Il nostro gruppo da sempre identifica la fine della guerra fredda con un preciso momento storico, questo momento storico è la firma del trattato INF (intermediate nuclear force). Quella storica firma eliminava dal teatro europeo, unico luogo in cui Stati Uniti e Unione sovietica si confrontavano fisicamente sul terreno, le armi con la maggior potenzialità di innescare una guerra nucleare in Europa e nel mondo intero: i missili nucleari (balistici e da crociera) a gittata intermedia.

 

 

Fu quello il momento decisivo, nel quale iniziò il processo di distensione e disarmo che allontanava lo spettro di una fulminea e devastante guerra nucleare in Europa, combattuta con armi atomiche lanciate direttamente dal territorio europeo, e, più precisamente, dai territori dei paesi satellite delle due superpotenze nucleari dell’epoca (Stati Uniti e Unione Sovietica), una “Limited Nuclear War” sulla quale molto si teorizzò in passato, e della quale il nostro gruppo parlerà presto in chiave contemporanea.

 

Rappresentazione plastica dei rifugi per i missili Cruise basati sulla terraferma.



I missili da crociera nucleari basati a terra rappresentavano una minaccia concreta e dalla quale era complesso difendersi in quanto difficilmente identificabili al momento del lancio, volano a bassa quota e hanno ridotta sezione radar, quindi il tempo di allerta che tali armi concedono all’avversario può essere estremamente breve. Secondariamente molti di questi sistemi missilistici sono basati su mezzi ruotati e sono estremamente mobili, risulta quindi difficoltoso eliminarli attraverso attacchi (anche nucleari) mirati. I missili da crociera americani (il nervo del sistema missilistico a raggio intermedio era il BGM-109G) avevano un raggio operativo massimo di 2.500 Km e potevano colpire in profondità i territori del patto di Varsavia.

 

 

Oggi gli stessi vettori potrebbero essere piazzati molto più ad est, in Polonia ed in Romania ad esempio e dai quei luoghi colpire gran parte del territorio della Russia europea.

 

 

Il Pentagono giustifica il possibile dispiegamento di nuove armi nucleari in Europa con la possibile comparsa in linea operativa di missili nucleari russi (sia balistici, sia da crociera) che violerebbero il trattato sulla forze nucleari a gittata intermedia, tali armi potrebbero essere una evoluzione del missile balistico Iskander e il nuovo ICBM RS-26 e un non meglio precisato missile da crociera.
L’Unione Sovietica aveva dispiegato, negli anni 80, una pletora di missili nucleari a gittata intermedia. Tra i missili da crociera nucleari vogliamo ricordare l’ RK-55 (SSC-X-4 ‘Slingshot) missile subsonico dalla gittata di oltre 3.000 chilometri. Tuttavia in Unione Sovietica era in avanzato stato di sviluppo un missile da crociera della medesima gittata ma supersonico, in grado di raggiungere Mach 3, il KH-90 (As-19 Koala). In questi ultimi anni la Russia di Putin ha rispolverato molti progetti avanzati dell’Ex Unione Sovietica, inclusi alcuni satelliti sperimentali dei quali vi parleremo, e non è escluso che Putin abbia ordinato la sperimentazione di tali sistemi d’arma, sebbene un vero e proprio test non sia stato condotto in quanto violerebbe apertamente il trattato INF. Riteniamo possibile che tale test possa aver luogo se continuerà lo sviluppo del sistema antimissile americano in Europa. Così come gli Stati Uniti hanno denunciato il trattato ABM (che limitava gli studi e le applicazioni dei sistemi antimissile) simmetricamente la Russia potrebbe uscire del trattato INF, e dando il via ad una nuova fase del confronto con gli Stati Uniti, una fase dove il terreno di scontro sarà l’Europa e dove la teoria della Limited Nuclear War potrebbe nuovamente (purtroppo e disgraziatamente) trovare spazio.

Fonte: http://www.geopoliticalcenter.com

 

 

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