Ogni volta che nel mondo scoppia una bomba e l’attentato viene rivendicato da qualche organizzazione, assistiamo impassibili al solito teatro mediatico in cui sembra si faccia a gara con i terroristi nel tentativo, spesso di successo, del terrorizzare la popolazione e le genti. Questi scenari sono ormai all’ordine del giorno e mettono in evidenza il vero volto della strategia del terrore, un volto ambiguo e subdolo che non si compone di soli militanti armati di bombe e kalashnikov, si compone anzi, anche di uomini e di idee, ed in questo senso, i “terroristi” più pericolosi e potenti, non impugnano un fucile e non stringono al petto un ordigno esplosivo, ma anonimi, si nascondono dietro lo schermo di un pc, stringendo in mano, ben salda, la propria penna, oppure scendendo in piazza, per fare ancora più paura alla propria gente, sventolando quelle morti vittime di intolleranza ed estremismo.
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