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“... La conclusione che l'impossibilita' di ottenere una rivolta interna credibile entro i prossimi 9-10 mesi richiede la decisione degli Stati Uniti di perseguire una “provocazione” come giustificazione per un’azione militare positiva da parte degli Stati Uniti“. Memorandum del 7 marzo 1962 del Joint Chiefs of Staff delle forze armate degli Stati Uniti.




Lyman L. Lemnitzer, John F. Kennedy e il generale Maxwell Taylor.



Di fronte alla crescente e aggressiva escalation del governo degli Stati Uniti in America Latina e in particolare contro Cuba, è necessario ricordare alcuni degli episodi più oscuri della guerra sporca che il governo degli Stati Uniti intraprese contro il nostro Paese nei primi anni della Rivoluzione, che potrebbe essere rianimate contro la rivoluzione cubana o uno qualsiasi dei Paesi della regione soggetti alla politica di Washington del “cambio di regime”. Nei mesi successivi all’invasione delle forze mercenarie a Playa Girón, organizzate, finanziate e sostenute dal governo degli Stati Uniti, esso sviluppò numerosi piani volti a destabilizzare la rivoluzione cubana con l’obiettivo di creare con ogni mezzo le condizioni che facilitassero l’invasione di Cuba e il rovesciamento della nostra rivoluzione. A tal fine, l’operazione Mongoose fu sviluppata, considerata la più grande operazione di sovversione portata avanti dagli Stati Uniti prima dell’aggressione al Vietnam, e nel cui contesto la più grande base operativa segreta in quel momento fu creata in Florida. Vari rami del governo degli Stati Uniti vi presero parte e, sotto la direzione della CIA e del Pentagono, furono incaricati delle operazioni segrete dei paramilitari e delle politiche volte a rovesciare il governo rivoluzionario. La base, conosciuta col nome in codice JM/WAVE, si trovava a sud di Miami e nella primavera del 1962 vi erano più di 200 ufficiali della CIA che gestivano più di 2.200 agenti controrivoluzionari cubani. Inoltre, vantava 100 navi, tra cui un numero elevato di motoscafi, e accedeva agli F-105 Thunderchief di stanza presso l’Homestead Air Base. JM/WAVE guidò anche i tentativi di assassinare il Comandante in capo Fidel Castro Ruz, col piano dal nome in codice ZR/RIFLE. Nel contesto di tale operazione, e su richiesta del cosiddetto “Progetto Cuba”, il Pentagono, sotto la direzione del generale Lyman Lemnitzer, allora capo dei Capi di Stato Maggiore delle forze armate statunitensi, preparò un memorandum che forniva “una breve ma precisa descrizione dei pretesti che giustificassero l’intervento militare statunitense a Cuba”. Sebbene tale documento, chiamato “Operazione Northwoods” non fu approvato integralmente dal segretario alla Difesa Robert McNamara o dal Presidente John F. Kennedy, alcune proposte furono messe a punto e attuate con successo dalle agenzie di sicurezza di quel Paese. Il generale Lemnitzer stabilì tali pretesti in un periodo di crescenti tensioni tra Cuba e Stati Uniti che avrebbero messo questi in condizione di esprimere lamentele giustificabili e credibili. Allo stesso tempo, perseguiva l’obiettivo di far sì che le Nazioni Unite presentassero l’immagine del governo cubano come irresponsabile e ”minaccia allarmante e imprevedibile per la pace nell’emisfero occidentale”. Sostenne che qualsiasi azione che divenisse un pretesto per l’intervento militare statunitense portasse a una decisione politica che permettesse quindi un’azione militare. Il capo di Stato Maggiore statunitense postulò che il piano prevedeva che tali incidenti divenissero sempre più seri e si combinassero con altri eventi apparentemente non collegati al fine di mascherare l’obiettivo finale, creando così l’impressione ampiamente negativa sulla condotta cubana, sia nei confronti degli altri Paesi che degli Stati Uniti. Secondo il memorandum, sarebbe preferibile che ci fosse stata una reazione cubana alle varie provocazioni, che a loro volta avrebbero portato a una risposta delle forze armate degli Stati Uniti. Furono contemplate una serie di azioni che, sebbene in molti casi focalizzate sulla base navale degli Stati Uniti a Guantánamo, includevano anche altri scenari. Doveva essere eseguito a Guantanamo:

– Dei simpatizzant cubani in uniforme attraversare il recinto perimetrale della Base simulando un attacco.
– Cattura di (simpatizzant) sabotatori cubani nella base.
– Iniziare rivolte vicino al cancello principale della base (con simpatizzanti cubani).
– Far esplodere i depositi di munizioni nella Base od incendiarli.
– Bruciare gli aerei nella base (sabotaggio).
– Gli proiettili di mortaio dall’esterno della base che causassero danni all’infrastruttura.
– Cattura di squadre d’assalto avvicinarsi alla base via mare o presso la città di Guantanamo.
– Cattura di un gruppo di miliziani che assaltava la base.
– Sabotaggio di una nave nella baia o all’ingresso della baia e sepoltura di finte vittime.

