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Schema della struttura di una stampante 3D per alimenti ideata da Jin-Kyu Rhee, della Ewha Womans University.

 

A volte nei film di fantascienza, in particolare in quelli ambientati sulle astronavi in viaggio nello spazio, si può notare la presenza di una particolare stampante 3D capace di creare, partendo da materiali presumibilmente già “caricati” grezzi all’interno del macchinario oppure manipolando gli stessi atomi, qualsiasi cosa, finanche il cibo o una bevanda.

Si tratta del cosiddetto assemblatore molecolare, una macchina per il momento ancora fantasiosa che riesce a manipolare letteralmente gli atomi per costruire tutto quello che si vuole, finanche una torta alle mele, in pochi secondi. Inutile dire che un oggetto del genere, qualora fosse costruito realmente, cambierebbe radicalmente le nostre vite e il concetto stesso di materia oltre che l’intero mercato mondiale delle risorse e delle energie.

Per quanto fantascientifico uno strumento del genere possa apparire, uno scienziato della Ewha Womans University, Corea del Sud, ha deciso di interessarsi proprio ad un progetto simile, ossia alla costruzione di una stampante 3D per creare cibo personalizzato. Questo interessante progetto non prevede di certo la manipolazione degli atomi o delle molecole ma di ingredienti in polvere e risulterebbe comunque un passo tecnologico enorme.

Un macchinario del genere, secondo i progetti di Jin-Kyu Rhee, utilizzerebbe ingredienti in polvere stipati in vari scompartimenti all’interno dello stesso macchinario. Per il momento lo scienziato dichiara di aver già creato una piattaforma che, tramite la tecnica della stampa 3D, realizza “microstrutture alimentari che consentano di personalizzare la consistenza del cibo e l’assorbimento del corpo a livello personale”.

Lo scienziato crede davvero che un giorno potrebbe essere comune avere a disposizione in casa, o in qualsiasi altro posto dove un macchinario del genere possa essere installato, cartucce contenenti versioni in polvere di vari ingredienti. Queste polveri verrebbero poi utilizzate per assemblare e poi cucinare piatti, portate e alimenti vari di ogni genere secondo le preferenze dell’utente. Per quanto riguarda la tecnologia, questo assemblatore sarebbe molto simile alle attuali stampanti 3D che creano l’oggetto impilando strati su strati di materiali vari.

Per il momento il macchinario utilizzato da Rhee, molto simile ad una stampante 3D, è capace di trasformare, in quantità e grandezze infinitesimali, carboidrati e proteine in alimenti con micro strutture regolabili per quanto riguarda consistenza e modalità di assorbimento da parte del corpo. Lo stesso scienziato lascia intendere che si tratta di una ricerca più che pionieristica: “Siamo solo agli inizi, ma crediamo che la nostra ricerca sposterà la stampa in 3D a un livello superiore”.

 

Fonte e link: https://notiziescientifiche.it

 


 

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