A sinistra il gatto clonato, a destra quello originario.
Clonare il proprio gatto morto non è più un tabù, almeno in Cina. In intervista a Global Times viene descritto come un “cliente” si è rivolto alla compagnia Sinogene Biotechnology Company di Pechino per ordinare la clonazione del suo gatto, uno shorthair britannico deceduto a causa di infezione del tratto urinario. L’embrione coltivato da una cellula dell’animale originario è stato impiantato nell’utero di una madre surrogata e il gatto clonato è nato normalmente dopo 66 giorni. “Il mio gatto è morto di malattia del tratto urinario. Ho deciso di clonarlo perché era così speciale e indimenticabile”, riferisce l’uomo, Huang Yu. Esteriormente i due gatti sembrano quasi identici anche se, come fanno notare i ricercatori coinvolti, mostrano comunque temperamenti e personalità diverse. Per quanto riguarda eventuali problemi di salute o anche l’aspettativa di vita, fanno notare che non ci sono differenze tra un gatto nato naturalmente e uno clonato, come riferisce Lai Liangxue, uno dei responsabili scientifici dell’azienda nonché ricercatore presso l’Accademia Cinese delle Scienze. Tuttavia la stessa azienda vuole fare le cose in grande e in un futuro, comunque non troppo vicino, prevede di poter utilizzare l’intelligenza artificiale e tecnologie simili alle più moderne e futuristiche interfacce uomo-macchina per archiviare i ricordi degli animali morti e trasferirli agli animali clonati, affinché questi ultimi possano essere sostanzialmente uguali all’originale anche in termini di personalità e di affezione al padrone. Per il momento i clienti si debbono accontentare di una “semplice” clonazione per il costo di 250.000 yuan (poco più di 30.000 euro). Già diverse persone, secondo la dichiarazione del vicedirettore generale di Sinogene, Zhao Jianping, avrebbero fatto delle prenotazioni. Il servizio offre anche la clonazione dei cani ma ad un costo di poco maggiore.
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