, farnetica Biehl. “Voglio che siano preoccupati perché non sanno in quale momento li stiamo osservando”.

“Anche se si trasforma il paese in uno stato di sorveglianza totalitario, ci sarà sempre qualche malefatta che può sfuggire”, commenta Jay Stanley, esperto di privacy presso l’American Civil Liberties Union. “L’equilibrio raggiunto nella Costituzione Americana si sbilancia verso la libertà, e penso che dovremmo mantenere tale valore”.

Come scrive il Washington Post, forse Stato di Sorveglianza Totalitario potrebbe sembrare un po’ eccessivo, ma sono moltissimi gli americani preoccupati per la possibilità in continua espansione di incursioni nella loro vita privata. Il crescente numero di droni per combattere il terrorismo (?), e fermare l’immigrazione clandestina dal Messico, è solo un esempio.

Davvero stiamo virando bruscamente verso una società video-sorvegliata? L’utilizzo di tecnologia sofisticata per monitorare persone e oggetti non dovrebbe essere regolamentata in dettaglio? Ma è davvero necessario un controllo massiccio di tutta la popolazione? In fine dei conti, che cosa è più importante, la nostra sicurezza o la nostra libertà?

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it

 


 

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