A tali azioni, gli Stati Uniti avrebbero risposto con operazioni offensive per garantire la fornitura di acqua ed energia alla base, distruggendo immediatamente i siti di artiglieria e mortai che la minacciavano e, da quel momento, iniziare le operazioni militari statunitensi su larga scala. Ma la proposta del generale Lemnitzer non si fermatv qui. Sosteneva che un incidente poteva essere prodotto emulando il motto “ricordate il Maine” in diversi modi:

– Creare un incidente dimostrando che aerei cubani abbattevano un aereo civile proveniente dagli Stati Uniti e diretto in Giamaica, Guatemala, Panama o Venezuela. La destinazione veniva utilizzata solo per creare un piano di volo su Cuba. I passeggeri sarebbero stati un gruppo di studenti universitari che viaggiano in vacanza o gruppo di persone con interessi comuni che giustificassero il noleggio di un aereo.
– Un duplicato esatto dell’aereo civile appartenente alla CIA dipinto e numerato. In qualsiasi momento, il duplicato sostituiva il vero aereo civile su cui sarebbero saliti passeggeri selezionati, tutti con false identità ben preparate, e l’aereo reale sarebbe diventato un velivolo senza pilota.
– Il velivolo senza equipaggio e il vero velivolo si sarebbero trovati in un punto a sud della Florida. Da lì, l’aereo passeggeri scendeva alla quota minima per atterrare su una pista ausiliaria presso la base aeronautica di Eglin, dove i passeggeri sarebbero stati evacuati e l’aereo riportato alla condizione precedente. Il velivolo senza pilota avrebbe continuato il suo volo, e quando su Cuba avrebbe trasmesso un messaggio “May Day” sulla frequenza di emergenza internazionale per dire che era stato attaccato da un MiG. La trasmissione verrebbe interrotta con la distruzione dell’aereo attivata con un segnale radio.
– Questo permetteva alle stazioni radio dell’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale (ICAO) nell’emisfero occidentale di informare gli Stati Uniti di ciò che era accaduto, piuttosto che gli Stati Uniti dover “spacciare” l’incidente.
– Allo stesso modo, la relazione del generale Lemnitzer propone la possibilità di creare un incidente in cui MiG cubani apparentemente abbattessero un aereo dell’US Air Force in acque internazionali con un attacco non provocato.
– La base di tale pretesto sarebbe stata la condotta delle manovre aeree di quattro F-101 statunitensi che, partendo dalla base aerea di Homestead, si sarebbero avvicinati a Cuba. Durante tali manovre, uno degli aerei statunitensi si sarebbe separato dalla formazione e, essendo vicino a Cuba, avrebbe trasmesso di essere attaccato dai MiG e di essere stato abbattuto. Il pilota quindi volava ad ovest a un’altitudine molto bassa per atterrare su una pista ausiliaria alla base di Eglin, dove l’aereo veniva riposto in un hangar ricevendo nuove insegne, mentre il pilota, che aveva volato con una falsa identità, recuperava quella reale e riprendeva le normali funzioni. In questo modo, sia l’aereo che il pilota sarebbero scomparsi, e gli altri membri della formazione F-101 avrebbero creduto che, in realtà, il quarto velivolo fosse stato abbattuto. Contemporaneamente al presunto abbattimento, un sottomarino o un piccolo motoscafo rilasciavano pezzi di F-101 e un paracadute a circa 15-20 miglia dalla costa cubana. Gli aerei e le navi di superficie sarebbero quindi stati inviati in missione di salvataggio, che avrebbe individuato i frammenti dell’F-101.

Cinquantasette anni dopo l’Operazione Northwood, anche se le condizioni internazionali sono cambiate e il mondo si è evoluto, la natura aggressiva del governo degli Stati Uniti nel ricorrere a provocazione, bugie e pretesti per realizzare i suoi piani è ancora presente, come dimostrato nelle recenti azioni contro Cuba, Venezuela e altri paesi nella nostra regione.

Abelardo Moreno Fernández, Internationalist 360°, 23 febbraio 2019.

Traduzione di Alessandro Lattanzio.

Fonte: http://aurorasito.altervista.org

 

 

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